Ristoranti di Copenaghen. Ora è ufficiale: sono le tavole gourmand, prima ancora della Sirenetta, dei canali e del Luna Park di Tivoli la vera attrazione turistica della Capitale danese. Secondo una ricerca dell’ente turistico ufficiale Visit Denmark di fine estate, infatti, il 28 per cento dei turisti internazionali visita il Paese alla ricerca delle eccellenze gastronomiche e delle tavole-icona. Lo stesso motivo – insieme al design e al tocco green – per cui la città era al primo posto della lista delle città da vedere nel 2019, il Best in Travel 2019 della Lonely Planet. Intanto, l’ultima classifica del World’s Best Restaurants ha premiato ben due ristoranti di Copenhagen (il Noma, al secondo posto, e il Geranium, al quinto) mentre lo chef danese Kenneth Toft-Hansen ha trionfato a gennaio al Bocuse D’Or, la più prestigiosa competizione internazionale dedicata all’alta cucina svoltasi a Lione lo scorso gennaio.
Ristoranti di Copenaghen: Michelin ma economici
Soprattutto, la Danimarca si conferma star della Scandinavia con ben 33 stelle Michelin e 27 ristoranti stellati, di cui 17 solo a Copenaghen. Dato che fa della città la capitale indiscussa della cucina danese, e più in generale nordica, e un laboratorio di nuovi trend di livello mondiale. Con una novità degli ultimissimi anni: l’eccellenza non si trova più solo nei grandi ristoranti d’autore, spesso con prezzi proibitivi e chilometriche liste d’attesa, ma anche nei luoghi dello street food, nelle food hall, i festival del cibo, i mercatini del food, in particolare il mercato coperto di Torvehallerne e lo street food sostenibile di Reffen a Refshaleøen, e in una nuova costellazione di bistrot aperti ultimamente da allievi e collaboratori della prima. Visit Copenaghen suggerice infine i Ristoranti cofoco (Copenhagen Food Collective), che offrono cibo di alta qualità con menu a prezzo fisso, come il Väkst, ristorante nordico molto accogliente, o il GEMYSE, principalmente vegetariano, all’interno dei giardini di Tivoli. Tutto senza smarrire le caratteristiche alla base del successo della cucina nordica: grande attenzione alla qualità, agli ingredienti a chilometro zero, rigorosamente locali, in molti casi bio, un equilibrio di sapori affiancati ad un’estetica semplice. Per saperbnee di più ci sono anche i food tour dell’ente turismo, o i corsi di gastronomia nordica ehygge (lo stile di vita “disimpegnato” e informale tipico danesecon la chef Trine Hahnemans nel quartiere residenziale Østerbro. Gli indirizzi? Eccoli qua. In ordine di spesa.
Ristoranti di Copenaghen: Noma
La gastro-febbre accesa dal Noma, acclamato regno di Renè Redzepi, traslocato nel 2018 dal quartiere di Christianshavn a quello di Refshalevej, non accenna a calare. Nel locale del maestro danese di origini albanesi, per quattro volte in cima ai World’s 50 Best Restaurants, è arduo sedersi: a ogni nuovo giro di prenotazioni i posti si esauriscono in tre ore. Chi riesce a entrare vivrà comunque un’esperienza di assoluto valore. Fermento di idee e innovazione, lungimirante e geniale, chef Redzepi ha creato qualcosa di unico con il suo primo ristorante in città. Era il 2004 e lo chef cominciava a servire piatti strani che aveva creato dal nulla, e che non somigliavano a nessun’altra proposta gastronomica in giro per il mondo, creati per di più in un paese senza cultura gastronomica dove fu lui ad inventarne una propria. Redezpi si rifaceva ai suoi avi, proponendo quindi foglie, muschi, formiche di cui utilizzava l’acido formico in assenza dei profumati limoni italiani. E così facendo ha trasformato Copenaghen, da deserto in cui si mangiava decisamente male, ad una delle capitali mondiali del gusto. Il nuovo Noma si trova in una piccola fattoria urbana con sette diversi edifici e appartamenti per lo staff in un ex magazzino militare, con tante vetrate e luce naturale che dialoga con il verde e l’acqua intorno. Ci sono stanze dedicate alla carne, al pesce, alla fermentazione, aree per eventi privati, la sala principale con 40 posti. Propone tre differenti menù in base al periodo dell’anno, dal 15 Ottobre al 21 Dicembre, ad esempio, sarà la volta del Game & Forest Season, basato sulla carne. Un’esperienza unica da percorrere anche con un abbinamento di succhi di frutta al posto del vino. Si spendono circa 340 euro a pasto a testa (senza le bevande), circa 490 € con i vini.
Geranium
Tre stelle Michelin, una bella sede spaziosa in legni chiari nel quartiere Østerbro, anche da Geranium, adesso, prenotare è un’impresa. Da provare comunque per incontrare la perfezione nelle mani dello chef Rasmus Kofoed. In uno dei ristoranti con tre stelle Michelin più acclamati del mondo gastronomico, i menù sono quattro durante l’anno e variano con le stagioni. Østerbro, zona residenziale con molte aree verdi, tra le quali il più grande parco pubblico danese, il Fælledparken, impianti sportivi, lo stadio di calcio, spazi per lasciare i cani senza guinzaglio e un nuovo parco vicino alla popolare spiaggia di Svanemøllen. Sorge qui anche uno dei templi dell’interior design, Normann Copenhagen, in un ex cinema appena rinnovato. Al ristorante il percorso degustazione conta 5 appetizers, 5 piatti principali e 5 dessert. Da provare il grande cavallo di battaglia ““merluzzo marmorizzato”. Menù degustazione 330 €.
Alchemist
La riapertura che tutti aspettavano, l’Alchemist di Rasmus Munk, un ristorante decisamente “non convenzionale” in cui l’intera esperienza è fatta di giochi e realtà aumentate, sapori inediti ed esperienze mai provate, si trova nella zona industriale della città, Refshaleøen, in piena espansione, già conosciuta e rivalorizzata dal dinamico street food market Reffen – il più grande del Nord Europa, con tanto di spiaggette, mercatino artigiano e area concerti – e dall’area urbana dedicata alle start-up e all’innovazione. Grande novità dell’anno, il locale offre un’esperienza mai vissuta prima: la cena può variare dalle tre alle cinque ore e verranno proposti circa cinquanta “impressioni culinarie” come il cuoco le definisce, i piatti ma anche le luci che cambiano, proiezioni, musica e suoni, e ologrammi. Prima di prenotare munirsi di curiosità e apertura mentale per un pasto indimenticabile. Menù degustazione 330 €.
Ristoranti di Copenaghen: Jordnær
Fuori città, tra le verdi zone residenziali a nord della Capitale, nel piccolo borgo periferico di Gentofte questo recente ristorante piace per i suoi piatti sfrontati dalle forti spinte sensoriali di chef Eric Vildgaard. Già cuoco sulle navi, ex giovane ribelle tatuato, indovinate in quale ristorante lo chef ha avuto le sue prime intenzioni rivoluzionarie?. Al Jordnær Sala e vino sono nelle mani della moglie e brava sommelier Tina Kragh. Caviale e frutta tropicali, sapori orientali e giochi di cottura e d’impiattamento: si può anche assistere ad alcune preparazioni in cucina. Si mangia al pomeriggio e alla sera. Menù degustazione 220 €.
108
Anche lui, Kristian Baumann, ha lavorato a lungo nel Noma. Il suo nuovo Ristorante 108 ora ha successo a suon di fermentazioni, brodi e prodotti freschissimi provenienti da una delle vicine fattorie. Ecco in menu fiori, radici, succhi, erbe, incroci etnici e culturali. Nel Corner, beer e wine bar con concerti, eventi e degustazioni, si fanno spuntini con poco, nel ristorante degustazioni da 160 €, o l’interessante spuntino pre-teatrale delle 17 in tre portate da 53€.
Ristoranti di Copenaghen: Brace
È interessante la formula del giovane italiano Nicola Fanetti che nel suo Brace, in una grande casa d’epoca, unisce grandi esperienze fatte al nord con retaggi italiani. Un interessante gioco di contaminazioni fra le nostre ricette del nostro Paese e aromi e ingredienti e cotture della Scandinavia, come nella Carbonara con guanciale danese e formaggio Havgus. “Al Noma”, ha raccontato lo chef, “ho capito subito che non mi interessavano tanto le ricette, volevo capire il metodo, la filosofia, l’approccio. Quando comprendi il metodo, le ricette poi le costruisci da solo”. Interessanti e accessibili, i menu degustazione con i piatti del giorno che, a pranzo e a cena, partono da 66 €, senza i vini.
Ristoranti di Copenaghen: Sanchez
Anche lei è un’ex, celebre cuoca del Noma. Rosio Sanchez, la regina dei tacos a Copenaghen, ha aperto recentemente il suo ristorante omonimo nel quartiere Meatpacking District, alle spalle della stazione centrale. Incredibilmente creativi, i suoi tacos, tortillas, huevos rancheros e churros, ma anche gelati e ghiaccioli mediterranei, diventano spunti per sorprese, sperimentazioni con tanta verdura, pesce freschissimo e frutti di mare, formaggi locali. Quasi tutto bio. Per cene o brunch. Interessante il menu scelto dalla chef con 5 piatti del giorno (per tutto il tavolo) a 54 €. Prezzo medio 65 €.
Roxie
Vale la pena una sosta anche da Roxie, recente apertura risalente all’anno scorso, ristorante ospitato al pian terreno dell’albergo Herman K nelle mani del team dello stellato Kadeau, con un approccio però più leggero e una cucina variegata che spazia tra i vari paesi del mondo. Formula leggera ma con una cucina studiata in cui i diversi gusti delle diverse culture vengono uniti e condivisi tra i commensali: ostriche, maialino iberico, capesante norvegesi, carne di Wagyu giapponese, sono solo alcuni esempi di un menù degustazione da poter vivere a 60€ (con abbinamento vini 120 €). Centralissimo, se si viaggia con bambini o ragazzi da segnalare a due passi, uno dei più grandi negozi Lego d’Europa e il Museo dei Guiness dei primati.
Ristoranti di Copenaghen: Relæ
Nørrebro è il nome di uno dei quartieri più vivaci di Copenaghen, con l’affollata via Jaegersborggade, i locali, meraviglie artigiane come le sottili ceramiche di Inge Vincents e ristoranti, fra cui lo stellato Relæ di Christian Puglisi, con piatti italiani rivisti nello stile dei grandi chef (ma a un terzo del prezzo) e tanti prodotti dalle fattorie danesi. Un locale a sostenibilità certificata dai cibi bio alla gestione dei rifiuti, alle fonti energetiche utilizzate. Due menu del giorno a 46 €. Con sapore e creatività.
Kronborg
Trovate del tempo anche per il tradizionale brunch mattutino che senza alcun dubbio da Kronborg è speciale. Situato nel centro cittadino, qui si inizia la giornata a suon di smørrebrød, il panino di segale servito con aringhe al curry, uova sode, cipolle e capperi, anguilla affumicata con uova strapazzate o ancora polpette danesi con cavolo rosso e høost (formaggio locale molto stagionato). Ad accogliervi ci sarà il sorridente Walther Griesé, che sarà felice di illustravi la sua Danimarca più autentica servendovi i tipici snaps di acquavite. In pratica, uno degli indirizzi più tradizionali della città, dove gustare qualcosa di gustoso ed autentico. Si mangia nella antiche stanze ma anche all’aperto su piccoli tavoli da due, per un percorso completo optate per il menù da 40 €, dove compare uno squisito patè di fegato con pancetta, barbabietole e funghi. Ottimi spuntini sui 30 €.
Ristoranti di Copenaghen: Absalon
Più che un locale, un’idea. In piena Vesterbro, che è ancora la zona a luci rosse, ma anche un‘area riqualificata dove arrivano sempre più famiglie ricca di negozi vintage, mercati e street art, Absalon è un ex chiesa che ogni giorno alle 18 ospita le coloratissime cene collettive Støle. Il tema può essere la musica o il cabaret, la danza o l’arte. O il ping pong. Il costo è di 7 €, per prenotare, absaloncph.dk o sui loro attivissimi social.
Ristoranti di Copenaghen: Pompette
Sempre nel centro del quartiere di Nørrebro, il Pompette, con i suoi calici di vino naturale a 50 corone (6,7 €) e tra i posti meno cari in città. La scelta di vino al calici è la più ampia in città, ma c’è anche un negozio con ottime bottiglie di vino naturale a prezzi ragionevoli. Con vari spuntini di formaggi danesi e affettati (cambiano a rotazione) da fattorie e fornitori amici della zona. Calici e tapas da 6,70 €.
Grød
Per uno spuntino veloce, caldo, salutare e sostanzioso. A prezzi davvero non danesi nel centro del quartiere di Nørrebro. Propone vari tipi di colorato Porridge da asporto. Con tanto di frutta secca per arricchirlo e ciotole in ceramica per gustarlo. Porridge da 3 a 16 €.
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