L’aereo atterra a Tirana (unico aeroporto attualmente presente nel paese), ma non è la vivace e caotica capitale albanese la protagonista di questo viaggio. Si noleggia un’automobile in uno dei rent a car fuori dall’aeroporto e poi si va dritti in direzione Kruja. Antica capitale del regno albanese e patria di Giorgio Kastriota Skanderbeg, il più grande eroe nazionale di tutti i tempi, Kruja è un gioiellino arroccato sulla montagna, perfetto da visitare in una giornata.
Si superano i negozi di souvenir del vecchio bazar (dove è impossibile non rimanere ammaliati dal movimento delle mani delle donne che lavorano con maestria i tessuti al telaio) e si prosegue verso il Castello di Kruja. Il consiglio è di prendersela comoda e indugiare tra i vicoli di pietra medievali, abitazioni tradizionali e resti di antiche mura.
Si ordina un caffè (turco, ovviamente) da Kruja Hospitality, antica casa ottomana trasformata in welcoming center, ostello, bar e ristorante, dalla cui terrazza si ammirano magnifiche viste sulla vallata circostante, e poi si entra nelle sale del Museo Skanderbeg. Il biglietto d’ingresso costa 200 lekë (circa 1,50€), una cifra irrisoria per uno dei centri d’arte più importanti del paese. Progettato dalla figlia e dal genero del dittatore Enver Hoxha e inaugurato nell’82, il museo custodisce al suo interno repliche di armamenti del ‘400, statue gigantesche e quadri che riproducono le battaglie del grande condottiero Skanderbeg, strenuo difensore della fede cristiana, contro gli ottomani.
Le città storiche e i castelli
La notte si passa all’Hotel Panorama Krujë , dalle cui camere si ammira una vista incomparabile sul castello e sulle montagne circostanti. La mattina ci si sveglia con il canto del muezzin: proviene dalla Moschea del Mercato situata all’inizio del bazar. Una colazione veloce sulla terrazza panoramica dell’hotel prima di imboccare la strada che conduce a Lezhë (Alessio, in italiano), altra città storica albanese, altro luogo legato al mito di Skanderbeg che, nel 1444, fece riunire qui gli allora principi albanesi per combattere la minaccia ottomana e dove morì nel 1468.
Una visita al Castello di Lezhë, da cui si ammirano viste sull’omonima città e persino sulla costa adriatica, prima di dirigersi verso il villaggio di Fishtë, per una sosta di gusto all’Agriturismo Mrizi i Zanave , dove si assapora una raffinata cucina a km zero, dall’antipasto al dolce, da annaffiare con un bicchiere di Kallmet, vitigno locale da cui si produce uno dei vini più prestigiosi della penisola balcanica (e non solo).
Labirinti di sorprese
La strada prosegue verso nord, direzione Shkodra (Scutari, in italiano), in passato uno dei più importanti centri culturali e commerciali dei Balcani, nonché, durante l’impero ottomano, sede dell’omonimo vilayet (il termine vilayet indica le suddivisioni amministrative dell’impero ottomano). Tutta la città è un labirinto di sorprese. Allora non resta che farsi trasportare, camminando lentamente e andando alla scoperta dei principali punti di interesse. Si attraversa la Pedonalja, il lungo viale pedonale che taglia in due il centro, su cui si affacciano edifici storici tra cui il Museo Marubi, interamente dedicato alla fotografia.
Chiese e moschee
Il museo è ospitato nello studio fotografico fondato nella seconda metà dell’800 dall’italiano Pietro Marubi, naturalizzato albanese, scappato dall’Italia nel 1856 a causa di un suo coinvolgimento nell’attentato all’allora sindaco di Piacenza e giunto a Scutari, dove trovò rifugio. Nei pressi della Pedonalja meritano una visita anche i tre principali edifici religiosi della città, la Grande Moschea, la Chiesa ortodossa della Natività di Gesù e la Cattedrale cattolica di Santo Stefano, che fanno di Scutari una sorta di piccola Gerusalemme albanese.
La città dà il nome al lago più grande dei Balcani, il Lago di Scutari, che l’Albania condivide con il confinante Montenegro. È un vero paradiso per gli appassionati di natura e avventure all’aria aperta. Escursioni, kayak, passeggiate, gite in barca, pesca, nuoto o bird watching, sono tutte attività che si possono fare qui. Il tramonto si gode dal Castello di Rozafa, uno dei siti archeologici più importanti dell’Albania, la cui storia è legata alla leggenda di Rozafa, moglie di uno dei costruttori del maniero. La giovane sposa si sacrificò per obbedire alla profezia di un vecchio saggio, facendosi murare viva all’interno dello stesso castello, ma chiedendo di lasciare libera metà parte del corpo e un seno, così da poter allattare e cullare il figlio appena nato.
Design e colazioni tipiche
Per avere il piacere di risvegliarsi in una tradizionale abitazione ottomana, si sceglie una delle camere dell’Hotel Tradita , albergo, museo e ristorante situato in Rruga Edith Durham, la via intitolata alla grande viaggiatrice, scrittrice e artista inglese che a inizio ‘900 viaggiò da sola nei Balcani e soprattutto nel nord dell’Albania.
Design tipico albanese e finestre che affacciano su una rigogliosa corte interna. Al mattino si fa colazione con miele, formaggi albanesi e halvë, un dolce tradizionale a base di sesamo. Si imbocca la strada SH25, sinuosa come un serpente (e in certi punti piuttosto dissestata), che, superato il paesino di Vau Dejës, conduce al terminal da cui partono i traghetti che attraversano il Lago di Koman.
Teatri di vette e rilievi
Creato artificialmente alla fine degli anni Settanta, a seguito della costruzione dell’omonima diga idroelettrica, il Koman è una scenografia di vette e rilievi: maestose pareti rocciose che si riflettono in uno specchio di acqua limpida dove nella bella stagione ci si tuffa. Nel punto in cui oggi scorrono le acque del lago, dove confluiscono i fiumi Drin, Shala e Valbona creando magnifici scenari, un tempo c’erano una serie di piccoli villaggi.
La compagnia Komani Lake Ferry Berisha organizza sia la traversata che da Koman conduce al villaggio di Fierzë, da cui poi si prosegue verso il Parco Nazionale di Valbona o il Kosovo, sia escursioni lungo il lago fino alla Guesthouse Marku, dove si pranza con menù a base di piatti tradizionali, si fa kayak e si raggiunge il fiume Shala, uno degli ultimi paradisi naturalistici d’Europa.
È in questo angolo sperduto nel cuore dei Balcani, che termina il viaggio. Lo spettacolo è da togliere il fiato: profonde gole, ripidi pendii e spiagge di sassi bagnate da acqua cristallina che sfuma dall’azzurro al verde. Sullo sfondo, maestose montagne che il tramonto colora lentamente di arancione.
Per info, rivolgersi a Albania – Go Your Own Way
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