Cosa fare a giugno a Londra

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L’unica a essere ferma, sul Tamigi, è proprio l’operazione Brexit, votata il 16 giugno 2016 e, dopo tre anni di trattative, in pieno stallo: l’ultima proroga concessa da Bruxelles arriva al 31 ottobre, anche se il governo britannico annuncia sviluppi per luglio. Anzi, l’uscita dall’Ue che pareva dover allungare la distanza tra il Regno Unito e il continente, dopo aver fatto traslocare agenzie europee e filiali bancarie, è quasi una calamita. Tutti corrono a prenotare. Per il brivido di attraversare ancora la frontiera senza passaporto. Per sfruttare la sterlina debole, o per timore che l’intera Gran Bretagna autarchica vada incontro a una crisi sociale e politica epocale, come annunciano i più catastrofisti. Da aggiungere l’entusiasmo mondiale per il nuovo Royal Baby e, in generale per la Royal Family, che a giugno celebra due riti fondamentali: il compleanno ufficiale della regina Elisabetta, il 9, con una grande parata in centro, e la più famosa corsa ippica al mondo, la Royal Ascot, il 22, celebre per i cappellini delle signore e la concentrazione di sangue blu. Morale: la capitale si conferma tra le destinazioni più scelte d’Europa secondo il portale di prenotazioni eDreams e quello di recensioni TripAdvisor. Economica (Easyjet vola da Malpensa a London Luton da 31.79 € a tratta; British Airways collega Roma Fiumicino a London Heathrow da 95 € a tratta), e tra le più effervescenti, con la sua giostra di locali appena aperti, nuovi eventi e quartieri rinati.

Londra: l’età del carbone

Un esempio? Somers Town, vicina al centro, ma sconosciuta ai più fino a una decina d’anni fa. Nascosta fra gli scali ferroviari di Euston e King’s Cross, scoraggiava per la desolazione dei luoghi, mentre poco lontano sorgevano enormi depositi di carbone dismessi. I londinesi altolocati conoscevano queste strade solo perché ci si potevano andare a buttare i mobili delle loro case georgiane, passati di moda. Eppure, tra ‘700 e ‘800, in questo sobborgo abitò gente come Charles Dickens (1812-1870), le cui descrizioni dei vicoli sordidi di Londra furono ispirate alla zona. Somers Town accolse anche i francesi in fuga dalla rivoluzione e, in tempi più recenti, il Nobel per la letteratura Doris Lessing (1919-2013).FI_Londra-WE

Oggi la zona è ambita, come ha sancito anche un’inchiesta del quotidiano The Guardian, proprio per il suo village feeling: l’atmosfera e la qualità di vita di una città nella città che la mette in cima alle richieste di giovani e famiglie in cerca della prima casa. Il fatto che Oxford Circus sia a dieci minuti di cammino non cambia l’anima di un luogo dove il mercatino del venerdì a Chalton Street resta un dovere, e dove ogni luglio lo START, il festival di Somers Town, riunisce il quartiere con tanti eventi di musica, arte e cultura. Inoltre la vicinanza delle enorme stazioni – a cui si aggiungerà la futura HS2, l’alta velocità che collegherà Londra con Birmingham, Manchester e Leeds  – si è trasformata in un plus. Non solo perché la rende facile da raggiungere, ma perché binari e banchine la proteggono da caos e cantieri. In zona per dormire, provare The House of Toby, hotel moderno in un vecchio pub a cinque minuti da King’s Cross e da Coal Drop Yard (doppia da 116 a 186 €), il Park Avenue Baker Street, townhouse georgiana a due minuti da Regent’s Park e a dieci da Oxford Street (doppia da 207 a 260 €) o, più raffinato (e costoso), il Megaro, raffinato rifugio dietro St. Pancras, con un bar speakeasy  ideale per gli aperitivi suite come un sogno di design (doppia 265 , suite 354 €).

Londra: dal barbecue a Leonardo

E la nomea di zona residenziale senza grandi distrazioni? Da rivedere. A ovest, Somers confina con Regent’s Park, con i suoi 166 ettari una della più estese aree verdi in città, dove dal 19 al 23 giugno scatta Taste of London, festival gastronomico con grandi tavoli comunitari, corsi di cucina, cocktail e gli stand dei migliori chef in città.

Dall’altra, proprio due grandi depositi vittoriani del carbone dello Yorkshire, che un tempo riscaldava le case londinesi, sono diventati lo scorso Natale Coal Drop Yard. Lo spazio coperto, oggi tra i più frequentati in città, offre negozi, pub, foodtruck e meraviglie come Hicce, dove Pip Lacey e Gordy McIntyre realizzano piatti al momento (come indica la locuzione hicce, nel latino medievale), usando per le loro carni e le verdure al vapore solo barbecue di legna e carbone di leccio. Lacey crea menu ispirati ai suoi viaggi, McIntyre propone vini biodinamici, birre artigianali e cocktail (la domenica, Sunday roast con mint sauce (salsa alla menta), prezzo medio 47 €). Poco lontano, ecco The Granger, aperto dallo chef australiano Bill Granger, con libri e trasmissioni televisive al suo attivo (fantastico il yellow fish curry, non accetta prenotazioni, prezzo medio 41 €). Intanto la Central Saint Martins College of Art and Design, la scuola di moda e design più famosa d’Europa, si è trasferita nel 2011 proprio a King’s Cross, con il suo seguito di studenti e creativi. La loro base è il German Gymnasium in un’ex palestra, indicato per il classico Butcher plate, il piatto del macellaio, con tre tipi di carne grigliata, e per le sue serate jazz (prezzo medio 47 €).

Quanto alla cultura, a Euston Road, nei pressi della stazione di St. Pancras (al St. Pancras Renaissance Hotel si dorme in un edificio gotico con soffitti decorati in oro e uno scalone grandioso, le camere nella Barlow Wing sono molto spaziose, doppia da 307 €) ha sede la British Library, la più grande biblioteca del mondo, con oltre 150 milioni di documenti. Qui, dal 7 giugno all’8 settembre, sono in mostra i quaderni di appunti di Leonardo da Vinci, e fino al 7 luglio The New Londoners è la mostra fotografica di Chris Steele Perkins, con i ritratti dei nuovi londinesi, provenienti da 200 Paesi. Sono il simbolo di una città da sempre aperta al mondo. Brexit o non Brexit.

Per ogni altra informazione: Visitlondon.com e Visitbritain.com

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