Cronaca di un cammino in solitaria: l’organizzazione
di Niccolò Solini
Era maggio o giugno dell’anno scorso quando ho avuto l’idea che mi ha cambiato la vita.
Un viaggio, a piedi, zaino in spalla, da casa mia, Montepulciano nella provincia di Siena fino all’Austria.
Un viaggio lungo lo scheletro dell’Italia, toccando città meravigliose ed eterne, superando le antiche cime dell’Appennino e quelle più giovani delle Alpi.
Mi ricordo come fosse oggi l’esatto momento in cui ho preso la mia decisione, sdraiato sul letto, colpito e mezzo affondato dall’esito negativo di un mio piccolo progetto. Avevo capito in quel momento che il tipo di vita che avevo fatto non mi andava più a genio, che avevo voglia di respirare.
Ed è da quel momento che ho incominciato a respirare un’aria diversa, giorno dopo giorno, all’inizio tenue come una lieve corrente in un’afosa giornata estiva, poi via via sempre più fresca e frizzante a mano a mano che i giorni diventavano settimane, mesi e il 1 giugno 2019 si avvicinava sempre più, e con esso il giorno della mia partenza.
Era giunto il momento di fare sul serio! E qua iniziava la parte che più temevo, ben racchiusa dalla seguente domanda…
Cronaca di un cammino in solitaria: come si organizza un viaggio a piedi da Montepulciano all’Austria?
Premetto che non sono mai stato un viaggiatore.
Prima di questa avventura le mie esperienze di viaggio erano racchiuse in una manciata di viaggi in auto e un paio di esperienze da turista.
Si partiva da zero.
Prima di tutto, la grande sfida con me stesso è stata quella di mantenere il focus, continuando a dare energia alla pazza idea che mi aveva svegliato dal torpore durante il lungo anno che mi separava dal suo inizio, in mezzo agli esami universitari, al lavoro e alle beghe di routine giornaliera.
Poi dovevo per forza imparare qualcosa sui viaggi zaino in spalla, e io non sono un teorico!
Non riesco a imparare stando seduto davanti al pc o alla tv, ma devo prima vivere, e poi capire cosa ho vissuto. Mi sono quindi concesso un trekking in Abruzzo, di una giornata e poi un paio di giorni in Via Francigena a Capodanno con un caro amico, ben sapendo che tali esperienze sarebbero state ben poco, a confronto di ciò che mi aspettava.
Ma, in sostanza, esiste veramente un modo per prepararsi a una cosa simile?
Credo di no. Oltre alla fatica e alla capacità di adattarsi alle condizioni atmosferiche che possono variare anche molto in fretta, la parte fondamentale è rappresentata dalla determinazione e dalla capacità di andare giorno dopo giorno incontro all’obiettivo, ben sapendo che ci saranno anche momenti duri.
E su quelli ci si prepara vivendo!
Ma un viaggio del genere ha bisogno di preparazione fisica, sarebbe stupido fare finta che non sia così, anche se è la parte che, fin dall’inizio mi ha preoccupato meno. La giovane età, l’abitudine allo sport e alla vita all’aperto sono sufficienti nel mio caso, soprattutto perché ho scelto un percorso di trekking, privo di difficoltà tecniche proprie di percorsi di alpinismo.
Ben diverso è il discorso riguardo a quello che serve per creare quasi dal nulla un progetto simile: parlo dello scegliere l’abbigliamento, le guide alle quali affidarsi, la scelta del percorso e degli alloggi e, ultima ma non meno importante, in che modo condividere un’esperienza tanto grande.
Quindi, per chiunque avesse voglia di percorrere parte dei miei passi, oppure anche solo di dare un’occhiata alla mia avventura, ecco qua il capitolo primo: l’organizzazione!
Organizzazione del mio cammino in solitaria da Montepulciano a Rennweg am Katschberg
Premetto che questo viaggio per me non è una vacanza, ma piuttosto un’avventura. Questo è importante per spiegare alcune scelte fatte nella sua organizzazione, tra cui la ricerca della soluzione più economica a discapito di quella più comoda e quella di non utilizzare mai treni o pullman per accorciare le tappe, anche a costo di dover aggiungere alcuni chilometri.
ABBIGLIAMENTO
Se in Abruzzo ero andato con dei pantaloncini corti di jeans e a Capodanno con scarpe da ginnastica rotte, che durante il primo giorno di viaggio hanno anche perso la suola, obbligandomi a fare i conti con una fastidiosa infiammazione all’anca, qua serviva qualcosa di decisamente più professionale.
- zaino da 50 litri + zainetto anteriore da contrappeso e aumento volume tot disponibile.
- 2 paia di pantaloni lunghi trasformabili in corti con zip, un paio di pantaloni corti e un costume. 4 magliette a maniche corte, un pile e una felpa. Un Kway che potesse coprire me e i due zaini. 4 paia di calze da trekking.
- Un cappello e un paio di occhiali da sole da montagna. Crema solare
- Una borraccia da 2 litri.
- Un paio di scarpe da trekking ( tra modelli più solidi e pesanti e modelli più leggeri e meno resistenti ho scelto il secondo tipo, perché ho preferito essere più leggero, ma questa è stata una semplice scelta personale ). Un paio di scarpe da ginnastica per tratti pianeggianti e asfaltati. Infradito per doccia.
- 2 asciugamani in microfibra.
- Il sacco a pelo
- Federa per cuscino. Dettaglio che fa la differenza quando ci si trova a dormire in camerate per saccapelisti.
Questo è ciò che ho considerato l’equipaggiamento base. Ho scelto di rinunciare alla tenda per un paio di buoni motivi.
Il primo è che lungo il tragitto ci sono moltissimi alloggi a prezzi assolutamente ottimi, dal semplice donativo ai 15-20 euro dei BeB, per cui il risparmio della tenda mi sembrava trascurabile.
Il secondo è che ho preferito dormire in luoghi chiusi, perché si tratta del mio primo viaggio in solitaria e il dormire al chiuso mi trasmetteva un certo senso di sicurezza al quale, lo ammetto, sono stato restio a rinunciare. Come sopra, si tratta di una scelta personale, in quanto in alcuni tratti l’uso della tenda sarebbe stato davvero spettacolare.
GUIDE
Qua la scelta era tra l’acquisto di guide cartacee e l’utilizzo di tracce GPS.
Ho scelto di utilizzare esclusivamente le tracce GPS, senza alcuna mappa cartacea. E questo credo sia un passaggio fondamentale!
Affidarsi a dispositivi elettronici richiede una consapevolezza leggermente maggiore, mentre l’uso delle cartine aveva, per quanto mi riguarda, due aspetti negativi: il costo maggiore e il fatto di portare paginate e paginate di carta dietro con me ( come forse avrete capito, sono un po’ disordinato ).
A questo punto, per prima cosa si deve scegliere tra dispositivo GPS o l’uso del telefono adattato a lettore GPS grazie ad alcune app create a tal proposito.
Io ho optato per la seconda, e per farlo utilizzo l’app Locus Map.
Ecco una breve spiegazione sull’utilizzo dell’app.
Per prima cosa si scarica l’app dallo store ( nel mio caso, la versione gratuita, ma esiste anche una versione pro a pagamento ) e si scarica la mappa del territorio che si intende attraversare ( se non avete paura di pienare troppo la memoria, scaricate la mappe del paese intero). Successivamente si cercano in rete le tracce GPX dei percorsi, si scaricano e… Voilà, il telefono diventa la nostra guida. Si possono impostare entrambe le direzioni del percorso e la modalità guida, nella quale il dispositivo ci avvertirà se stiamo sbagliando strada.
Infine, credo sia fondamentale comprare un power bank per assicurarsi che la batteria abbia una durata sufficiente anche per le tappe più lunghe.
ESSENZIALI (PER ME)
Ogni volta che ti metti in cammino, qualunque sia il tuo viaggio, portati dietro un quaderno, se ami scrivere, o un blocco per gli schizzi, se ami disegnare. Oppure un semplice registratore per registrare pensieri, sensazioni e l’emozione del momento nella vostra voce. Le foto sono senza dubbio importanti, ma questo è il TUO viaggio, cerca di lasciare qualcosa di intimo per il te del futuro!
IL PERCORSO
Anche qua, sono partito da una conoscenza pressoché pari allo zero sulle strade che potevo fare per arrivare alla meta.
Sapevo che esisteva la Via Francigena, e che percorrendola potevo arrivare a Nord, fin sulle Alpi. Ed ecco qua la prima idea: a nord lungo la Francigena, passando per Massa, Lucca e poi verso la Liguria e poi tutta la corona delle Alpi lungo le vie alpine. Ma mi sono accorto quasi subito che sarebbe stato difficile.
Poi un amico mi ha consigliato di prendere la Via degli Dei da Firenze a Bologna ( ed è informandomi su questa che mi sono imbattuto in Simona e il suo blog) e da lì il tragitto si è praticamente disegnato da solo!
Non sto a raccontarvi tutti i passaggi che sono serviti per definire i dettagli, che pure mi hanno richiesto circa un mese, ma ecco qua il percorso intero, con i diversi Trekking e le Vie di Pellegrinaggio.
1,
Montepulciano stazione ( casa mia ) – San Quirico:
questo primo breve tratto composto di 2 tappe, lungo strade secondarie della mia terra, mi serve per entrare nella Via Francigena.
2. San Quirico – Gracciano D’Elsa:
Via Francigena
Da qua lascio la Francigena per passare a trovare un amico, poco fuori dal tragitto della Via. Arrivo a Poggibonsi e tramite una via secondaria entro nella Via Romea del Chianti, che unisce Siena a Firenze.
3. Firenze – Bologna: Via degli Dei
4. Bologna – Venezia: Cammino di S. Antonio
5. Venezia – Aquileia: Via Postumia.
Si tratta della più importante via Jacobea d’Italia, che congiunge il nostro paese al Cammino di Santiago, tagliando il Nord Italia da Aquileia a Genova. Inoltre, si unisce alle vie dell’est europeo dando origine ad un collegamento tra i principali cammini europei.
6. Aquileia – Valbruna: Cammino Celeste
7. Valbruna – Gmund: Alpe Adria Trail
8. Gmund – Rennweg am Katschberg: qua, come nel caso delle prime 2 tappe, sono su strade secondarie che in una mezza giornata di cammino mi porteranno alla meta.
Rapide considerazioni: questi sono tutti cammini religiosi, tranne la Via degli Dei e l’Alpe Adria. Sarò quindi identificato come pellegrino nei primi, e viandante nei secondi.
Nei cammini religiosi è necessaria la Credenziale per accedere alle strutture di accoglienza religiosa, quindi mi sono dovuto informare bene su come ritirare la credenziale. In alcuni casi, come il cammino di S. Antonio, la credenziale si può acquistare solo in luoghi specifici, in questo caso a Padova. Chiaramente per me arrivare a Padova solo per una credenziale era fuori discussione, quindi ho dovuto farmela spedire per posta ad un indirizzo intermedio del percorso, perché ormai non facevo in tempo a farla arrivare a casa per il giorno della partenza.
Quindi, organizzazione! Sembra un dettaglio, ma avrebbe potuto essere un problemino!
GLI ALLOGGI
Quando si organizza un viaggio come questo, ci sono numerose possibilità di alloggio.
La mia idea originale era quella di cercare ospitalità nei luoghi dove sarei arrivato, chiedendo semplicemente alloggio alla gente che avrei incontrato, ai bar, al ristorante, agli alimentari, magari in cambio di un lavoretto intorno casa, o di pulizie, o magari di una bella storia. Ho rinunciato a malincuore, preferendo avere un po’ di sicurezze in più, sempre per la questione del “primo viaggio in solitaria”, ma ammetto che questa idea continua ad avere su di me un fascino incredibile, proprio perché in me incarna l’idea dell’avventura e del contatto vero con la gente del posto.
(breve specifica: esiste un’app che facilita questo, si chiama Couch Surfing. Se siete interessati, vi lascio scoprire come funziona da voi )
Esiste poi l’alternativa tende, che può offrire ottime soluzioni, sapendo però che in Italia è vietato campeggiare in aree non adibite (ma campeggiare significare mettere la tenda per almeno 48 ore, quindi in realtà non ci sono delle disposizioni così chiare, come spiega bene Simona qui Campeggio libero: dove, come e perchè?). Ci sono comunque campeggi e strutture che permettono di piantare la tenda all’esterno a prezzi modici.
Esiste la possibilità di usufruire dell’accoglienza parrocchiale riservata ai pellegrini muniti di credenziale ( ecco l’importanza di informarsi in anticipo ), che praticamente in tutte le tappe chiede una semplice offerta per il pernottamento e, in alcuni casi, addirittura un’offerta anche per la cena. Si tratta sicuramente di una soluzione economica, ma non aspettatevi i confort di un Hotel! Anche perché, laddove il turista pretende, il pellegrino ringrazia.
Ogni tappa di ogni cammino presenta anche varie strutture non religiose per il pernottamento, dai BeB, agli affittacamere, agli hotel, in base alla disponibilità o alla volontà di spendere. Ricordo che nella Via degli Dei e nell’Alpe Adria non sono presenti strutture di accoglienza religiosa.
Tutti i cammini offrono nel loro sito la sezione: lista Accoglienze, o alloggi, o strutture di pernottamento ( insomma, una sezione in cui presentano un elenco di strutture consigliate per il pernottamento ). Sarà quindi sufficiente scegliere il tipo di struttura in base ai nostri standard di comfort e prezzo e contattare la struttura con l’anticipo necessario per assicurarsi un posto libero. È bene ricordare che alcuni cammini stanno vedendo un vero e proprio boom sulla scia del successo del Cammino di Santiago e della Via Francigena, per cui si rischia di trovare le strutture occupate.
Chiaramente nulla vieta di fare il percorso scegliendo semplicemente di fermarsi quando non si ha più voglia di camminare e informarsi sui luoghi ove è possibile dormire in quel posto.
Nel mio caso il risparmio è stato un parametro fondamentale, per cui ho subito rinunciato a tale idea, che credo possa invece essere perfetta per molte persone, soprattutto in viaggi più brevi, MA SEMPRE DOPO AVER CONSULTATO LA MAPPA E L’ITINERARIO, per accertarsi della presenza di un centro abitato nelle vicinanze.
Laddove presenti, io ho optato sempre per le strutture di accoglienza religiosa, sia per il risparmio rappresentato dal donativo, sia perché rappresentano quell’idea di Accoglienza che ho scelto di sperimentare in questo viaggio.
E dopo tutto questo…. Ci siamo!
Ad ogni mi restano solamente pochi giorni prima della partenza e mi rimane adesso soltanto da dirvi i miei perché!
L’Austria per me rappresenta un posto molto particolare. Come detto, non sono un viaggiatore esperto, ma ho già avuto la fortuna di incontrare esperienze speciali nella mia vita, tra cui un meraviglioso corso improntato sulla riscoperta dei 4 elementi presenti in noi.
Tale esperienza prevedeva, tra le altre, la camminata e la danza sul fuoco e la meditazione sulla neve e nelle acque di un fiume gelido. In quelle montagne austriache ho toccato con mano cosa può fare il corpo se la mente è disciplinata, quanto la vita sa essere meravigliosa se manteniamo viva in noi la voglia di avventura!
E, tornato poi alla vita quotidiana, il seme di quei meravigliosi giorni ha cominciato a germogliare dentro di me, finché, guardandomi intorno ho sentito l’irresistibile impulso a vivere la vita in maniera diversa, a scegliere la libertà oltre ogni cosa, come guida in ogni istante della vita quotidiana, e non solo come lontano obiettivo nel futuro.
Ho incominciato a vedere che libertà significa essere pronti a rinunciare a ciò che siamo stati finora per buttarsi alla scoperta di qualcosa di nuovo, che non conosciamo e che non possiamo ancora dire dove ci porterà, con gli occhi pieni della curiosità del bambino che scopre la vita.
Nella mia vita era tornati i colori, e quale miglior modo per festeggiare, se non quello di ripercorrere la strada che mi aveva portato di nuovo a me stesso, ma questa volta nel modo che sento più mio, scoprendo lentamente e in profondità la natura della mia terra, ripercorrendo quelle strade che in migliaia hanno percorso in migliaia di anni?
Questo è il mio viaggio, un modo per dire grazie alla vita, per celebrare quella magia di cui per troppo tempo avevo dimenticato l’esistenza e per diventarne parte, esploratore e narratore.
Niccolò Solini, nonostante non abbia la frangetta e non sia neppure una ragazza (ve ne siete accorti per caso?)… è l’autore di questo post e il protagonista di questa esperienza. Potete seguire la sua avventura sul suo profilo instagram e fargli tutte le domande che volete (dice).
Se volete scrivergli una mail invece: fringeintravel[@]gmail.com
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