Bulgaria, viaggio alla scoperta dei monasteri ortodossi

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Un monaco recita la cantilena dei Vespri, nella luce incerta delle candele. È Epifanji, archimandrita e unico residente del monastero di Rozhen. Una sera, un gruppo di balordi in cerca di tesori lo ha malmenato, legato e rapinato del suo vecchio cellulare. Altro non c’era. Non era così un tempo, quando Rozhen era un ricco monastero, riferimento anche per la vicina Melnik, famosa per il commercio di vino con tutta Europa e che ora conta solo 300 abitanti. In tutto il Paese restano circa 160 monasteri, alcuni ridotti per mezzi e monaci, altri invece ancora vitali. Circondati da panorami mozzafiato, spesso in magnifico isolamento, con caratteristiche molto diverse l’uno dall’altro, in passato erano centri importanti non solo dal punto di vista religioso, ma per economia e cultura. Come testimoniano architetture e affreschi. Visitarli è un po’ ripercorrere la storia e la spiritualità della Bulgaria. Un percorso che porta nel cuore del Paese, tra piccole città, come Plovdiv, Veliko Tarnovo e Tryavna, dove scoprire anche artigianato, gastronomia locale e ottimi vini.

Bulgaria, alla scoperta dei monasteri ortodossi

Punto di arrivo e di partenza è la capitale Sofia. Oltre all’inevitabile visita all’imponente Cattedrale Aleksandr Nevski, vale la pena raggiungere la piccola, decentrata, chiesa bizantina di Bojana, iscritta nelle liste dell’Unesco. Un gioiello immerso in un giardino di alberi secolari, che sembrano proteggerne la sacralità. La parte più antica risale al X secolo, mentre i preziosi affreschi sono del periodo pre-rinascimentale. Quasi un’introduzione alle successive scoperte. Tra queste il Monastero di Rila, uno dei più grandi e organizzati, dove si può trascorrere la notte. Un complesso impressionante dalla storia secolare, tra le montagne, a circa 1.200 metri di altezza.

Chiese rupestri e valli selvagge

Il monastero di Backovo, nella gola del fiume Chepelare, regala il fascino della vita quotidiana, oltre che memorie storiche. Affascinanti anche le ascetiche chiese rupestri nella regione di Ivanovo, scavate nei costoni di una valle remota e selvaggia. È grazie a queste comunità monacali che l’identità culturale bulgara è sopravvissuta a cinque secoli di dominio ottomano. I conventi giocarono poi un ruolo fondamentale di sostegno alla Rinascenza nazionale, alla fine dell’Ottocento. Un miracolo di “resistenza” in funzione anti turca e anti ingerenza greca nelle questioni ecclesiastiche. Un processo di liberazione a tappe, cominciato con l’insurrezione dell’aprile 1876 e concluso nel 1908, ancora adesso molto sentito. Oggi, tutelati e restaurati, molto amati dalla popolazione, i monasteri sono meta di visite e pellegrinaggio.
Per una panoramica dei luoghi descritti, ecco la nostra gallery.
Per informazioni su come raggiungerli:  www.bulgaria.it , www.bulgariatravel.com , www.bulgariamonasteries.com e I Viaggi di Maurizio Levi: www.viaggilevi.com



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