Kythira: l’isola segreta, dove ritrovare la Grecia più autentica

Enrico De Santis

Lontana dagli arcipelaghi greci più noti e frequentati, davanti alla costa estrema del Peloponneso. Con le alture di scisti e calcari del Taigeto, la catena montuosa che qui continua coperta di platani, castagni, cipressi, pini, precipitando in spiagge solitarie di impudente bellezza. Kythira, la più distante delle Ionie, già bagnata dall’Egeo e dal Mar di Creta, è la Grecia ancora autentica. Rustica, abitata da pescatori e contadini, eppure amata dalla buona borghesia ateniese. Nei secoli fu a lungo luogo di confino: un passato che ha lasciato un clima di prezioso isolamento, ragione oggi del suo successo. Sussurrato, senza i chiassosi recuperi delle Cicladi o le attrazioni mordi e fuggi di altre isole.

KYTHIRA: DA KAPSALI ALLA CHORA

Il tour del Sud comincia da Chora, il capoluogo, imponente borgo fortificato sulla rupe irta sopra il porto di Kapsali. Nel punto più alto, da dove si potevano sorvegliare ampi tratti di mare, sorgono le rovine del castello veneziano costruito all’inizio del Cinquecento su una fortezza più antica. È uno dei lasciti delle culture che hanno attraversato questa terra: minoici, micenei, fenici, bizantini, veneziani, turchi e poi, tra il XVIII e il XIX secolo, francesi, russi e inglesi. Perché se oggi è in posizione defilata, nel passato Kythira era sulla rotta commerciale tra Medio Oriente e Mediterraneo, collegando Cipro, Creta, il Peloponneso e Corfù fino a Venezia. Nelle giornate limpide, dalle mura del castello il panorama arriva fino a Creta: lo sguardo vola sulle baie gemelle di Kapsali e sul blu del mare, rotto solo dalla sagoma di Antikythira, isolotto abitato da appena 45 residenti, e dallo scoglio di Chytra che i locali chiamano Avno, l’uovo, sui cui irti pendii cresce il fiore giallo presente in ogni souvenir di Kythira, la Sempreviva. Se nel primo fu ritrovato il famoso Meccanismo di Anticitera, sofisticato strumento per calcoli astronomici del 100 a.C. oggi conservato nel Museo Archeologico di Atene, il secondo segna il punto da cui sarebbe nata Afrodite, leggenda che ha scatenato una feroce contesa con Cipro e che ha ispirato nei secoli anche un quadro di Watteau, un poema di Beaudelaire, un film di Theo Angelopoulos.
A Chora da non perdere è anche il piccolo ma moderno Museo Archeologico, riaperto nel 2016 dopo 9 anni di chiusura per i danni causati dal terremoto del 2006. Lo splendido Leone arcaico, le statuine bronzee di epoca minoica, le ceramiche micenee, una testa romana di un giovane raccontano la storia dell’isola, crocevia di culture.

KYTHIRA: VILLAGGI TRA I FRUTTETI E SPIAGGE

L’isola di Kythira brilla anche per la diversità dei paesaggi: cicladici nella parte sud, agresti nella parte centrale, coperti di pini nella parte nord, con spiagge che si rivelano alle estremità di gole rocciose. Una grande ricchezza, come gli oltre 40 villaggi tradizionali, tutti diversi. Tra questi Aroniadika, il villaggio principale, circondato da orti e frutteti. La sua posizione centrale è ideale per godere il nord e il sud dell’isola, e per raggiungere le tante spiagge. Come Melidoni, sulla costa occidentale, Chalkos, sulla punta sudorientale, Firi Ammos, lunga spiaggia di sassolini rossi più volte premiata per la limpidezza dell’acqua, Kaladi, con le baie gemelle effigiate in tutte le cartoline e la discesa di oltre 120 scalini nella roccia, Paleopoli, il lido più lungo, tra gli abitati di Avlemonas e Skandia.

DOVE DORMIRE A KYTHIRA

Aroniadika ancora conserva le vecchie case degli emigranti verso l’Australia, ora in pieno recupero. I tetti a tegole rivelano l’influenza dell’architettura del Peloponneso, ma le forme morbide ricordano quella delle Cicladi: per la loro storica bellezza, le dimore sono tutelate. In una ecco Spitaki, il cottage di Portari Houses, intimo, con una camera da letto. La ristrutturazione ha conservato elementi della tradizione, come l’arco, i divani in muratura, la suggestiva terrazza affacciata sui tetti. Il cottage, insieme a tre suggestive case non lontane, ma già in campagna, sono la creazione di Evmorfia Bardi, la proprietaria. Ateniese, con un passato nel marketing di una grande azienda, complice la crisi che ha ridotto gli impieghi ha scommesso su un’isola e un nuovo mestiere.
Il progetto del gruppo di case è stato curato da Stage Design Office, famoso studio ateniese di architettura e interior design, che ha unito la tradizione con la funzionalità bioclimatica. Un lusso leggero permea gli interni molto curati, con pavimenti in cemento spazzolato, divani in muratura, camini, alcove porta oggetti, elementi firmati da grandi nomi come Vitra, B&B Italia, Moooi. Negli ambienti minimal chic, il bianco è accostato a pochi tocchi di colore: il tessuto a grandi righe dei divani, il nero di tavole e sedute, il grigio dei pavimenti. Arredate con gran gusto, possono ospitare da 2 a 4 persone, e sono ideali per famiglie, gruppi di amici o coppie.
La Casa I, di 110 metri quadri ha 2 camere da letto e grande terrazza sul tetto con splendida vista sul verde e il mare sullo sfondo. La Casa II, di 80 metri quadri, ha 1 camera da letto, come la Casa III, di 60 metri quadri.
Intorno si stende il grande giardino con le aiuole fiorite, l’orto, le erbe aromatiche. Un luogo di quiete soprattutto a giugno e a settembre, quando la sensazione di essere lontani da tutto è assoluta. Agli ospiti di Portari Houses Evmorfia offre la sua presenza costante, ma discreta, e servizi da Grand Hotel: acquisto di pesce, escursioni guidate da un archeologo, affitto auto, chef in cucina. Una vera vacanza.

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