5 posti segreti di New York svelati da un «urban explorer»

Non so voi, ma, personalmente, tutte le volte che mi ritrovo a visitare uno di quei luoghi super celebri e popolari come New York farei di tutto per avere accanto una persona che sappia farmi da vera guida. Non qualcuno che mi porti a fare le solite cose da turista (stile: «facciamo una foto dove fingiamo di sorreggere la torre di Pisa»), ma una di quelle persone che conosce i luoghi giusti, dove i turisti sono pochi o insistenti, dove la città esprime la sua anima più genuina.

Insomma: uno urban explorer come Piero Armenti (nella foto sopra), salernitano di 38 anni trasferito a New York dal 2011 e che ha fatto della conoscenza approfondita di questa metropoli un nuovo tipo di professione. Tutto è partito da un dottorato che lo ha portato oltreoceano per 3 mesi, tempo che a Piero è bastato per innamorarsi follemente della città e decidere di restare.

Dopo aver studiato quella decina di libri necessari, Piero è riuscito a passare l’arduo esame per diventare operatore turistico a New York. Da lì ha dato avvio alla sua avventura di esploratore urbano, che non ha niente a che fare con quella dell’operatore turistico più tradizionale. Per capire davvero un luogo, infatti, non basta viverci e conoscerne i monumenti principali.

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«Lo urban explorer è un mestiere che si fa a piedi, animati dalla curiosità, dalla voglia di catturare dettagli e chiedersi che storia nascondono. Parliamo di una persona che cerca con costanza tutto ciò che è nuovo e ignoto. Lo urban explorer parla con la gente, scopre, si fa delle domande ed è una figura nuova resa possibile anche dai più recenti mezzi tecnologici», racconta Piero: «Tutto è iniziato quando mi sono messo a girare per la città e a raccontare le mie scoperte su giornali e social. I positivi riscontri mi hanno spinto a trasformare questa passione in un’idea imprenditoriale, così ho fondato il tour operator Il mio viaggio a New York, specializzato sulla città con proposte non convenzionali. Siamo stati i primi, ad esempio, ad offrire il tour delle terrazze panoramiche».

Quanto è diversa la città di oggi da quella che, ad esempio, ho visitato io appena dopo l’11 settembre 2001?
«Molto, perché New York non si mai ferma: da qui l’importanza del mio mestiere. Oggi la città si trova in uno stato di grazia, si vede anche solo dai grattacieli in corso di costruzione. La New York che vediamo ora, però, è diversa da quella che vedremo anche solo tra 2 o 3 anni. New York cambia in continuazione, ha edifici che compaiono e scompaiono velocemente, è incubatrice di nuove tendenze ma anche ricca di storia per essere una città statunitense. È un mosaico pazzesco, un crocevia di persone unico per la quantità di offerta culturale, culinaria, artistica, musicale. Poi, ha quell’ottimismo del sogno newyorkese che si respira sempre».

A questo punto, tutti vogliamo sapere quali sono i posti da non perdere della New York di oggi, che va ben oltre la zona più classica di Manhattan. Volete scoprirli? Sfogliate la gallery

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