Fin da piccola, alla vigilia della partenza per una gita scolastica mi giravo e mi rigiravo nel letto, forte era l’adrenalina e l’emozione per la nuova avventura che mi stava aspettando: nuovi luoghi da conoscere, situazioni da vivere e per un giorno niente banchi, sedie e libri… una buona merenda in saccoccia e tanta curiosità. E non importava se la gita fosse di un solo giorno, magari alla scoperta di un vicino sito archeologico, di cui la mia isola è ricca, o fosse una vacanza studio di più giorni, magari varcando il mare, verso quello che per noi sardi è il “continente”, l’adrenalina pre-partenza era sempre lei, e, tutt’oggi, me la porto dietro nei miei viaggi, come un tenero ricordo.
C’è da dire che “ai miei tempi” non esisteva la vasta offerta di viaggi d’istruzione di oggi e si tendeva a fare meccanicamente un po’ i soliti percorsi, quelli più battuti, e, pur, nell’insita ricchezza dell’esperienza della gita scolastica, era un po’ difficile entrare verticalmente nella cultura dei luoghi.
Tante tappe e tutte molto di fretta, in una voracità quasi bulimica di musei, siti archeologici, chiese, piazze, alberghi, senza un nesso, una cornice, un racconto unitario. Bellissime esperienze, ma in cui spesso è mancato l’incontro intimo con il luogo, la sua storia, le sue persone e la lentezza, caratteristica essenziale perché il viaggio, ogni tipo di viaggio, anche quello scolastico, si trasformi veramente in un’esperienza immersiva.
Fare un viaggio d’istruzione secondo i canoni del turismo responsabile significa aprirsi al mondo e apprendere “in situazione”, acquisire uno sguardo profondo del reale, smarcandosi dai pregiudizi. È vero che il solo il fatto di evadere per la prima volta dal “proprio nido”, convivere 24 ore su 24 con i compagni di classe e insegnanti, adattarsi agli orari e ai ritmi spesso serrati dei tours, al cibo diverso da quello di casa, e, all’estero, provare a cimentarsi con una lingua nuova, rappresenti, di per sé, a tutti gli effetti, un’esperienza formativa; ma ciò dà valore aggiunto all’esperienza è l’incontro/confronto con la cultura e la storia del luogo, i progetti, la relazione con le persone che quei luoghi li abitano, che li raccontano, i loro “saper fare” o semplicemente il loro “saper essere”, o “esser stati”.
Importantissimo in questo processo è il ruolo dei docenti che hanno la possibilità, all’interno della programmazione didattica, di sviluppare in classe dei percorsi tematici culturali, storico, artistici, naturalistici, esperienziali, di cui il viaggio potrà poi esserne l’input iniziale o l’output finale.
Da questo punto di vista, tantissimi sono gli spunti e le offerte di turismo scolastico di ViaggieMiraggi in Italia e all’estero, dal Nord a Sud e da Ovest a Est. Eccone solo alcuni esempi:
A proposito di Est e di storia e di incontri, interessantissimo l’itinerario di viaggio proposto da “Confluenze. Nel sud est Europa con lentezza” nella terra di confine e frontiera, la Bosnia-Erzegovina, che è stata (e in parte è ancora) una grande lezione di tolleranza religiosa e culturale... Alla scoperta di quest’area “così vicina e così lontana”, seguendo percorsi di cooperazione virtuosi e intelligenti, conoscendo associazioni giovanili locali che si occupano di ambiente, territorio e cultura.
Tuffandoci nel pieno della arti Italiane, in un’altra terra di confine “ La Lunigiana” , è possibile fare un viaggio sulle tracce di due dei più grandi nomi della letteratura e delle arti visive al mondo: Dante Alighieri e Michelangelo Buonarroti. L’itinerario, ripercorrendo le tappe del soggiorno dei due in Lunigiana, racconta la storia di questo territorio tramite visite guidate e attività pratiche, per mettere a contatto i ragazzi con questo piccolo angolo di Italia.
Se si vuole poi varcare il mare, ad attendere docenti e ragazzi delle scuole, in Sardegna, l’associazione “Mariposas de Sardinia” propone diversi percorsi di turismo esperienziali, sempre a stretto contatto con le comunità locali. Con loro, si scoprirà Cagliari in un viaggio nel tempo, tra sotterranei e necropoli, tra quartieri storici e parchi naturali per ammirare Cagliari da diverse prospettive e punti di vista. Una Cagliari inusuale in cui immergersi con tutti i sensi. O ancora la Marmilla, zona rurale dell’isola, dove è possibile sperimentare i gesti antichi del “saper fare” artigianale su cui una terra ancestrale come la Sardegna si regge ancora oggi: tessitura, agricoltura e pastorizia… il tutto in chiave biologica e sostenibile.
In questo periodo, infine, a pochi giorni della giornata della Memoria, in tempi in cui stanno rinascendo prepotentemente nel cuore della nostra “civilissima Europa”, movimenti xenofobi, in cui si ergono muri, si chiudono i porti e si confinano migranti disperati nei campi libici, quanto può incidere a livello educativo, fare,ad esempio, un Viaggio d’istruzione per le scuole medie e superiori nel cuore della Polonia?
In un Europa in cui il compito di non dimenticare la Shoah e i crimini nazisti appartiene ogni giorno di più alle nuove generazioni, le visite ai luoghi simbolo di quegli orrori rappresentano una delle attività più significative e importanti, soprattutto di fronte alla sempre più rara possibilità di ascoltare direttamente i racconti dei sopravvissuti.
Rievocare e rivivere la memoria di ciò che è stata la Shoah e i crimini nazisti, riattualizzarla nel presente, come guida per abitare il nostro tempo in modo attivo, responsabile e consapevole. Noi tutti, a partire dalla Scuola.
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via Viaggi d’istruzione: Il valore dell’incontro
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