Un mare di gentilezza

Il mare è delicato.

Siamo abituati a pensarlo forte e capace di reagire a tutto quello che gli facciamo ma, come tutto quello che è forte, va trattato con gentilezza, attenzione e responsabilità.

Il Mediterraneo è “nostro” perché fa parte del nostro vissuto ed è stato nei secoli il veicolo per le civiltà che ci hanno reso quelli che siamo. Il mediterraneo ha 46.000 km di coste, di questi quasi 7.500 sono in Italia. Unisce 3 continenti e 20 stati. Sulle sue coste vivono 130 milioni di persone, a cui si aggiungono i turisti estivi, soprattutto in Italia, con i relativi impatti su ambiente, società e cultura tradizionale.

Il Mediterraneo ci sfama da secoli, è un incredibile hotspot di biodiversità che comprende oltre 17000 specie e innumerevoli habitat (in Italia ne ospitiamo 66 su 94 totali), che nel nostro paese sono salvaguardati grazie a 27 aree marine protette.

Quest’estate è dominata dalle campagne contro la plastica di WWF Italia e di Greenpeace, affidate alla sensibilità del singolo e alla speranza di un volere comune che, ci insegna chi di mare vive, forse dovrebbero essere istituzionalizzate. Ed ecco che le isole Tremiti si sono dotate di un’ordinanza apposita.

Questo mare, che tanto ci lascia e che proviamo a difendere, ha bisogno di essere vissuto con gentilezza e grazia. È per questo che vi portiamo dove l’acqua è più limpida, ma prima vi facciamo incontrare la terra che su quel mare si affaccia: il rispetto, la ricerca delle tradizioni del territorio che attraversiamo, la rinuncia a far parte della massa per riuscire invece a valorizzare e capire il perché decidiamo di toccare una spiaggia selvaggia e semi-deserta.

È per questo che, per arrivarci, attraversiamo la macchia mediterranea e camminiamo tra le ginestre, capendo quali sono i colori, gli odori e i sapori che legano quel territorio e quel mare alle sue tradizioni.

Il rispetto e la gentilezza passano anche attraverso la comprensione e la conoscenza della storia di un litorale. Trovare ville e resti industriali abbandonati nel Sulcis, ad esempio, ci racconta di come l’uomo “abbia usato” e la natura “si sia ripresa” ciò che sul mare si affaccia. Incontrare pescatori che usano metodi tradizionali in Abruzzo ci racconta di come il rapporto sia evoluto nel tempo da sostentamento a sfruttamento, allontanandoci dal mare per buttarci su una spiaggia finta, spesso fatta di sabbia di riporto e di sdraio impilate. È per questo che vi portiamo attraverso il Sud Italia fino al Salento, in cerca di spiagge ancora vere e acque cristalline, passando per città di altissimo respiro culturale per finire tra i semplici olivi. Vi portiamo a conoscere il rapporto contrastato tra la terra che nasce nel fuoco e il mare che la contiene, ai Campi Flegrei, dove questo contrasto ha creato la storia e l’arte.

Il nostro mare è responsabile di quello che ci ha dato, noi ora siamo responsabili di quello che gli dobbiamo: le città e le spiagge in cui vi portiamo sono libere, accessibili a tutti, un bene da rispettare.

Per conoscere la qualità delle acque del vostro mare, seguite la campagna di Legambiente e il Portale Acque.

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