di Angelica Brigas e Alessia De Iure
“Le donne reggono il mondo“, è il titolo di un libro edito qualche anno fa da Altreconomia. Sono proprio le donne, in luoghi marginali come l’Abruzzo montano e la Sardegna ancestrale, quella lontana dai soliti circuiti turistici “sole e mare”, a portare avanti esperienze di resistenza e resilienza quotidiana che rendono vivi questi territori.
E’ possibile fare un viaggio in Abruzzo, incontrando alcune di queste donne: abruzzesi tornate da città più grandi per vivere e lavorare nella loro terra, e abruzzesi acquisite che, ad un certo punto, hanno deciso di cambiare la propria vita, trasferirsi in questo pezzetto di Italia e metter su una piccola attività economica. Cosa unisce queste donne? L’amore viscerale per l’Abruzzo, che sanno trasmettere a chi decide di scoprire questa regione facendosi guidare da loro. “Spesso ci ritroviamo ad insegnare ai nostri concittadini la consapevolezza della bellezza dei nostri paesi. Noi, come tante altre, abbiamo deciso di attingere dalle nostre radici e dare un valore aggiunto: con noi la tradizione si contamina, si rinnova e si innova.”
Donne imprenditrici, agricultrici, artigiane, che con la loro passione, le loro menti e le loro mani, animano antichi saperi che vanno dall’ arte della tessitura alla coltivazione della vigna, dalle ricette delle nonne all’ ospitalità autentica delle genti abruzzesi…“Viaggio in Abruzzo, tra i borghi dell’Aquila attraverso storie e mani di donne” è il titolo di una proposta di viaggio in cui queste donne, magiche in un certo senso, ci accompagneranno alla scoperta di borghi, prodotti locali e luoghi di quell’Abruzzo minore in cui arrivare solo mano nella mano con qualcuno che quei luoghi li vive ogni giorno.
Dall’Abruzzo alla Sardegna, due terre separate dal mare, ma unite dal legame profondo per il prezioso saper fare delle antiche comunità agropastorali, la magia tutta al femminile continua… Inoltrandoci tra i gli angoli più nascosti dell’isola incontriamo le Janas moderne…Ma chi erano le Janas?
Nella terra dei riti ancestrali , dove storia e remote credenze convivono tuttora, un’antica leggenda narra di magiche creature, simili a fatine, che si dice abitassero nelle Domus de Janas, casette di pietra secondo l’immaginario collettivo, necropoli prenuragiche nella realtà.
Il mito racconta che queste fate, provenienti da mondi lontani, insegnarono alle donne sarde l’antica arte della tessitura. Un filo corre, dalla notte dei tempi, e unisce il mito alla realtà, catapultandoci come d’incanto dalle preistoriche Domus de Janas ai laboratori artigianali di tessitura di oggi.
“Le vie d’incanto delle Janas“, questo il nome di un viaggio in Sardegna, che attraverso le storie di donne e telai, natura e bellezze archeologiche, ci fa rivivere le suggestive atmosfere di questa antica arte. Maistas artigiane, così si chiamano le tessitrici sarde, che incontriamo tra i borghi dell’isola: sono donne resilienti, che hanno trasformato una passione in un mestiere, una mission per la vita, il cui obiettivo principale è quello di preservare un saper fare millenario, ma con uno sguardo sempre attento al divenire.
Due viaggi speciali, in due terre distanti geograficamente ma legate dal filo rosso della passione, dai volti femminili, dalle mani sapienti e dalle preziosi arti di queste donne…Due esperienze in cui le trame di vita quotidiana intrecciano il magico ordito del passato e la forza visionaria del futuro: non è tempo di rimpianti, nè di lamentele, perché le “donne reggono il mondo” e trovano sempre dentro di loro la forza per cambiarlo!
(…to be continued)
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via “Viaggiare al femminile”: dall’ Abruzzo montano alla Sardegna ancestrale
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