Le montagne, alte e granitiche, risplendono in fondo alla valle di bagliori grigi. Dentro e sotto, a chi quelle stesse montagne le voglia scoprire da speleologo, nascondono filoni della ricercatissima pietra ollare. I fiumi di due sillabe – il Lino e il Mera – hanno il greto di sassi cinerini che solleticano l’acqua con schizzi e rimbalzi; i tetti delle case sono in «piòte» di un’ardesia uniforme che, pietra dopo pietra, disegnano una strada dissestata nel cielo; le vie dei centri storici sono pavimentate in «sanfedelino», quello stesso pavé antracite di cui sono lastricate Piazza della Scala a Milano.
A vederla la prima volta la Valchiavenna esibisce questa cromìa monotona, opaca e ruvida, come i grembiuli dei pizzicagnoli che vendono la brisaola (attenzione al cambio di vocale rispetto alla Valtellina, perché non si chiama bresaola qui!). All’apparenza chiusa in una sua vena intima, per chi ha voglia di scoprirlo il paesaggio si apre pian piano rivelando cieli di un azzurro strepitoso, laghi turchesi e prati verdissimi. Si apre a confidenze, suggerendo ville, chiostri, giardini. E a chi davvero, pedalando, si avvicina e addentra nella sua natura con gli occhi del cuore, la Valchiavenna mostra il suo di cuore, fatto di crotti (le cavità naturali dove spira il «sorèl», una corrente d’aria a temperatura costante di 8 gradi), marmitte (i pozzi glaciali fatti di catini comunicanti) e imponenti cascate (quelle a doppio salto di Aquafraggia). Per scoprirela in un week end: noi ci siamo stati in bicicletta.
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Weekend in bicicletta (per tutti) in Alto AdigeDel resto cosa c’è di meglio che esplorare un territorio divertendozi, allenandosi, procedendo sulle sue strade, attraverso le sue montagne? Ne sa qualcosa Elia Silvestri ventottenne ex campione italiano Under-23 di ciclocross nel 2011 e 2012 che ora, a Piuro, mette a disposizione la sua esperienza sportiva e il suo parco ebike per condurre i turisti alla scoperta del territorio, lungo tutti i 42 km di ciclabile della Val Chiavenna e anche più su, fino a Campodolcino ma anche oltre, fino al magico Montespluga, che segna il confine svizzero, in quel territorio transfrontaliero di alte vette, silenzi e bellezza.
I primi chilometri: tra giganti e antichi paesi
Partiamo in bici da Prosto, famoso per gli omonimi biscotti, di cui la ricetta è gelosamente tenuta segreta dalle giovani mugnaie che l’hanno ricevuta in eredità dalla loro madre e nonna. Ma soprattutto, a Prosto, c’è l’atelier museo di Roberto Lucchinetti, unico artigiano della pietra ollare che spiega questa affascinante materia – che veniva lavorata già in epoca romana – direttamente nelle stanze del laboratorio in cui la taglia, la modella e la incide. La pietra ollare è costosissima – gli oggetti venivano addirittura citati nei testamenti come eredità, racconta Lucchinetti -. E non c’è di meglio per la cucina: uno scritto del 1746 cita: «In queste pentole di pietra i cibi cuociono più in fretta e meglio che in altre fatte in ottone, rame o altro metallo; inoltre i cibi mantengono la loro naturale fragranza e non vengono inquinati da sapori estranei».
Sempre a Prosto, dentro a un bosco di latifoglie che percorriamo in bici, ci si ferma al cospetto delle Marmitte dei Giganti, fenomeni geologici che sembrano intrecciati con la magia: grandi buche circolari, più o meno profonde, scavate nella roccia dall’acqua di fusione dei ghiacciai. Ma soprattutto, a Prosto, c’è il Crotto Belvedere, che oggi è un’osteria con cucina valchiavennasca tipica, ma conserva tutto il sapore autentico del crotto adibito a stagionatura di formaggi e salumi e conservazione dei vini, dove soffia costante una corrente di 6/8 gradi sopra lo zero. Poco lontano c’è Palazzo Vertemate Franchi, una elegante dimora rinascimentale con importanti saloni affrescati da scene mitologiche e soffitti lavorati in legno di cirmolo. Anche l’orto esterno è bellissimo e ha pure una peschiera dove guizzano le carpe.
A Borgonuovo, sulla sponda destra del fiume Mera e proprio davanti alla pista ciclo pedonale della Valchiavenna, ci sono i ruderi di Belfort, l’antico borgo distrutto da una catastrofe nel 900 d.C. La chiamano «la Pompei delle Alpi» e attualmente si svolgono concerti estivi e rappresentazioni teatrali organizzate dall’associazione addetta agli scavi. Pedalando ancora, ci si trova improvvisamente al cospetto di un altro monumento naturale: le Cascate dell’Acqua Fraggia, che con il loro doppio salto fragoroso rilasciano quella nebulizzazione piacevole sulla pelle, che inumidisce e deterge il viso. In questo paradiso d’acqua che scende e si estende lungo entrambi i fianchi del torrente, in molti vengono per il pic-nic o semplicemente per godersi lo spettacolo di quella precipitazione ipnotica, in un angolo di natura ancora selvaggia.
Chiavenna
Fulcro centrale dell’omonima valle è Chiavenna, situata all’imbocco delle vie che salgono ai passi dello Spluga e della Maloja. Chiavenna ha un cuore liquido pulsante – il fiume Mera – e regala scorci bellissimi tra piazze e fontane, antichi palazzi e strette viuzze. Degna di visita, a Chiavenna, è la Collegiata di San Lorenzo con il suo battistero, il cui fonte battesimale scolpito nel 1156 è naturalmente tutto in pietra ollare.
Pedalando in direzione Novate Mezzola e concedendosi il piacere di una incantevole navigazione sul lago, si raggiunge un altro luogo sacro, un gioiello in miniatura e stavolta immerso completamente nella natura: il Tempietto di San Fedelino, una delle più antiche testimonianze di romanico lombardo. E ancora: riallacciato il caschetto si riparte alla volta, stavolta, della Galleria di Mina, un’opera di difesa militare che serviva durante la prima guerra mondiale contro il nemico e che ora è un labirinto sotterraneo da visitare portandosi un golfino, date le basse temperature che ci sono all’interno.
Ci siamo avventurati in alto? Noi no, ma se amate pedalare in quota dove l’aria è più rarefatta e il sole abbronza di più? Il vostro posto ideale è Campodolcino, che si trova a 1070 metri ed è una piana verdeggiante di oltre 6 chilometri attraversata dal fiume Liro, e più su verso Madesimo e lo Spluga. Ma quella è un’altra storia.
PER ANDARCI
Per ogni informazione sulla valle si può fare riferimento a www.valchiavenna.com.Per informazioni sui percorsi in bicicletta e servizi per i bikers, www.valchiavennabike.it
Per quanti amano, oltre alle pedalate all’aria aperta, anche la festa (e le sagre tipiche), dal 2 al 9 settembre 2018 ci sarà a Chiavenna la 59^ edizione dalla «Sagra dei Crotti», un evento che consiste in un percorso alla scoperta di alcuni crotti privati di Chiavenna e dintorni e che da solo attira, ogni anno, circa 30.000 persone dall’Italia e dall’estero. Cena tipica negliantichi crotti, musica, tanto vino.
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In Valtellina a tu per tu con la naturaL'articolo Valchiavenna: week end in bici slow e gourmand proviene da VanityFair.it.
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via Valchiavenna: week end in bici slow e gourmand
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