Puglia e yacht: un weekend tra le eccellenze italiane

«Oh dear! This place is really amazing!». Jay, affezionato cliente Azimut, è visibilmente impressionato dal suggestivo contesto di Borgo Egnazia. Continua a guardarsi intorno condividendo con la moglie e gli altri amici americani lo stupore suscitato dall’atmosfera che coniuga la magia di una serata di inizio estate al fascino tutto pugliese del famoso hotel. «It’s so huge!», rincara la moglie stupita ancora una volta dalla bellezza italiana. 

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Eppure, di luoghi da togliere il fiato, Jay e la moglie nella loro vita ne hanno visti parecchi. Ma l’Italia non finisce mai di stupirli, mi raccontano estasiati mentre trampolieri, saltimbanco, suonatori e fuochi d’artificio che illuminano a giorno il cielo sopra di noi animano la cena lungo i fiabeschi vicoli del Borgo.

Ci troviamo in Puglia per l’undicesima edizione di Azimut Benetti Yachting Gala, l’annuale appuntamento che il gruppo nautico organizza per i suoi clienti. Dopo le classiche tappe del lusso – Capri, Portofino, Porto Cervo, Montecarlo – per la prima volta la scelta è ricaduta sul tacco dello stivale italiano – definita da National Geographic la regione più bella al mondo -, e in particolare Monopoli, il cui porto ha accolto un piccolo luxury village con vista sugli yacht della flotta tra cui l’Azimut S6 che debutterà a settembre in occasione del Salone Nautico di Cannes, e Borgo Egnazia, nel fasanese, cornice sublime della tradizionale cena di gala con party a suon di pizzica e taranta.

«Questo appuntamento è il nostro modo per creare una community di clienti che si riconoscono nel marchio e che hanno una grande passione per il prodotto. Molti di loro sono stati presenti a tutte le edizioni. E questo è solo uno dei numerosi eventi che durante l’anno organizziamo singolarmente nei vari Paesi» mi racconta Giovanna Vitelli, Vice Presidente del gruppo Azimut Benetti.

Sono perlopiù americani, riflesso del mercato florido in cui il gruppo nautico italiano, con sede ad Avigliana, ma con cantieri anche a Viareggio, da anni ha gettato l’ancora. E se gli Stati Uniti rimangono al timone delle vendite, non da meno fanno Europa e Asia.

La trasversalità del mercato non ha però impedito al marchio di creare uno stile tutto suo, in cui il cliente possa riconoscersi. «Se da un lato abbiamo ampia flessibilità per la customizzazione della barca a seconda dei gusti del cliente, dall’altro predefiniamo diverse tipologie di utilizzo. Come, ad esempio, prevedere la cucina aperta, tanto amata dal cliente americano, che si collega al bar o al salone. O prediligere, per il mercato asiatico, soprattutto cinese, più spazi comuni per giocare a Mahjong o per il karaoke rinunciando magari a cabine perché non facendo molte ore di navigazione fanno della barca un uso più giornaliero.» continua Vitelli.

L’attenzione scrupolosa alla funzionalità degli spazi, al design, alla scelta degli elementi di arredo quindi non è più appannaggio esclusivo dell’ambiente domestico, anzi, è un’esigenza che si registra sempre di più anche a bordo. «La barca è lo specchio del modo in cui cambia il modo di vivere a terra e quindi stiamo virando verso soluzioni più informali di vita proprio come si registra nelle residenze di lusso.» fa sapere ancora la figlia del Presidente Paolo Vitelli mentre sottolinea a gran forza la scelta di firme italiane dell’architettura come Romano Achille Salvagni e Vincenzo de Cotiis per le attuali collaborazioni del gruppo.

E se la ricerca estetica degli interni è finalizzata a «svecchiare» un ambiente ormai devoto a tradizionali elementi in ciliegio lucido o una rubinetteria molto importante, anche per gli esterni i dettami delle tendenze si fanno sentire su forme e linee più pulite, minimal, essenziali, proprio come accade nell’automotive, ormai sgombro di orpelli e fronzoli.

Il tutto unito ad una importante componente tecnologica – che oltre a soddisfare esigenze funzionali, sappia inserirsi nell’ambiente marino in maniera coerente garantendo sicurezza – e a uno studio in materia di riduzione dei consumi che oggi come oggi fa leva sul carbonio per un alleggerimento dei volumi come unica concreta possibilità. «Il 35 metri, ad esempio, ha raggiunto livelli di riduzione di consumi pari al 25% rispetto a barche della stessa categoria».

È un mondo affascinante quello nautico – conclude Giovanna Vitelli – e l’Italia ne detiene un primato. Il nostro Paese, infatti, è il primo produttore al mondo di yacht oltre i 24 metri. Ancora una volta noi italiani siamo una storia d’eccellenza. Vale la pena raccontarla.»

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