È un Paese sulla soglia, la Macedonia del nord, tra le mete da vedere assolutamente nel 2020 secondo Lonely Planet. “Praticamente, siamo troppo vicini per essere esotici, troppo lontani per essere veri europei”, ha detto infatti al Corriere della Sera Goce Smilevski, il più celebre in un’agguerrita schiera di scrittori. Il suo La sorella di Freud (Guanda, 18 €), premio letterario dell’Unione europea nel 2010, è stato tradotto in tutto il mondo. Di fatto, questa è una meta più vicina e economica di quanto si pensi: con Wizzair si vola infatti da Orio al Serio a Skopje in 2 ore, con circa 90 € a/r.
Macedonia del Nord, un Paese dove tutto sembra nuovo. Perfino il nome
La repubblica di Macedonia, separatasi dall’ex Jugoslavia nel 1991, ha infatti recentemente visto risolta l’annosa controversia con la Grecia sul suo stesso nome. Atene rivendicava la definizione di Macedonia per l’omonima regione, Skopje difendeva la propria identità. A inizio 2019, dopo un accordo tra il premier ellenico Alexis Tsipras e quello di Skopje Zoran Zaev, un Referendum e un ritocco alla sua giovane Costituzione è nata Severna Makedonija. La Macedonia del Nord. Di fatto, un passo storico, che accelera l’ingresso dei nord-macedoni nella Nato e nella Ue.
Cosa vedere a Skopje, la capitale del nord
Intanto il Paese si è regalato una nuova capitale con il progetto Skopje 2014. Sono stati stanziati 500 milioni di euro per abbellire di fregi neobarocchi e marmi palazzi del potere e musei e depurare il centro dai simboli socialisti: meglio le statue di Alessandro Magno. Come ad esempio quella, immensa (costata 7,5 milioni di €), che domina dal 2011 piazza Macedonia , cuore della città. Il nome ufficiale evoca prudentemente un generico Guerriero a cavallo: anche la storia era oggetto di attriti con i greci. È al di là del ponte di pietra sul fiume Vardar che si incontra però la città più vera, dove oltre cinque secoli di dominio ottomano hanno lasciato segni evidenti.
Aperto nel XV secolo, il Vecchio Bazar, il più vasto dei Balcani, è stato a lungo il centro della vita sociale e culturale. Tra i suoi vicoli, verso il fiume, l’Oriente si ritrova nelle maioliche, nelle lampade di vetro colorato, nei gioielli d’argento e nei tappeti. E i kebab che si gustano qui sono i più speziati in città. Dall’ingresso nord del vecchio Bazar si arriva poi al Mercato alimentare, dove comprare il sirenje, simile alla feta, il pecorino kashkaval e il kiselo mleko, yogurt molto consistente, tutti presìdi Slow Food; tra le spezie, il peperoncino bukove. È aperto ogni giorno fino alle 18. per bei gioielli in stile locale c’è invece Dželo, gioielleria specializzata in filigrana e monili con l’onice.
Skopje, cosa fare: l’arte dell’hammam
Intorno al mercato si trovano le principali moschee, come quella di Mustafa Pasha. Sorta nel 1492 su un altopiano, comprende il mausoleo (turbe) dove riposa la figlia del pascià e un roseto da cui si gode una vista splendida. Tra il ponte di pietra e il bazar, la National Art Gallery occupa invece gli spazi di un bagno turco (Jordan Mijalkov 18). La leggenda narra che fu Daut Pasha, gran visir dell’Impero, a costruire l’hammam per il suo harem. L’edificio rettangolare, museo dal 1948, è sormontato da 13 cupole (alcune con piccole finestre a forma di stella) e ospita dipinti di artisti macedoni dal XIV al XX secolo, una raccolta d’arte moderna e alcune icone.
Tornando in centro, oltre il fiume e piazza Macedonia, si raggiunge in pochi passi la casa-museo di madre Teresa, nata qui nel 1910, Nobel per la pace nel 1979, morta a Calcutta nel 1997. L’attuale torre di vetro e granito è un mix di stili indiani e occidentali. Accoglie una piccola mostra di documenti e cimeli, sorge sulle rovine della casa natale della santa di origine albanese, distrutta da un terremoto nel 1963. Non a caso, in tutta la città targhe sui muri riportano gli aforismi più toccanti della suora. Da non perdere in città gli eventi del festival Skopso Leto di luglio, tra performance, musica e teatro.
Skopje, dove dormire
Si può dormire al Marriott hotel. Moderno, centrale, le Executive room hanno più spazio e l’accesso alla lounge (str. Maksim Gorki, piazza Macedonia 7). Al ristorante, provare il tavce-gravce, piatto macedone di fagioli, a volte accompagnato da carne. Oppure al Solun Hotel & Spa, dove le Riverside room, in uno stabile a cinque minuti dall’hotel, hanno la vista sul fiume (Nikola Vapcarov str. 10, Skopje). Divertente l’Hotel Senigallia, in un galeone sul Vardar, con camere in legno in stile marinaro (Kej 13-ti Noemvri).
Skopje, dove mangiare
Tra i ristoranti Pelister è un classico. Un locale storico, per menu tipici a base di crostini con verdure e salumi locali, carne e pesce (boulevard Macedonia). Il ristorante Stara gradska kuka c’è invece dal 1838 e propone sapori tipici come l’insalata shopska (pomodori, cetrioli, cipolle, formaggio, uova) e il tarator, yogurt acido e cetrioli. Con giardino (boulevard Filippo II 14). Per trovare invece un po’ di festa passare al Kolektiv, birreria artigianale dove provare le Stout e India Pale Ale locali. Ottimi dolci e burger, musica dal vivo (piazza Macedonia, Skopje).
Macedonia del nord: tra canyon e vigneti
Fuori da Skopje, la Macedonia del Nord è un mondo antico e selvaggio. Infatti, a soli 15 chilometri, il canyon Matka vantava un tempo oltre 80 monasteri. Le sue pareti sono una sfida per rocciatori, mentre nelle acque del fiume Treska sfrecciano le canoe (il centro visitatori del canyon comprende anche un hotel e un ristorante). In zona, lungo 15 chilometri di sentieri, si ammirano le stalagmiti della grotta di Vrelo e il monastero di Sant’Andrea, del 1389, con preziosi affreschi del Cinquecento. 80 chilometri più a sud, Stobi fu il più importante centro del tardo Impero romano della regione. Da poco nella lista Unesco dei monumenti da salvare. Abbandonato nel VI secolo d.C durante le invasioni barbariche, mostra una pianta ben conservata e un teatro quasi intatto: gli scavi in corso ovunque nell’area potrebbero riservare sorprese.
Le cantine da scoprire in Macedonia del Nord
La geografia montuosa della Macedonia, il clima unico e il terreno fertile sono da sempre amici del vino in questa parte del Paese, il Tikves , celebre per vitigni autoctoni come il robusto rosso Vranec. O, ancora, lo Stanushina, presìdio Slow Food, con cui si fa anche una bevanda di mosto, il madzun. Oppure il Temjanika, moscato aromatico dei Balcani. Si trovano tutti alla Stobi Winery, che è anche un raffinato e celebre ristorante con tutte le migliori carni, salumi e formaggi locali (Avtopat br. 2 Gradsko, Veles), a pochi minuti dalle rovine romane: in questa cantina dall’architettura futurista nascono gioielli come il pluripremiato Vranec Veritas, definito una “cura naturale per le malattie cardiovascolari”.
Viaggio in Macedonia del nord, verso Ohrid
Ancora natura, da a questo punto, verso Ohrid e il suo lago. Il consiglio è però di arrivarci sulla più lunga, ma scenografica, carrozzabile del Parco Nazionale Galichica, con vista sullo specchio d’acqua e sui monti. Prima di imboccarla, pausa a Bitola, seconda città della Macedonia. Bell la passeggiata tra i murales colorati, che sembrano riprendere la decorazione impressionante della chiesa di Santa Maria. Il lago è invece famoso per le perle, coltivate nelle acque limpide, che da secoli ornano le corone dei re d’Europa; per il Bay of Bones, ricostruzione di un villaggio di palafitte del 1200 a.C (Gradiste, Ohrid, tel. 00389.46.2 6.24.98). Ecco che è immancabile, ovviamente, la stessa Ohrid, la “Gerusalemme slava” dalle 365 cappelle, sito Unesco dal 1979 e icona della Chiesa ortodossa macedone. San Clemente, o il monastero di San Pantaleone, irti di cupole, tegole e croci, sono una meraviglia. Ma la vera attrazione è il monastero bizantino di San Naum, sorto nel 905 su un balcone di roccia. Si sale fin qui, tra stradine di ciottoli. Per le icone del XVIII secolo, tra le più belle e preziose di tutti i Balcani. O, naturalmente, per i pavoni multicolore che becchettano l’erba del giardino. O anche per la vista che spazia, a ovest, sul lago, fino all’Albania, a sudest verso i monti della Grecia.
Ohrid, dove dormire e mangiare
Si dorme al Villa & Winery Mal SvetI kliment, con una sala di degustazione per i vini della zona. Chiedere la vista lago (Metodi Patcev 10). Si invece cena da Damar, vicino alla chiesa di Santa Sofia, dove si può provare l’Ohrid tava, spezzatino di pollo e verdure nella pentola di terracotta (Kosta Abras).
Per saperne di più: Ente del turismo macedone, exploringmacedonia.com
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