Pasquetta in Salento: a Carovigno per la festa della N’zegna

Web riserva di torre guaceto dall'alto

Nella Puglia dei riti penitenziali che precedono la Pasqua, Carovigno è un’isola felice, la meta dove rifugiarsi se non si amano le atmosfere cupe e drammatiche che accompagnano la Settimana Santa un po’ in tutta la regione. Qui, fra i vicoli e le piazze del borgo dell’Alto Salento, al contrario, l’eccitazione e l’allegria sono palpabili, nell’attesa del Lunedì dell’Angelo, giorno della N’zegna: una grande festa che fonde folclore e devozione e che si celebra ogni anno fra acrobatici e colorati giochi di bandiere – la n’zegna, appunto – fatte volteggiare in aria da abilissimi sbandieratori a suon di piffero, tamburo, cembalo e grancassa. Questo rito di Pasquetta in Salento ha un’origine leggendaria: rievoca il ritrovamento in una grotta ipogea poco fuori il paese, di un’immagine miracolosa della Vergine. La grotta, le cui pareti conservano affreschi del XIV e XVI secolo dedicati a Maria, e la chiesa cinquecentesca che la sormonta, sono la tappa conclusiva del corteo che si snoda dal paese.

TERRA DI TORRI
Finita la festa, si può partire all’esplorazione del borgo, un grappolo di case imbiancate a calce acciambellate attorno a un basso colle, dove ci si perde fra vicoli silenziosi, cortili fioriti, piazze ombreggiate da palme, dove gli anziani si ritrovano per le chiacchiere di rito. L’imponente Castello Dentice di Fasso veglia sul paese oggi come ai tempi dei Normanni, con la sua singolare forma triangolare e le tre torri ai vertici, una delle quali dall’insolita forma a mandorla. Nel territorio se ne contano altre 11 – che hanno valso a Carovigno l’appellativo di Terra di torri – sparse fra la costa, la campagna e il borgo. Qui, mimetizzate in altre costruzioni, in qualche caso, si distinguono a fatica. Ma non ci vuole molto a individuare la Torre della Gironda: basta costeggiare la chiesa Madre con il suo magnifico rosone traforato come un merletto, e seguire il profumo di pane fresco che si spande attorno. All’interno della torre, il panificio Lu Scattusu, con il forno ancora alimentato a fascine di legno d’ulivo come un tempo, prepara ogni giorno da tre generazioni pane con lievito madre, taralli, frise e focacce, il meglio della tradizione pugliese, ottimo pretesto per una sosta golosa.
Svettante sulla piazza principale, la cinquecentesca Torre dell’Orologio non rischia di passare inosservata e si fa notare con i suoi rintocchi che risuonano ogni quarto d’ora grazie a un affascinante meccanismo a ingranaggi che si può osservare da vicino con una visita guidata (da prenotare all’Ufficio turistico del Comune, tel. 0831.990958).

ULIVI E MASSERIE
Fuori il paese ci si immerge in una campagna che sa di antico, attraversata da file interminabili di muretti a secco, che si insinuano fra alberi di mandorlo, piante di carrubi e fichi d’India, distese di ulivi centenari, e punteggiata di masserie dove fermarsi per un pranzo, fare acquisti di prodotti del territorio, dall’olio al vino, alle conserve di pomodoro artigianali, oppure per un breve corso di pasta fatta a mano. Alla Masseria Carrone, gestita da sole donne, Maria Greco e le tre figlie svelano volentieri ai visitatori i trucchi per realizzare a regola d’arte orecchiette, cicatelli e strascinate.
Ancora fuori dalle rotte del turismo di massa, Carovigno è ben segnalato sulle mappe dei buongustai per la qualità dei suoi ristoranti, dallo storico Già sotto l’arco, una stella Michelin, meta di pellegrinaggi gastronomici, al più recente Creatività, dove il giovane chef Danilo Vita porta in tavola una cucina autenticamente salentina negli ingredienti e innovativa nelle preparazioni con piatti come Carciofo ripieno, liquirizia e parmigiano, Girello di vitello, verza, zabaione al Negramaro e tartufo, Bottoni di cime di rapa e semola, acciughe e bottarga. Poco fuori il paese, Casale Ferrovia merita una sosta anche per il fascino del luogo: un antico frantoio degli anni Trenta immerso in un paesaggio di ulivi, perfettamente recuperato e adattato a ristorante. Qui Maria e Giuseppe Galeone, lei ai fornelli e lui in sala, accolgono gli ospiti con una cucina di terra e di mare che profuma di tradizione locale rivisitata con garbo e servita su tavoli dall’apparecchiatura impeccabile. Gli appassionati di crudi di pesce non si perdano una cena al ristorante dell’Hotel Reverse: una meraviglia il loro plateau con gamberi, ricci, vongole, scampi e cozze. ANDARE IN RISERVA
Il mare è a soli sei chilometri. Non un mare qualsiasi, ma le coste e le acque incontaminate di Torre Guaceto, riserva marina e naturalistica, che si estende attorno all’antica torre aragonese: si sale sulla terrazza per cogliere con un solo colpo d’occhio il mosaico di ambienti da esplorare poi in bici o a piedi lungo i sentieri che attraversano zone umide, rifugio di rondini e cavalieri d’Italia, e macchia mediterranea profumata di mirto e rosmarino; dune costiere e spiagge, come quella delle conchiglie, una candida oasi esotica, formata appunto da minuscole conchiglie bianche.
I fondali marini, poi, sono una vera sorpresa. In stagione ci si immerge su praterie di posidonia, in mezzo ad anfratti coralligeni, fra banchi di spigole, salpi e cefali.
Parte della riserva è un parco agricolo, che racchiude grandi estensioni di ulivi secolari e aree coltivate da cui si ricavano alcune delle eccellenze del territorio, dal pomodoro fiaschetto, presidio Slow food, all’olio extravergine bio di alta qualità, commercializzato con il marchio Oro del parco. Per acquisti di entrambi ci si può fermare all’Azienda agricola Calemone, dove il pomodoro fiaschetto bio viene trasformato in conserve e passate, o essiccato e messo sott’olio in vasetti, e in luglio viene celebrato con una serata a tema, la Notte del pomodoro fiaschetto (necessaria la prenotazione).

SOGGIORNO DI CHARME
Bastano pochi chilometri lungo la costa per raggiungere Torre Santa Sabina, la marina di Carovigno: poche case raccolte attorno al porticciolo e alla costruzione difensiva da cui prende nome, una delle sole tre torri con pianta a stella presenti in Italia. La si può ammirare comodamente seduti sulla terrazza a filo d’acqua del ristorante Miramare da Michele, mentre in tavola arrivano le specialità della casa, dai crudi di pesce alla zuppa servita su crostoni di pane.
Per il soggiorno, nel centro di Carovigno, la Dimora dell’Osanna è un bed and breakfast di charme ricavato in un ex convento del Cinquecento che offre camere confortevoli e arredate con gusto. Chi preferisce immergersi nella tranquillità della campagna può optare per Masseria Caselli, poco fuori il paese: ambienti spaziosi e camere funzionali.

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