Bottura è di nuovo primo chef al mondo

Lara e Massimo

La cucina italiana è di nuovo la prima del mondo. L’annuncio è arrivato ieri sera al palazzo dei congressi Euskalduna Jauregia di Bilbao, durante la cerimonia di The World’s 50 Best Restaurants, gli oscar della gastronomia internazionale, che premiano ogni anno i migliori cinquanta ristoranti del globo.

In cima alla classifica, per la seconda volta, si è piazzato Massimo Bottura dell’Osteria Francescana di Modena. Lo chef, già tristellato, era salito sul primo gradino della prestigiosa lista nel 2016, per poi scendere al secondo posto lo scorso anno e, infine, riconquistare il vertice nell’edizione 2018. Impegnato in numerosi progetti benefici in tutto il mondo, con l’apertura di Refettori, mense comunitarie destinate ai meno abbienti, il cuoco si è presentato sul palco accompagnato dalla moglie Lara Gilmore.

“Gli chef hanno a disposizione una gran voce per dimostrare il cambiamento. Siamo parte della stessa rivoluzione e tutti insieme possiamo essere parte del cambiamento”, ha affermato emozionato. Al secondo posto della blasonata lista, invece, si sono piazzati gli spagnoli fratelli Roca di El Celler de Can Roca di Girona, veterani del podio (terzi nel 2017, secondi nel 2016). Terzo, a sorpresa, si è posizionato Mauro Colagreco del ristorante Mirazur di Mentone (quarto nel 2017), mentre Daniel Humm dell’Eleven Madison Park di New York, da primo, è sceso al quarto posto, aggiudicandosi il titolo di Best Restaurant in North America.

Massimo Bottura non è il solo italiano a brillare nell’Olimpo della gastronomia internazionale. Buoni i risultati ottenuti anche da Enrico Crippa del Piazza Duomo di Alba (16mo in lista, sceso di un solo gradino rispetto allo scorso anno), dai veneti fratelli Alajmo de Le Calandre di Rubano, che da ventinovesimi salgono alla posizione n. 23, e dall’abruzzese Niko Romito del ristorante Reale di Castel di Sangro, che è avanzato di parecchie posizioni, scalando la classifica da 43mo a 36mo. Tra i riconoscimenti più importanti, poi, il premio come Miglior ristorante in Asia, assegnato al Gaggan di Bangkok (quinto in classifica), mentre il Central di Lima, guidato dal giovane chef Virgilio Martinez,  si aggiudica il titolo di Miglior ristorante del Sud America (sesto in classifica). La gastronomia peruviana, del resto, si conferma tra le migliori del mondo: se il Maido di Lima arriva settimo, con la sua cucina nikkei (una fusion nippo-peruviana), a Gastón Acurio dell’Astrid y Gaston di Lima, leggenda vivente della cucina sudamericana, va il premio The Diners Club® Lifetime Achievement.

La scalata più significativa? Quella del ristorante Den di Tokyo, che si aggiudica il premio Highest Climber, balzando di 28 gradini e raggiungendo la posizione n. 17. Mentre il riconoscimento come più alta new entry va al ristorante Disfrutar di Barcellona, diciottesimo in lista. In Spagna, per la precisione a Larrabetzu, si trova anche il ristorante Azurmendi, premiato come il più sostenibile del globo, con il suo progetto di trasformare i rifiuti organici in terriccio per gli agricoltori della regione. E se lo Chef’s Choice, ossia il premio votato dai cuochi (a chi ha dato il maggior contributo alla cucina nel corso dell’anno), è andato a Dan Barber dello statunitense Blue Hill at Stone Barns di Tarrytown, il riconoscimento Ferrari Trento Art of Hospitality, che premia la sala e l’arte di ricevere, se l’è aggiudicato il Geranium di Copenhagen. Tra i premi più attesi anche quello di Best Female Chef, che quest’anno ha incoronato Clare Smyth del londinese Core, pupilla di Gordon Ramsay, e il riconoscimento più dolce dei World’s 50 Best, andato al francese Cédric Grolet, in forza a Le Meurice di Parigi, come miglior pasticcere del mondo. Appuntamento al prossimo anno.



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