Le colline del Prosecco tra storia e natura

Cosa sarebbe l’Italia senza i vigneti? Secoli dopo secoli l’uomo, alla maniera del Piccolo Principe, ha addomesticato colline e tappezzato pianure, così creando un paesaggio “fatto” a mano.

Tra queste opere dell’ingegno umano spiccano le colline del prosecco ricamate dai filari, discese scoscese, paesini pittoreschi, aziende, cantine, arte, cultura, cucina e ovviamente buon vino.

Senza generazioni di agricoltori e vignaioli, che hanno strappato la terra ai rovi e ai boschi per impiantare le vigne, non vedremmo queste colline così dannatamente ricche e affascinanti e non berremmo quelle bollicine amate in mezzo mondo. In tutto il mondo.

# Le colline del Prosecco di Conegliano

Le colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, poi, sono l’itinerario ideale per l’enoturista che vada alla ricerca di vini e prodotti d’eccellenza e allo stesso tempo voglia scoprire borghi storici e bellezze naturalistiche. Il territorio è un luogo affascinante, ideale da visitare in qualsiasi periodo dell’anno ed offre degli angolini di storia e natura veramente incredibili.

  • La Pieve di S.Pietro, splendida opera di epoca longobarda, fu eretta intorno all’anno mille ma già fin dal VII e VIII secolo rappresentava il luogo di incontro dei fedeli che affluivano per le numerose funzioni religiose, ad esempio la Pieve era l’unica ad avere il privilegio di possedere il fonte battesimale. L’esterno presenta un ampio porticato decorato con numerosi affreschi; tra questi il celebre “Cristo della domenica” offeso dai lavori compiuti nel giorno di festa. Tra gli strumenti del lavoro compaiono anche quelli legati ai lavori del vino.
  • Il Molinetto della Croda invece rappresenta uno dei più suggestivi angoli della Marca Trevigiana. Nei suoi quasi quattro secoli di storia ha ispirato artisti e incantato migliaia di visitatori. Appena si abbandona il parcheggio e ci si avvicina alla cascata si entra completamente in un’altra realtà, quasi da racconto di fate e folletti. La struttura è risalente all’XI secolo e sorge sulle rovine di un tempio costruito a inizio ’600 che conserva ancora oggi un grande mulino, visitabile.
  • Il pentagono d’oro del Cartizze è un anfiteatro naturale di 107 ettari ai piedi del monte Cesen vicino alla città di Valdobbiadene. Qui si genera un microclima ideale, per la coltivazione del Glera, che conferisce caratteristiche organolettiche uniche al vino, infatti non si hanno più basse e dolci colline, ma ardite discese, che quasi richiamano la montagna. Cartizze è dunque un luogo prima di essere una denominazione legata al vino.

# Treviso

Treviso è una città da visitare in ogni stagione, con il passo lento di chi vuole assaporarne ogni angolo, scoprirne scorci originali, respirarne la tranquilla vita cittadina.
I due fiumi, Sile e Cagnan, di dantesca memoria, s’insinuano tra le vie e donano un fascino unico al centro storico racchiuso dalle antichissime mura. Le case porticate con le belle facciate affrescate che si riflettono sul canale dei Buranelli raccontano lo stretto legame di Treviso con le sue acque che richiamano la più ben nota Venezia, ma senza caos e turisti chiassosi.

Cuore della città e luogo di incontro dei trevigiani sono, nella sua anima, appunto. veneziana, i bacari dove assaggiare i tipici cicchetti accompagnati da prosecco o spirtz. Quello vero.

  • Osteria della Gigia: conosciuta ed apprezzata per le leggendarie mozzarelle in carrozza chiamate familiarmente “mozze” dai trevigiani. Da assaggiare nelle due versioni al prosciutto e all’acciuga.
  • AcquaSalsa: affacciato sul più gradevole angolo della pescheria, è un vero e proprio bacaro. Paradiso della cicchetteria, offre una gustosa cucina incentrata sulle crudità del mare, con un menù che si rinnova a cadenza quindicinale, seguendo la stagionalità dei prodotti freschi e la fantasia dello chef.

  • Hostaria Dai Nanetti: da provare il vasto assortimento dei salumi tipici della tradizione veneta, dalla sopressa alla porchetta trevigiana. Accompagnati assolutamente da bollicine locali.

  • Le Beccherie: è un luogo che è sintesi perfetta fra storia, tradizione e recupero innovativo, soprattutto è la patria del Tiramisù che comparve per la prima volta sul menù nel 1971. Nel 2010 la ricetta originale de Le Beccherie è stata depositata con atto notarile presso l’Accademia Italiana della Cucina.

# Dove dormire

L’ Hotel Ca’ del Poggio dalla sua posizione privilegiata domina le colline del Prosecco Superiore Docg Conegliano Valdobbiadene, da qui lo sguardo spazia a perdita d’occhio su un panorama sconfinato. E’ un resort a 4 stelle ideale per un dolce rifugio nella natura, un luogo insolito per rigenerarsi lontano dalla quotidianità. Dotato di una vasca idromassaggio con vista colline, ma soprattutto di un ristorante con specialità di pesce: da qui il motto della struttura “dove il prosecco incontra il mare”, adatto a quanti amano i piaceri di una tavola aristocratica, ricca dei profumi veri del mare adriatico, arricchita da una sapienza gastronomica acquistata in lunghi anni di seria professione.

Altra particolarità di Ca’ del Poggio è una salita della lunghezza di 1,3 km, interamente asfaltata, con pendenza media del 15% e punte del 19%, che spesso è tappa fissa del Giro d’Italia.

# Tour in Cantina – Ca’ di Rajo

Non si possono visitare le colline del Prosecco senza un calice tra le mani, una degustazione e una passeggiata tra le vigne. A poca distanza da Conegliano si trova la cantina Ca’ di Rajo che propone dei wine tour tra vigneti, vini autoctoni e architetture uniche: come la chiesetta del Carmine del 1300 e una torre del X secolo. Secondo un’antica leggenda, nelle notti di luna piena, il Diavolo scende a Rai mettendo un piede sulla diruta torre e l’altro sull’antico campanile della chiesa. E’ perfettamente inutile chiedersi perché mai dovrebbe farlo. Ad oggi, poi, non è rimasto più nulla del castello tranne uno scorcio di muro della torre centrale. La chiesetta del Carmine invece si è conservata in buono stato, pur subendo diverse inondazioni, dell’acqua del Piave nel corso dei secoli, ed è visitabile nei wine tour.

Ma il grande punto di unicità di questa azienda è la coltivazione della vite a Bellussera; simbolo dell’ingegno dell’uomo, è un antico metodo di allevamento della vite posizionato a 2,50 metri da terra. Sistema diffuso in Veneto ed andato in disuso. Ca’ di rajo ne preserva con passione la memoria ricavando parte della sua produzione da questi vigneti. La cantina è impegnata anche nella tutela di vitigni rarissimi come Manzoni Rosa e Marzemina Bianca ed è l’unica realtà a spumantizzare questi due vitigni.

I vari wine tuor proposti da Ca’ di Rajo uniscono l’aspetto storico-architettonico e naturalistico, con una passeggiata sotto la Bellussera, con ottime degustazioni dei loro migliori vini, come il raboso, ispirato alla leggenda della chiesa del Carmine o al particolarissimo Manzoni Rosa, oltre a verticali di prosecco.



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