Beato chi ha saputo aspettare. E non ha consumato le ferie durante il costoso periodo di Natale e Capodanno: ora può scegliere lo sci migliore – a buon mercato, soleggiato, non affollato – scegliendo tra le località dove la stagione sciistica si prolunga a lungo perché la neve è sempre abbondante e le offerte di fine stagione permettono di regalarsi una vacanza anche nei luoghi dove i prezzi non sono sempre a buon mercato.
APRILE: LO SCI MIGLIORE E 2000 KM DI PISTE
C’è un posto, in Svizzera, dove la neve è garantita fino ad almeno tutto aprile. Dove i panorami sono grandiosi, le cime vertiginose e le piste talmente estese che non bastano tre giorni di sci per coprire l’intera area. È il comprensorio sciistico delle 4 Vallées, nel cantone del Vallese (raggiungibile dall’Italia in due ore di treno, da Milano a Sion): quattro valli e cinque stazioni sciistiche per 2000 chilometri di tracciati, 36 aree sciistiche, 45 cime oltre i 4.000 metri, 300 giorni di sole l’anno, le più alte piste da sci di tutta la Svizzera e la più lunga, per slittino, della “Svizzera romanda” (a La Tzoumaz).
NENDAZ: GRANDE SCI A PICCOLI PREZZI
Da dove cominciare? Dal comprensorio sciistico di Nendaz, a una ventina di minuti di bus da Sion, non soltanto perché è facilmente raggiungibile ma perché, qui, lo sci è davvero di quelli da togliere il fiato. Nendaz ha più di 92 impianti di risalita e 412 chilometri di piste (l’accesso più facile è da Siviez). Con 12 chilometri di piste per sci di fondo, 100 chilometri di percorsi per sci alpinismo e 40 chilometri di itinerari per racchette da neve, ce n’è davvero per tutti i gusti (info qui). I prezzi? Ad aprile 6 giorni di sci costano 355 franchi svizzeri (cioè 301 euro, dal 3 al 29 aprile), ma i bambini pagano 178 franchi e, i piccoli nati dal 2011, sciano gratis. Se poi si acquista (41,50 euro) la Carte Club 4 Vallées si scia a tariffe agevolate tutto l’anno, secondo il calendario pubblicato on line (guarda qui) che prevede, nei giorni 1, 7, 8, 14, 21, 22, 28 e 29 aprile, sconti del 50 per cento sullo skipass. E per chi volesse approfittare, l’anno prossimo, dell’intera stagione sciistica lo skipass annuale costa 233 franchi svizzeri, cioè 198 euro!
PISTE MITICHE: MONT FORT
Gli svizzeri dello sci amano il giallo, ovvero le piste messe in sicurezza ma non battute, deliberatamente. Sono fuoripista controllati e leciti per chi ama cimentarsi con più tecnica e adrenalina, con gobbe e neve fresca per mettere alla prova gambe e preparazione fisica. Un colore inedito, per noi italiani, abituati a divertirsi su tracciati blu, rossi o neri. Straordinaria, per arditezza e panorama, la mitica pista di Mont Fort che, con i suoi 3.330 metri di altitudine, è la più alta del comprensorio. È accessibile con la funivia da Siviez (sopra a Nendaz) o da Verbier. Il panorama è da brivido: lo sguardo vola sulla Val de Bagnes e sul lago artificiale Mauvoisin, dominati dal Cervino, dal Grand Combin, dal Monte Bianco, dal Dents du Midi, fino alla Valle del Rodano e alle Alpi bernesi. Il dislivello, temibile: il muro che si apre sotto gli sci ha una pendenza tale (40%) da rendere rischioso l’accesso ai gatti delle nevi. E il manto, zeppo di gobbe. Per i molleggiatissimi in grado di affrontare le gobbe una per una, senza sosta.
LA PISTE DE L’OURS
Ghiacciai, canalini nella roccia, boschi e pianori infiniti: lo sci, nel comprensorio di Nendaz, si fa ricordare anche per la spettacolarità del paesaggio, di straordinario respiro. A sud della cittadina di Sion, capitale del canton Vallese, otto minuti di cabinovia portano da Veysonnaz, celebre per le numerose gare di Coppa del Mondo che ha ospitato, a Thyon, località che per gli sciatori è sinonimo di Piste de l’Ours, una delle più belle (e difficili) al mondo. Una fama meritata per questo percorso, che inizia a 2.100 metri e scende tra i boschi innevati affrontando 630 metri di dislivello con il 51% di pendenza. Quasi tre chilometri di adrenalina pura tra incredibili conifere secolari con il cielo mosso dai colori delle vele dei parapendii (per provare l’esperienza contattate Element’air, tel. 0041.79.254.72.40).
SCI E RIFUGI
Più adatta a chi ama le discese comode è la zona tra Les Ruinettes, Attelas e La Chaux, dove i tracciati sono rossi e blu. Un anfiteatro bianco perfetto anche per la sosta in quota: a Le Dahu, sulle piste de La Chaux (cucina gourmet nella scenografica terrazza dominata dal Bec des Rosses e affacciata sul massiccio dei Combins), e a La Vache, all’arrivo dello skilift intitolato al cantante James Blunt, da tempo residente in paese. Tra cuscini in loden, contenitori per il latte e tavoli in legno si gustano zuppe, goulash, panini e pizze. Nella coda del pomeriggio, quando il ghiaccio assume una sfumatura lilla, i pensieri volgono già al meritato relax serale. Dove mangiare? All’Auberge des Bisses (Route de Planchouet 208), lungo il corso delle bisses di Nendaz, gli storici canali di irrigazione che, dal centro del paese, si dipanano nei dintorni. La sua fonduta di raclette vallesana è cremosa e saporita, degna della fama gourmand del Vallese (il cantone ha 72 ristoranti gourmet premiati complessivamente con 996 punti Gault&Millau e 13 stelle sulla Guida Michelin). La notte,invece, è all’Hôtel Nendaz 4 Vallées & Spa, quattro stelle tutto legno, pietra e arredi alpini-chic che si fa ricordare per la grande Spa des Bisses (2.200 mq; provate il peeling all’albicocca, specialità locale), il carnotzet L’Aigle (ristorante tipico con le specialità vallesane: fondue di raclette e l’Assiette Valaissane, a base di formaggio, carne secca e pane di segale) e un ascensore che permette di raggiungere gli impianti per Tracouet in un attimo. Pronti per un’altra memorabile giornata sugli sci.
MAI PROVATO A SUONARE IL CORNO?
Agli aspiranti suonatori di corno delle Alpi va detto che lo strumento richiede una certa applicazione: poco fiato (è inutile soffiare forte) e gran virtuosismi di labbra, da far vibrare modulando le note con l’aiuto della lingua. Suonare il corno delle Alpi non è facile, ma imparare (o almeno provarci) è possibile e divertente con i corsi, aperti a tutti, organizzati dall’ufficio del turismo di Nendaz (15 franchi svizzeri, 1 ora e mezza). È un simbolo nazionale, usato sin dall’antichità per trasmettere segnali sonori o radunare il bestiame al momento della mungitura. I mandriani svizzeri lo usano anche per intonare canzoni e melodie popolari a quattro e cinque parti, suonando con altrettanti corni; i musicisti più navigati per intonare melodie classiche (Sinfonia pastorella per corno delle Alpi e archi in Sol Maggiore, Leopold Mozart o Parthia su strumenti di contadini di Georg Druschetzky), jazz e contemporanee. Al pari dei didgeridoos, dei bambù o delle trombe di legno indiane e dei corni di legno africani, il corno delle Alpi è lo strumento musicale svizzero per eccellenza, con tanto di festival internazionale annuale: l’Alphornfestival di Nendaz (dal 20 al 22 luglio). Imperdibile.
UN MARE DI VINO
“Ciò che mi trattiene ancora è questo meraviglioso Vallese”, scriveva Rainer Maria Rilke che vi soggiornò dal 1921 al 1926 (è sepolto nel borgo vallesano di Raron), affascinato dalla “magia di luoghi unici” come Sierre e Sion viste “per la prima volta durante la vendemmia”. Il Cantone Vallese è un’incredibile distesa di vigneti e il maggiore produttore di vino della Svizzera, dai numeri impressionanti: 5.259 ettari di superficie vitata, cioè un terzo dell’intera estensione del cantone. Più di un terzo della produzione elvetica proviene infatti da qui (42 milioni di litri l’anno), dalla vallata superiore del Rodano. Dal treno, la vista sul mare di vigne terrazzate del Vallese lungo i 55 chilometri che separano le cittadine di Leuk e Martigny, dove si snoda “la strada del vino”, è uno spettacolo. Strette e lunghe (i tablar) o arrampicate su ripidi pendii, sorrette da muri a secco e irrigate da una lunga rete di canali, le Bisses, che portano a valle lo scioglimento della neve dalle montagne e che, d’estate, si trasformano in originali percorsi escursionistici. Una ricchezza (60 vitigni differenti) che, a tavola, si concretizza in un mosaico di vini dal sapore fruttato e gusto secco (il bianco Fendant, il più comune, perfetto se abbinato alle specialità vallesane come la raclette e la fonduta), nell’esclusivo Petite Arvine e nel celebre Dôle, rosso, rotondo e corposo (frutto della combinazione di Pinot Noir e Gamay).
COME MUOVERSI: LO SWISS TRAVEL SYSTEM AG
Per viaggiare in “stile svizzero”, un biglietto unico nel suo genere: lo Swiss Travel Pass permette viaggi illimitati su treni, bus e battelli, oltre che su alcune rotte panoramiche come quelle del Glacier Express, del Bernina Express, della Linea GoldenPass o del Gotthard Panorama Express. I trasporti pubblici di oltre 90 città in Svizzera, uno sconto del 50% sulla maggior parte dei treni alpini e l’entrata gratuita in più di 500 musei sono inclusi.
Con il Grand Train Tour of Switzerland, lo Swiss Travel System offre la possibilità di scoprire tutto l’anno le più belle strade panoramiche e le località in alta quota che si trovano lungo i percorsi (info qui).
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