Tra gli angoli di Piemonte di più emozionante poesia, il Lago d’Orta è probabilmente lo specchio d’acqua più romantico d’Italia. Incastonato tra dolci colline ed il verde dei monti, si allunga da nord a sud, dalle pendici del Mottarone all’estremo nord della pianura novarese. Gli fanno da cornice una manciata di pittoreschi borghi, alcuni appoggiati lungo le sue sponde, altri più in alto, sulle alture. Il borgo di Orta ne è indiscutibilmente la perla, affacciato sull’isola di San Giulio dominata dall’abbazia benedettina e non a caso definita l’isola del silenzio.
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GOZZANO, AMENO E ORTA
Da Torino e Milano si giunge sulle rive del lago percorrendo le pianure a nord di Novara. Superato il borgo di Gozzano eccoci sulla riva meridionale, da dove, un tempo, i vescovi di Novara s’imbarcavano per raggiungere l’isola di San Giulio. Sulla strada per Orta, merita una fermata il borgo di Ameno, piccolo centro situato sulle alture sud orientali del lago d’Orta, detto anche Cusio, tra due importanti riserve naturali: quella del Monte Mesma e quella del Colle della Torre di Buccione. Tra i suoi edifici più interessanti vi sono la medioevale Parrocchiale di Santa Maria Assunta, Casa Calderara, esempio di architettura borghese rinascimentale, sede della Fondazione omonima, galleria d’arte contemporanea creata dal pittore Antonio Calderara in quella che fu la sua casa, dalla sua morte esposizione dei suoi quadri e di quelli di alcuni amici artisti, al tempo, d’avanguardia. Da vedere anche la chiesa di Sant’Antonio, l’oratorio di Sant’Anna, nella borgata Vacciaghetto, il Santuario della Madonna della Bocciola, la chiesa di San Bernardino, palazzo Tornielli, l’oratorio barocco di San Grato e il Torrione del XIII secolo che sorge nei pressi.
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A PIEDI VERSO IL BORGO
A pochi minuti ecco Orta. Si lascia la macchina nei parcheggi situati in zona panoramica che si affaccia sul cuore del lago e sull’isola di San Giulio e si prosegue a piedi alla volta del borgo bandiera arancione del Touring Club Italiano e parte del circuito dei borghi più belli d’Italia.
Orta presenta un abitato pittoresco con vicoli stretti e tortuosi. La via principale, intersecando le strette viuzze che si inerpicano alla volta del Sacro Monte, patrimonio mondiale dell’UNESCO, si stende da nord a sud, correndo parallelamente alla riva del lago. Centro del paese è piazza Motta, affacciata sul lago dal quale partono le imbarcazioni dirette alle varie località affacciate sulle acque.
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Tra i tesori di Orta vi sono il cinquecentesco Palazzo della Riviera di San Giulio, detto anche broletto, dove esercitava il potere legislativo e esecutivo il Consiglio Generale composto dai deputati del feudo vescovile, via Caire Albertoletti, detta “Motta”, pavimentata in sassi fiancheggiata da apprezzabili edifici storici tra cui Palazzo Gemelli, con alla sommità la bella Parrocchiale di Santa Maria Assunta, poi villa Bossi, palazzo Gemelli e il neoclassico palazzo De Fortis Penotti.
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OMEGNA E NONIO
Lasciata Orta proseguiamo verso nord alla volta di Omegna, principale centro della zona.
Dominata dal Mottarone, conta oltre quindicimila abitanti ed è centro dalla spiccata propensione industriale dalla storia segnata da importanti marchi quali Bialetti, Piazza, Girmi, Lagostina e Alessi. Città natale di Alfonso Bialetti, noto imprenditore fondatore dell’omonima industria, e di Gianni Rodari, giornalista, scrittore e poeta, Omegna ha nella tardo romanica chiesa di Sant’Ambrogio, e nella Chiesa Evangelica Metodista, i due principali monumenti religiosi. Il Ponte Antico a due archi, del XV secolo, e la Porta Romana, risalente al 1100, l’unica rimasta delle cinque porte di accesso alla città in epoca medioevale, sono le principali espressioni architettoniche civili.
Proseguiamo alla volta della sponda occidentale del Cusio giungendo a Brolo e Nonio. La prima graziosa frazione affacciata sul lago, la seconda nota invece per le cave di Serpentino, minerale di colorazione verde-grigia, utilizzato sia in ambito edilizio che nel settore dell’oggettistica.
Nonio è detto anche il paese dei due tramonti; il sole, per alcuni giorni dell’anno, dopo essere scomparso dietro il monte Castello sovrastante il borgo, rispunta qualche minuto dopo, per poi tramontare definitivamente.
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CESARA, PELLA, MADONNA DEL SASSO E SAN MAURIZIO D’OPAGLIO
Proseguendo verso sud ecco Cesara dove da vedere è la chiesa parrocchiale romanica di San Clemente, dall’elegante porticato cinquecentesco e dal campanile a pianta quadrata con monofore, bifore e trifore. Poi il pittoresco borgo di Pella, appoggiato sul lago e dominato dal Santuario della Madonna del Sasso, sovrastante la vertiginosa parete granitica a strapiombo sul borgo.
A Pella prendiamo il battello alla volta dell’isola di San Giulio. Baluardo difensivo del lago, prima possedimento del ducato longobardo e poi dei vescovi di Novara, l’isola era un tempo abitata solo da canonici. Un’unica via segue il perimetro dell’isola, un susseguirsi di dimore e palazzi, giardini verdeggianti e corti e, nella bella stagione, di negozi e ristorantini.
Tra i suoi tesori architettonici vi è la Basilica di San Giulio, con facciata e scalinata d’accesso che danno direttamente sul lago, con, all’interno, apprezzabili affreschi e dipinti di varie epoche. Celebre l’Ambone in serpentino d’Oira, una pietra dal particolare colore verde estratta nella zona, risalente al XII secolo. Altri elementi caratterizzanti l’isola sono il Palazzo del Vescovo di Novara e l’ex Seminario.
Tornati a Pella saliamo fino al Santuario della Madonna del Sasso, luogo di straordinario fascino a picco sul borgo di Pella. Dalla piazzetta antistante la chiesa è possibile infatti abbracciare con lo sguardo l’intero bacino, dall’estremità meridionale a Omegna, godendo di una vista su Orta, l’isola di San Giulio e il Mottarone, senza pari. Ultima tappa del giro è San Maurizio d’Opaglio, borgo degli scalpellini e dei rubinetti, dove vedere il Museo del Rubinetto, a celebrazione della tradizione industriale locale legata alla produzione dei rubinetti che vide il piccolo centro del sud del Cusio capitale italiana della rubinetteria nel secondo dopoguerra.
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