Parma, capitale della cultura (virtuale): un tour nel silenzio

Il numero era perfetto, 2020, quasi fosse un lancio pubblicitario studiato a tavolino insieme al claim “La cultura batte il tempo” che ha accompagnato Parma al suo battessimo di capitale italiana della cultura. Ma quel numero, 2020, è diventato il simbolo della rarefazione sociale, delle case piene e delle città vuote. Il tempo si è fermato per tutti e la cultura (della responsabilità) oggi batte il silenzio delle piazze e delle strade. Parma, che si era fatta ancora più bella per il “suo” anno, attende di ripartire  – ha per il momento sospeso tutte le attività previste – e di continuare a raccontare di arte e di cibo, di storia, musica e tradizioni: “Appena dato il via alle attività di Parma capitale della cultura, si è scatenata l’emergenza coronavirus. Per questo si sta ragionando su una norma che consenta di dichiarare Parma Capitale della Cultura 2021”, ha detto Dario Franceschini, ministro dei Beni culturali e del turismo.

Intanto, sola nella sua bellezza, durante questa forzata messa in pausa, non resta che ammirarla virtualmente, con un viaggio virtuale a Parma: una gallery di foto che la ritraggono immobile nella luce satura di questa primavera esplosiva. Per vivere comunque la città, si può fare un giro sul portale Parma Ritrovata, un angolo virtuale che riunisce online i progetti culturali gratuiti.  Mentre sul sito del Teatro Regio, nella sezione Il Regio a Casa tua, è disponibile una biblioteca multimediale da vivere e condividere: numerosi video immersivi a 360° delle opere registrate con una tecnologia panoramica  dall’Università di Parma, per regalare l’emozione di potersi sentire al centro del palcoscenico insieme agli artisti in scena.

Non solo. Capitale della Food Valley e Città creativa per la Gastronomia secondo l’Unesco, i suoi prodotti tipici tutelati da marchi di qualità sono tra i più apprezzati al mondo: il prosciutto di Parma, il Salame di Felino, il Culatello di Zibello e poi il formaggio Parmigiano Reggiano. Cui si aggiungono la produzione della pasta e la trasformazione del pomodoro, i vini dei colli di Parma, il fungo di Borgotaro: la cultura a Parma passa anche per i prodotti della terra e della tavola. Li racconta tra ricette centenarie, vecchi utensili e documenti il circuito dei Musei del Cibo. Sono otto templi del sapore che oggi aprono le loro porte virtuali. Anche l’Archivio Storico Barilla mette a disposizione il portale-museo che conserva 143 anni di vita dell’azienda di Parma, tra fotografie, filmati, pubblicazioni dal 1913 ad oggi.

E ancora, a breve, sarà disponibile anche un viaggio digitale molto hi tech, un’esplorazione immersiva per visitare Parma e i suoi dintorni: ”Solo una premessa – dice Cristiano Casa, assessore al turismo – a un racconto più lungo, quando torneremo a viaggiare e a emozionarci per la bellezza che ci aspetta oltre la soglia di casa”.

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