Viaggio a Pienza e in Val d’Orcia (sulle tracce di Natalie Portman)

Viaggio in Val d'Orcia
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«Viaggiammo in macchina, noi tre, lungo la Val d’Orcia, al tramonto. La luce e la foschia, e il colore dell’incandescenza del giorno che si disperdeva, ci preparò per il viaggio nel tempo che stavamo per fare. Guidammo fino a Pienza, il paese più vicino alla nostra casa rovente. Passeggiammo lentamente lungo i vicoli attraversati dai fili della biancheria messa a stendere, spostandoci di lato per far spazio, lungo la stradina, a una nonna con i suoi nipotini, i bambini in bicicletta, come se fossero usciti da un film di De Sica».

Sono quasi commosse le parole con cui Natalie Portman, attrice premio Oscar nel 2011 con Il cigno nero, racconta il suo viaggio in Toscana. Il suo racconto, sul numero di Vanity Fair diretto da Paolo Sorrentino in edicola fino al 3 giugno, abbraccia la Val d’Orcia e il borgo di Pienza. Quella che per noi è una delle tante meraviglie dietro casa diventa nei ricordi della Portman un viaggio nel passato, in un mondo perfetto dove i bambini giocano a calcio liberi nelle piazze, indossando la maglietta della squadra del cuore, le famiglie sono tasselli di una comunità che si ritrova in strada, o davanti alla chiesa, e ogni sera un cielo ammantato di stelle addormenta la terra lontana.

LE TAPPE
Tutto vero e la parola giusta per riassumerlo, forse, è armonia. Poche esperienze di viaggio in Italia sono così rasserenanti come percorrere una strada di campagna che da Castiglione d’Orcia si snoda tra i colli senesi fino a Pienza, passando magari per Bagno Vignoni, il borgo di pietra noto per la sua piscina termale in piazza, una vasca fumante circondata dalle case. Davanti agli occhi si susseguono vigneti, casali, villaggi raccolti attorno a una torre, crinali guarniti di cipressi, ulivi vegliardi che paiono sculture. Sono scorci famigliari, riposti da qualche parte nell’anima di ognuno di noi, perché hanno ispirato i grandi maestri del Rinascimento, facendo da sfondo a tanti dipinti.

LAND ART
Soprattutto, non dimentichiamolo: questa meraviglia del nostro Paese non è (solo) un dono della natura, ma sgorga dalla visione creativa dell’uomo, che nei secoli ha ridisegnato il paesaggio con gusto e, perché no, amore, portando a compimento un’ipotesi di bellezza. In altri termini, si tratta di una delle più straordinarie opere di land art, come i terrazzamenti inca in Perù e le spettacolari risaie nel nord del Vietnam.

PIENZA
La stessa Pienza, con le proporzioni delle sue architetture e il particolare assetto urbano, incarna un’utopia: quella rinascimentale della città ideale. Fino al 1462 qui c’era solo un pugno di case e fu Papa Pio II e volere la costruzione di una nuova cittadina sull’antico borgo, che venne realizzata in pochi anni su progetto di Bernardo Rossellino. Dopo la morte del pontefice, Pienza subì per fortuna pochi cambiamenti, e il suo profilo elegante, dalle forme tipicamente quattrocentesche, è rimasto intatto fino a oggi.

Tra le curiosità di Pienza, i nomi dei vicoli, che tratteggiano un crescendo di passione: accanto alla via dell’Amore ci sono la graziosa via del Bacio, con ragazzi in gita scolastica e innamorati vari che non si fanno mancare l’occasione, quindi, neanche da dire, la romantica via Buia.

LA GRANDE BELLEZZA
Il meglio si trova alle spalle della cattedrale, dove come da un balcone lo sguardo spazia sulla Val d’Orcia fino al monte Amiata, tra campi imbionditi dal sole furente, sprazzi di bosco e case coloniche che paiono lì da sempre. Un colpo d’occhio che diventa carezza per lo spirito, mentre il tempo, nella calda luce estiva, pare dilatarsi e perdere consistenza.

“Mi rendo conto adesso”, continua Natalie Portman, “che gli italiani hanno imparato a dominare il tempo, la nostra più grande risorsa e anche il nemico più minaccioso”.

Sarà vero che noi italiani siamo capaci di questo potere? Difficile dirlo, ma avendo ereditato in dono quella grande bellezza che da nord a sud riveste l’Italia, cerchiamo ogni tanto d’immaginare, e magari fare nostro, lo sguardo incantato e fresco, tipico dei bambini, di chi per la prima volta scopre le nostra terra e puntualmente se ne innamora. Perché una cosa è certa: l’Italia dà dipendenza, anche senza aria condizionata.

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Un suggerimento:
Come itinerario, partite da Castiglione d’Orcia sulla SP323 per Bagno Vignoni; da qui raggiungete San Quirico e poi Pienza. Lungo il tragitto c’è una stradina sterrata che vi condurrà alla Cappella della Madonna di Vitaleta, uno dei luoghi più fotografati della valle. Uscendo da Pienza, fate una deviazione fino al grazioso borgo di Monticchiello.

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Tutte le immagini sono di stock.adobe.com



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