Gr20 parte sud: il racconto tappa per tappa
Foto e articolo di Marco Lascialfari (Firenze)
INIZIA DA QUI: GR20 in Corsica: mini guida pratica, tappe e consigli GR20 parte nord: racconto tappa per tappa Trekking in Corsica: i 7 itinerari di escursionismo più belli e più lunghi |
Diario di viaggio GR20 parte sud: tappa per tappa
28 luglio 2011
Trasferimento
Molto meno avventurosamente dell’anno passato ho approfittato del fatto che mio figlio Filippo partiva con la roulotte per la Corsica per aggregarmi… Quindi, arrivati a Pinarello nel pomeriggio do una mano, poi dopo cena, mi trasferisco alla gite di Conca dove ho riservato un posto letto. La gite ha uno strano regolamento (in uso anche in altre) che obbliga la ½ pensione.
Morale pago ben 34 € per un posto letto, una cena NON consumata, una colazione che, poiché il bar apre alle 7.30 e io partirò prima, mi viene anticipata in un sacchetto che comprende ½ baguette molliccia, 2 marmellatine, la bustina del tè, 2 zollette di zucchero, un succo di frutta e 2 panettini di burro. Nella camera a 6 letti trovo un randoneur (un francese di nome Fabien) che mi dice di essere anche lui alla prima tappa e che quindi procederà come me verso nord.
Alle 22 si dorme.
29 Luglio 2011
1° TAPPA: Conca > Rifugio Paliri
(+ dislivello in salita 963 dislivello a salire/– dislivello in discesa 160)
Mi sveglio alle 6, faccio colazione e alle 7.30, dopo aver percorso un paio di kilometri di strada che attraversa Conca, arrivo alla Fonte di Radicale che, a lato del sentiero, segna l’inizio (o la fine per chi viene dal nord) del GR20.
Il sentiero è facile e passa nella macchia. Poi si raggiunge Bocca d’Usciolu da cui si domina la vallata e lo sguardo arriva fino al mare. Laggiù, a quest’ora, mio figlio e la sua ragazza staranno sicuramente dormendo di brutto (sono solo le 8.30). Sono solo perché il mio compagno di stanza è partito un po’ più tardi e non me la sono sentita (non conoscendo il suo modo di andare) di proporgli di fare il percorso insieme. Non voglio essergli di ostacolo nè voglio il contrario.
Si passa 2 volte il ruscello di Punta Pinzuta e si sale verso Cappedu. Arriva Fabien che mi supera in salita ma non va molto più veloce di me.
Arrivo in cima stravolto, sono un po’ giù di allenamento perché ho lavorato alla casa e nel campo, ma alle gambe non è servito a molto. Alla sinistra del sentiero vedo una classica piramide di sassi che, a volte, segna il sentiero al posto della vernice rossa/bianca e giro a sinistra.
Seguo il sentiero ma comincia ad entrarmi addosso uno strano senso di poca tranquillità: il sentiero è ben marcato, ci sono le montagnole di sassi, ma non c’è una sola macchia di vernice e soprattutto non c’è nessuno. Vado avanti e il sentiero si restringe, torno indietro. No, il sentiero è chiaro e riprendo la marcia, ma entro in un sentiero che mi mette angoscia, ho sbagliato strada. Torno ancora una volta indietro fino al tratto segnato con la vernice.
Cxxxo che errore! Ho preso a sinistra tratto in inganno dalla piramide di massi, ma il vero GR20 gira a destra. Ho perso più di un’ora, ma adesso sono sicuro. Riprendo la strada ben segnalata. Ora cammino velocemente e con tranquillità. Mi permetto anche una piccola sosta per un boccone e per prendere fiato. Sul sentiero mi viene incontro una volpe che con due occhi teneri penso vorrebbe solo un pezzo di pane o del formaggio.
Proseguo e arrivo al rifugio Paliri alle 14.30. Ho quasi recuperato tutto il tempo perso per l’errore fatto.
Ritrovo Fabien che mi dice che è arrivato solo da poco viaggiamo quasi alla stessa velocità. Per domani decidiamo di fare il percorso insieme.
Il rifugio non è il massimo, ma è comunque meglio che dormire in tenda. Il wc è dietro al rifugio ma la fonte d’ acqua potabile è 100 metri sotto, sul sentiero che prosegue verso Bavella. La doccia (mi si dice freddissima) è ancor più lontana. Decido per un semplice lavaggio “a pezzi” al lavabo accanto al wc, megIio un po’ più sudicio che morto di freddo. Il guardiano è un ragazzo simpatico e all’ora di cena (alle 18.30) si gira verso il Monte Tafunato di Paliri che domina da ovest il rifugio (tafunato significa bucato). Con le mani ad imbuto attorno alla bocca urla: “a taaaableee”. La chiamata arriva ovunque e ci sediamo ai tavoloni dove ci viene servita la cena. Alle 20.30 siamo già a letto per essere pronti, domani, per la tappa successiva.
30 Luglio 2011
2° TAPPA: Rifugio Paliri > Rifugio Asinau
(+ 910/- 429)
Partiamo alle 7 dopo aver deciso che faremo la variante alpina passando dalle torri della Bavella (il dislivello sopra indicato è minore rispetto al reale perché non tiene conto della variante). Si viaggia come treni e io che ritengo di andare meno veloce faccio sempre l’andatura. In un’ora e mezzo (invece di 2) siamo al Col di Bavella. Tre secondi di riposo e si prende la variante alpina che ci farà guadagnare oltre 1 ora sul sentiero GR20. È uno spettacolo.
Si sale subito fino al primo piccolo passaggio, poi si riscende e si comincia un percorso che segue le creste e ci fa passare appena sotto le 4 torri della Bavella. Un breve passaggio quasi verticale aiutato da catena non ci preoccupa e arriviamo alla quarta torre in un lampo.
Ora ci attende una discesa serpeggiante nel bosco. Poi raggiungiamo nuovamente il sentiero GR20 che avevamo lasciato alla variante. Lunghissimo ci sembra il poco movimentato percorso verso il rifugio. Dopo un torrente finalmente lo vediamo, ma occorre quasi ½ ora per arrivarci. Sono appena le 13.30 e abbiamo tanto tempo per sistemarci, pranzare, fare due chiacchiere, prendere il sole, il GR20 è anche questo.
Con sorpresa vengo a sapere che la nostra prossima tappa è stata cambiata recentissimamente.
Ecco, per quelli che non ne sono informati, cosa è successo: la tappa Asinau-Usciolu era la tappa più bella, più lunga e più difficile della parte sud. Almeno 8 ore di cammino, 1065 metri di salita e 845 di discesa (per chi viene da sud), una rampa di 600 metri dall’Asinau al monte Incudine, 2 ore di passaggi su roccia appena prima di Usciolu. Insomma una tappa veramente tosta.
Il PNRC (Parc Naturel Regional de Corse) ha variato a luglio 2011 questo percorso allungandolo e dividendolo in due tappe che, nel nuovo punto intermedio, arrivano alla Bergeries (privata) di Matalza. Nulla da dire sulla scelta di rendere più facile questa tappa. Il problema è che tale scelta è obbligatoria. Nel senso che non si è pensato al nuovo percorso come alternativa e, infatti, il vecchio percorso è stato “cancellato” con pennellate di colore grigio e i segnali sono quasi invisibili fra le rocce. A mio parere, questo risponde solo ad una logica commerciale e ha di fatto ucciso una delle più belle tappe di tutto il GR20.
Ci consultiamo con chi, venendo da nord, ha percorso la tappa. Tutti l’hanno fatta sul vecchio percorso, tutti sono stati attenti ai segni grigi, tutti sono incavolati e se ne sono strafregati del nuovo percorso. Anche noi faremo così e quindi si cena e si va a letto con l’intenzione di alzarci ancora prima del solito.
31 Luglio 2011
3° TAPPA: Rifugio Asinau > Rifugio Usciolu
(+ 1065/- 845)
Si parte subito in salita facendoci in 1 ora e mezzo i 600 metri per L’incudine. Uno sguardo a 360° su tutta la Corsica: a sud la Sardegna, a est la zona di Ghisonaccia e Portovecchio, a ovest il mare verso la Spagna, a Nord le catene montuose della Alta Corsica.
Da qui a sinistra parte il nuovo percorso e noi giriamo a destra verso la cresta. Perdiamo il sentiero e per poche centinaia di metri camminiamo un po’ più bassi … ma paralleli al vecchio sentiero. Lo raggiungiamo nuovamente e poi, con molta facilità seguiamo la pista tracciata nei decenni e le oscene pennellate di grigio da cui a volte affiora il rosso e il bianco della vecchia segnalazione. Arrivare alla passerella di Pedinieddi è uno scherzo.
Poi seguiamo il sentiero e ci immettiamo su una strada forestale in un bosco di faggi … ma ecco la sorpresa: abbiamo seguito tutti i segnali grigi che d’improvviso cessano. Non siamo certi che il sentiero sia esatto.
Fabien vorrebbe andare avanti ma io insisto e torniamo indietro. Eppure i segnali grigi sugli alberi e sulle rocce sono ben chiari. Mi avvicino ad un albero e con la punta del bastoncino gratto la vernice: sotto c’è solo la corteccia, nessuna traccia di rosso e di bianco. Sono segnali FALSI. Se è stupido cancellare un sentiero … è criminale fare segnali che possono (volutamente) far sbagliare strada. Torniamo ancora indietro e riusciamo ad individuare il vecchio e vero sentiero. Lo seguiamo senza alcuna difficoltà e arriviamo al punto in cui il nuovo percorso rientra nel vecchio GR20 (nel pianoro subito prima della salita verso Bocca di L’Agnone). Le indicazioni tornano ad essere B/R e, incazzato come una biscia (in Corsica non ci sono vipere), comincio a salire verso il passo.
Giunti a Bocca di L’Agnone comincia lo spettacolo.
Serviranno 2 ore di cammino completamente in cresta. Non ho neppure idea di quante volte passiamo dal lato ovest a quello est e viceversa. Dalla vallata di levante intanto si alza una nebbia che però sparisce sulla cresta … i passaggi rocciosi non si contano: 2 ore di montagna vera. Solo roccia, sassi, stretti passaggi a volte più piccoli di ½ metro. Si sale e si scende solo di pochi metri … ma i piedi e le mani cominciano a far male. Poi, stanchi morti per le 8 ore di marcia vediamo, fra la nebbia, il rifugio. Lo raggiungiamo alle 15 (8 ore comprese le deviazioni). Prenoto la cena e prendo possesso del mio giaciglio (il più stretto di tutto il GR20). Poi vado a fare una doccia gelida … e siccome è freddo, comincia anche a piovere. La pasta viene servita nella baracca del guardiano, poi si prende il piatto e si va nella stanza da pranzo del rifugio e così pasta, funghi e carote (fantasia corsa) viene annacquata dalla pioggia … ma non si può stare a sottilizzare quando si ha fame! … tanto poi si dorme! Attacco bottone con una coppia cinese che lavora a Parigi (Inglese e Francese aiutano) e con una ragazzina Tedesca che tutta sola attraversa la Corsica. Ha i piedi completamente maciullati e, con una deviazione, tornerà alla “civiltà”.
1 agosto 2011
4° TAPPA: Rifugio Usciolu > Prati > Col di Verde
(+ 850/circa – 697)
Mi sveglio dopo una notte agitata dovuta anche alle gomitate e ai calci dei miei vicini (siamo veramente stretti). Calci e gomitate che comunque ho puntualmente restituito. Abbiamo discusso molto sulla tappa di oggi e siamo giunti alla decisione di allungare la tappa fino a Col di Verde. Non ci fermeremo a Prati (seppure sia il miglior rifugio di tutto il GR20) e allungheremo in modo da fare una tappa e mezzo oggi. Un’altra tappa e mezzo domani e saremo a Vizzavona con un totale di 5 giorni rispetto allo standard di 6. A lume di “naso” ho bisogno di una doccia calda e alla gite di Col di Verde sicuramente c’è.
Si sale nuovamente 200 metri e si arriva in cresta, poi si prosegue con ottimo passo fino a Bocca Formicula.
Si scende in un bosco di faggi dopo essere risaliti fino a oltre 2000 metri per punta della Cappella si affronta un bel sentiero fra le rocce per arrivare ad un pianoro dove si trova il rifugio Prati. Ci fermiamo a pranzare e compro un po’ di coppa. I gestori del rifugio sono di una gentilezza unica. Ci danno tutte le indicazioni e poi, appena ci alziamo pronti a ripartire ci salutano cordialmente. Fa piacere veramente incontrare persone gentili e Prati merita sicuramente il titolo per il miglior rifugio. Dopo meno di 1 km affrontiamo la discesa verso Col di Verde. I piedi, dopo 8 ore chiedono pietà e l’arrivo alla gite è veramente cosa gradita.
Letto quasi vero, doccia calda, fontana fresca, bar con bibite ghiacciate, ristorante dove si mangia bene, musica andina suonata dal vivo (che ci azzecca la musica andina in Corsica? Mah) insomma tutti i confort!
2 agosto 2011
5° TAPPA: Col di Verde > Vizzavona
(+ 660/circa – 1130)
Si parte alle 6 perché ci vogliono oltre 8 ore per arrivare al termine della nostra tappa. Altri sono partiti alle 5 con le torce frontali accese.
Si sale tranquillamente e dopo quasi 3 ore arriviamo a Capannelle. Una bruttissima conca deturpata da strade sassose e polverose e impianti di risalita. In inverno questa è una località sciistica e le strade sassose non sono altro che piste da sci. Ruspe e camion stanno devastando ancora di più la conca.
Ci fermiamo per uno spuntino e poi si riparte. Una discesa fra i faggi e si passano alcuni ruscelli. Ecco la bergeries di Scarpaccedje e successivamente quella molto bella d’Alzeta. Non resta quindi che fare un’ultima salita verso Bocca Palmente e poi quasi 3 ore di discesa verso Vizzavona.
Ora non resta che salutare Fabien e gli altri compagni di viaggio che proseguiranno fino a Calenzana (GR20 completo). Prendo posto alla gite del rifugio che si trova proprio davanti alla stazione e vado a consultare orari e mezzi. Il treno parte alle 10 ma ben più comodo è il bus che transita alle 8.40. il cartello di bus-stop è appena accennato ma più che sufficiente (una lamiera arrugginita senza alcuna indicazione).
Si cena alla gite con altri compagni di viaggio e poi a nanna. Loro hanno deciso di terminare le loro vacanze andando a Porto. Partiranno domani alle 5 per oltre 9 ore di marcia.
3 agosto 2011
RITORNO
Colazione e poi bus. In 2 ore e mezzo si arriva a Bastia. La Corsica Ferries parte alle 13.30 quindi ho tutto il tempo per riposarmi, fare il biglietto ecc.
CONCLUSIONI
Il tratto sud è completamente diverso da quello nord. Sicuramente meno spettacolare (salvo nei tratti in cresta), ma non meno impegnativo.
I continui sali-scendi e la lunghezza delle tappe (specialmente in versione 5 tappe) mettono a dura prova i piedi e le gambe.
Se dovessi dare un consiglio direi che se si hanno meno dei 15 giorni canonici per il percorso completo opterei per il solo tratto Nord. Ma di soluzioni ce ne sono tante e tutte egualmente valide. Molti sono i percorsi alternativi o le liaison per uscire/entrare in qualunque momento. Un po’ di studio sulle carte, tanta determinazione e un buon allenamento, e il gioco è fatto.
… e il prox anno che si fa?
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Marco Lascialfari, nonostante non abbia la frangetta e non sia neppure una ragazza (ve ne siete accorti per caso?)… è l’autore di questo post e il protagonista di questa esperienza.
Se volete scrivergli: fringeintravel@gmail.com
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