Organizzare un viaggio a Trieste e…non volerci arrivare mai! Troppi i motivi per fermarsi sul cammino: ogni luogo in Friuli Venezia Giulia, stimola la curiosità del visitatore e diventa ideale per una sosta imprevista quanto sorprendente. “Devi augurarti che la strada sia lunga” per parafrasare Kavafis alla ricerca della sua Itaca.
E, in effetti, attraversando questa terra dall’animo un po’ alpino un po’ marinaro, si ha la sensazione di sfogliare il “piccolo compendio dell’universo” di cui parlava Ippolito Nievo. Sorvolare Palmanova dall’alto di una mongolfiera, farsi cullare dalle dolci colline che incorniciano la Strada del Vino e dei Sapori, abbracciare duemila anni di storia tra Aquileia e Gorizia passando per gli affreschi medievali e rinascimentali sulle rive del Tagliamento sono il modo migliore per approcciare la “scontrosa grazia” di Trieste e coglierne le sue innumerevoli influenze culturali.
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Palmanova, la stella che si guarda dall’alto
Osservare una stella guardandola dall’alto verso il basso. Succede solo a Palmanova, la città stellata concepita dai veneziani come la più inespugnabile delle fortezze militari che ora si può comodamente sorvolare a bordo di una mongolfiera (partenza al tramonto da luogo variabile in base ai venti, prezzo 169 € a persona. Informazioni qui).
E’ infatti solo dai 450 mt di altezza raggiunti dall’aerostato che si può coronare l’impresa mai riuscita né agli austro-ungarici, né tantomeno ai turchi: conquistare (almeno con lo sguardo) la roccaforte della Serenissima fondata, secondo i parametri della ‘città ideale’, nel lontano 1593.
Emozionanti l’accensione della fiamma e il gonfiaggio del pallone prima di imbarcarsi -non senza un po’ di apprensione- nella cesta di vimini: qui si potrà fissare la propria GoPro, dimenticarsi del frastuono urbano e abbandonarsi al mistico silenzio d’alta quota. E magari provare, in fase di decollo, a sfiorare con la mano le cime dei cipressi prima di prendere l’ascensore verso il cielo, dondolati dalle brezze adriatiche.
Le ultime luci del giorno risalteranno le nove punte delle mura di Palmanova, esaltandone la pietra bianca dell’Istria che ricopre il duomo barocco dedicato a Santa Giustina e spalancando ai vostri occhi l’intero Friuli, un vero e proprio anfiteatro di emozioni dalle Alpi Giulie fino al litorale gradese.
Al capitano Paolo Barbieri, oltre 4mila ore di volo alle spalle, è poi affidato il compito di schiudere i segreti del volo custoditi dalle nuvole: magari alzando all’orizzonte un calice di vino locale (è infatti possibile richiedere la degustazione in volo) che servirà a garantire la giusta adrenalina per godersi appieno la vertigine dell’atterraggio.
Una volta tornati sulla terra, concedetevi una sosta alla Caffetteria Torinese, dove il gestore Nereo Ballestriero sarà entusiasta nel servire il suo speciale orzotto preparato con le erbe raccolte sui bastioni che delimitano il perimetro cittadino: radic di mont (cicerbita alpina), pel di mus (buon enrico), ai di mont (aglio di montagna) e sparcs di ruscii (l’asparago di pungitopo) saranno gli ingredienti giusti per assaporare il Friuli più profondo e genuino.
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Stelle friulane… anche in tavola
Dalla città stellata alle stelle Michelin. In mezzo solo le acque cristalline del Tagliamento e le dolci colline addobbate di vigneti che incorniciano la Strada del Vino e dei Sapori.
Ma prima, perché non andare a caccia dei tesori nascosti del Friuli Venezia Giulia? Due su tutti: l’abbazia benedettina di Santa Maria in Sylvis (Sesto al Reghena) e la sua millenaria storia cominciata nell’ottavo secolo e impreziosita da un ciclo di affreschi della scuola di Giotto (1316-1320) e l’intrigante chiesa di Santa Maria dei Battuti nella vicina San Vito al Tagliamento (XV secolo), vero e proprio capolavoro del rinascimento friulano grazie al suo ciclo di affreschi di Pomponio Amalteo.
Quindi si consiglia una meritatissima scappata nella terra dei Magredi per incrociare il Ristorante La Primula (San Quirino). Stella Michelin appuntata sul grembiule anche nel 2018, lo chef Andrea Canton (già allievo di Gualtiero Marchesi) proporrà un menù che spazia dalla Nouvelle Cuisine alle più genuine tradizioni friulane tramandate di generazione in generazione dal 1873. Chi ama sperimentare piatti nuovi si lasci incuriosire dal Sushi d’asparagi con pesce crudo del Mediterraneo: ne rimarrà sorpreso.
Per concludere la giornata si consiglia una bella dormita immersi tra i 36 ettari di vigneti che circondano l’agriturismo di Villa Fossa Mala, antica corte del XVI secolo, dove è possibile ritrovare un’atmosfera domestica ma raffinata degustando anche un’ombra di Chardonnay prodotto dalla famiglia Roncadin.
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Aquileia, mosaici in basilica, al cinema e…in pasticceria!
Si riparte quindi soddisfatti e riposati alla volta di Aquileia: quarta città dell’Impero Romano, cuore religioso della Serenissima, la cittadina (oggi 3.300 abitanti circa) si sviluppa attorno alla basilica Patriarcale (IV secolo d.C.) e ai suoi splendidi mosaici pavimentali, ambientazione d’autore per l’Aquileia Film Festival che si svolge a fine luglio (Programma completo qui). La manifestazione, vera e propria rassegna di documentari e cinema culturale, sarà anche l’occasione buona per scambiare quattro chiacchiere con Alberto Angela, presente in qualità di ospite.
Chi invece l’antica Roma vuole assaporarla può abbandonarsi al gusto del Dolce Aqvileia, una croccante frolla dal cuore morbido realizzato dalla Pasticceria Mosaico con ingredienti (noci, farro, miele e fichi) utilizzati per fare i dolci già ai tempi dell’Impero.
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Gorizia, l’Europa in una città
Dalla storia romana a quella del ‘900 il passo è breve quanto i 34 km che separano Aquileia da Gorizia, una delle città più contese della storia del XX secolo. Terra di frontiera tra Italia e Slovenia (il confine attraversa tuttora i ciottoli di piazza della Transalpina), Gorizia merita una sosta per la salita al Castello (XII-XIV sec.) che offre un bel panorama sulle colline del Collio e sul fiume Isonzo, teatro di battaglia nel primo conflitto mondiale. Qui è possibile visitare il Museo della Grande Guerra e sperimentare anche l’esperienza della trincea, fedelmente riprodotta a grandezza naturale con tanto di effetti sonori bellici.
Se si vuole trovare un po’ di refrigerio dalla calura estiva basta attraversare l’Isonzo e immergersi nel Giardino Viatori, autentico museo vegetale che conserva oltre 12.000 varietà di piante provenienti da tutti e i 5 i continenti (Apertura pomeridiana sabato e domenica, da marzo a giugno. Informazioni sul sito della fondazione). Il parco, nato negli anni ’70 dalla collezione del Prof. Viatori, è un dedalo di colori e profumi che si sviluppa su tre diversi livelli tra rododendri, azalee, magnolie e piante esotiche.
La strada che collega Gorizia a Trieste è quindi un sottile gioco di equilibri tra montagne, confini di stato e autostrada: la comparsa del mare, in prossimità di Duino, sorprende e cambia totalmente lo scenario.
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Un caffè a Trieste, per concludere
“Un nero, per favore”. Trieste sa sorprendere anche nelle cose più semplici, come ordinare un caffè. Piazza Unità d’Italia rappresenta il baricentro ideale per una passeggiata sulle orme dei grandi letterati del secolo scorso: Joyce, Svevo e Saba saranno guide d’autore (per mezzo delle loro statue, disseminate per tutto il centro storico) di caffè in caffè, per un itinerario dal gusto mitteleuropeo.
Partendo dal Caffè degli Specchi (neo classicheggiante salotto buono della città, fondato in stille viennese nel 1839), si può proseguire facendo tappa al Caffè San Marco, covo di Irredentisti nei primi anni del ‘900, raduno di intellettuali nella Trieste ‘italianizzata’ dal regime fascista.
Qui si può provare a rendere unica la propria esperienza ordinando ‘alla triestina’: “un nero” (espresso), “un capo” (macchiato) o “un caffellatte” (cappuccino) in tazzina oppure “in B” (bicchiere). Se poi si desidera anche un po’ di schiuma, basta chiedere al barista “una goccia”. Lui capirà: un’atmosfera che rivelerà l’anima di una città resa unica dalla pluralità delle sue culture.
Per organizzare al meglio un viaggio in Friuli Venezia Giulia si consiglia la consultazione del sito: http://www.promoturismo.fvg.it
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