Ben 15 librerie in una cittadina che in tutto fa poco più di 700 abitanti. In pratica, una ogni 44 residenti. Un unicum persino nella nazione più avanzata al mondo in fatto d’amore per la cultura. In Bretagna, nel nord della Francia (per la precisione nel dipartimento d’Ille-et-Vilaine), fa innamorare a prima vista Bécherel, detta il «paradiso dei libri». Un mito per gli amanti della pagina scritta, che sia saggistica, narrativa o poesia. Bibliofili, lettori forti o di medio cabotaggio e semplici cacciatori di emozioni differenti: ogni anno a migliaia vengono in pellegrinaggio in questo delizioso borgo medievale, un’ex roccaforte militare che ha scelto di consacrarsi al totem della letteratura. Un processo cominciato nella seconda parte del Novecento, per bypassare una brutta crisi economica: prima il fulcro produttivo era costituito dall’industria tessile, in particolare col lino e la canapa. Quali sono le sue librerie più frequentate? Port Saint Michel, che ospita una sala da té, e La Vache qui lit, che è anche un bistrot.
Ma il centro di gravità permanente di Bécherel, a soli 50 km da quell’incanto bretone che è Saint-Malo, è senz’ombra di dubbio La Fête du Livre, il festival del libro che si svolge nel weekend di Pasqua. Nel corso della kermesse si moltiplicano i corsi di tecnica di stampa e rilegatura, le biblioteche mobili, le letture animate di piazza e nei giardini. E soprattutto i riflettori sono puntati sull’affollatissimo mercato del libro antico d’occasione, preso d’assalto da collezionisti che bramano l’exploit della loro vita, tra rarità, memorabilia ed edizioni introvabili da secoli. Non manca di fascino (e di frotte di avventori) nemmeno Le Fureur de Lire (in italiano, La smania di leggere), le giornate nazionali del libro di ottobre. Qui ogni giorno è un pretesto irripetibile per celebrare la magnificenza della lettura.
Circoscritto da cinta murarie, centro tranquillo e armonioso, Bécherel, città-libro, può fregiarsi del titolo di Petite Cité de Caractère de Bretagne. A parte le librerie, si respira infatti un’aria di perfetta coesistenza tra antiche vestigia (come il granito della maggioranza delle case, il torrione, i bastioni e la stele funeraria gallo-romana) e la nuova vocazione turistica incarnata dalla moltitudine di ristoranti, botteghe, caffè e gallerie d’arte. Di sicuro interesse, inoltre, sono il Castello di Caradeuc, tra i più quotati della regione, con un parco sterminato di 40 ettari, ribattezzato la Versailles bretone; la Chiesa Les Iffs, in totale stile gotico, e il giardino di Thabor, che si staglia lì dove una volta c’era un cimitero, dietro la chiesa Notre-Dame de Bèchere. E in mezz’ora si arriva al bosco di Paimpont, il luogo universalmente riconnesso alla foresta di Brocéliande, l’ambientazione leggendaria delle avventure di Merlino e della fata Morgana nel ciclo di Re Artù.
Come arrivare: il mezzo consigliato è ovviamente l’aereo. L’aeroporto più vicino è quello di Nantes, raggiungibile con varie compagnie da Roma, Venezia, Napoli, Olbia, Pisa, Palermo e Milano Malpensa.
Dove dormire e mangiare. Ci sono tre o quattro hotel e altrettanti b&b e affittacamere. Qualcosa di più proviene dalle piattaforme d’affitto di singole stanze. Occorre comunque prenotare in anticipo, altrimenti tocca pernottare nelle vicinanze. Quanto ai ristoranti, primeggia La Part des Anges, dove potete gustare piatti come il filetto di pollo alla vaniglia. Ottimo e molto letterario anche questo.
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via Bécherel: è in Bretagna il «paradiso dei libri»
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