Carnevale sulla neve all’Aprica: piste, feste e piatti tipici

Foto Previsdomini - Tirano -Sondrio

La neve è abbondante: un manto bianco e compatto che supera i 200 centimetri in vetta al Palabione, il monte che con i suoi 2.350 metri d’altezza domina l’Aprica. Ma non c’è solo quella.
Con il Carnevale alle porte, chi arriva nella località valtellinese per la settimana bianca troverà ad attenderlo anche un ricco programma di animazione per grandi e piccini, che parte giovedì 15 febbraio con la tradizionale Festa par i sciori – un omaggio al tempo che fu, fra vecchi mestieri e offerte di prodotti tipici, lungo le strade dell’antica contrada di San Pietro decorate da colorati murales -, per finire il 24 febbraio con la Sunà da Mars, evento folcloristico in costume con parata lungo le vie del paese. In mezzo, sabato 17, giorno del Carnevale ambrosiano, l’irrinunciabile sfilata di maschere e la fiaccolata serale accompagnata da distribuzione di chiacchiere e vin brûlé.
Fra un evento e l’altro, il divertimento si sposta sulla neve. Per gli appassionati di discese la grande festa sono infatti gli oltre 50 chilometri di piste per sciatori e snowborder che si snodano in uno scenario incantevole, all’interno del Parco regionale delle Orobie Valtellinesi. E, tutt’attorno, alcuni dei gruppi montuosi più imponenti d’Europa, dal massiccio del Bernina all’Adamello-Presanella, fino all’Ortles-Cevedale, che si staglia in lontananza nelle giornate più limpide e luminose.

SCIARE ALL’APRICA: TRACCIATI PER TUTTI

Le tre aree che compongono il comprensorio – Palabione, Magnolta, Baradello – sono collegate sci ai piedi e offrono tracciati per tutti i gusti e le capacità, dai più adrenalinici ai più semplici e panoramici. Gli esperti non rinunceranno a misurarsi con la Benedetti, una nera molto tecnica che dai 2.300 metri del Colle Pasò corre per oltre due chilometri con pendenze notevoli e “muri” impegnativi; mentre i principianti si godranno la vista sulla bassa Valtellina fin quasi a Sondrio dalla Superpanoramica del Baradello, un’azzurra lunga oltre 6 mila metri.
Fra le piste più frequentate, la “C” del Palabione, e non solo per il tracciato in mezzo ai boschi: qui l’attrazione sono gli stambecchi, i camosci, i caprioli e gli altri animali dell’Osservatorio eco-faunistico che si affacciano a bordo pista (oltre la rete di protezione) attirando l’attenzione degli sciatori. I fan dello sci alpinismo trovano percorsi dedicati: lungo il Tumel si sale fino ai 2.000 metri di quota della Magnolta evitando le piste, su cui è possibile lanciarsi, invece, per il ritorno.
Tutte le discese portano in paese. Ed è il bello dell’Aprica, dove basta uscire dall’albergo per ritrovarsi sulle piste. Gli impianti di risalita per tutte e tre le aree partono dall’abitato e sono raggiungibili senza ricorrere a mezzi di trasporto (sebbene, per i più pigri, sia attivo un servizio navetta). L’altro fiore all’occhiello è la vasta zona di campi scuola a ridosso del paese, attrezzata con strutture ad hoc dove bambini e principianti possono imparare a muovere i primi passi sugli sci in tutta sicurezza e con grande divertimento.

FONDO, CIASPOLE E FAT BIKE

I patiti del fondo hanno il loro paradiso nell’Oasi naturale di Pian di Gembro e sul pianoro di Trivigno: 14 chilometri su due anelli che si inoltrano in boschi di pini e piane, per un’immersione totale nella natura. A Pian di Gembro sono disponibili pure tracciati per passeggiate con le ciaspole e per nordic walking. Ma la Riserva è anche meta degli appassionati di fat bike, la moda del momento, che si inventano percorsi sulla superficie ghiacciata del lago e in mezzo agli alberi, fino a una terrazza naturale con vista spettacolare dell’Alta valle. La pausa pranzo si fa fra le salette rivestite in legno o ai tavoli all’aperto del Ristoro Pian di Gembro (via per Trivigno, tel. 0342.74.69.18) dove è d’obbligo un assaggio di chisciòi, frittelle di grano saraceno e formaggio servite con insalata di cicorino, e dei dolci fatti in casa, dalla crostata di segale ai lamponi alla meringata artigianale.
Anche nelle ski area sono tanti i rifugi in quota o a fondovalle dove fermarsi a mangiare dopo una mattinata sugli sci. All’arrivo della cabinovia del Palabione, a 1.700 metri, il Ristoro Pasò si presenta come un classico bar e self service, ideale per gli sciatori impazienti di rimettersi in pista, ma dispone anche di una piccola sala appartata con servizio ristorante e un menu di pietanze valtellinesi preparate con grande cura. Da provare il piatto forte: polenta taragna con spezzatino di cervo o con funghi trifolati.

BRESAOLA E PIZZOCCHERI

A fondovalle, ai margini del paese, Baita Le Lische è uno degli indirizzi doc di Aprica, aperto anche la sera. Si cena in una deliziosa sala con camino scoppiettante serviti dal personale in abiti tradizionali. Oltre ai sapori tipici della gastronomia locale, dai taglieri di bresaola Igp e formaggi Dop, come il casera e il bitto, agli tzigoiner, grossi spiedi di carne cotti alla brace, in tavola arrivano eccellenti risotti, la specialità della casa: molto riusciti quelli al casera e rosmarino e alla barbabietola con gelato al gorgonzola, da accompagnare con una bottiglia di Valtellina Superiore Docg, vanto dell’enologia locale, come l’Inferno della cantina Plozza di Tirano, prodotto con le uve coltivate sui terrazzamenti di fondovalle. Da queste parti, in tema di cibo, pizzoccheri e sciatt, le frittelline con cuore di formaggio fuso, sono un must. Fra i migliori, quelli serviti dal ristorante Ambrosini, sulla via principale del paese. Stessa insegna e stessa gestione del vicino Meublé di recente costruzione: un quattro stelle di sole 10 camere con centro benessere, ideale per chi ama gli ambienti raccolti ma dal sapore contemporaneo.

OSPITALI PER TRADIZIONE

L’Aprica ha una lunga tradizione di ospitalità. Il primo albergo, l’hotel Aprica, è stato inaugurato nel 1873 ed è tuttora in funzione. Negli anni ha conservato la tipica architettura di montagna, la gestione familiare (arrivata alla quarta generazione) e il calore e l’intimità di una casa privata. Chi viaggia in famiglia all’hotel residence Serenella, in un’elegante palazzina inizi Novecento, trova camere doppie e triple molto confortevoli e tutte attrezzate con cucina. Dopo una giornata sulla neve ci si rilassa nel centro benessere dotato di sauna, bagno turco, idromassaggio, aperto su prenotazione anche agli esterni, mentre il lounge bar Black Stone è un buon indirizzo per aperitivi e dopocena con musica di sottofondo.
A vacanza finita, prima di ripartire, inevitabile una sosta alla storica macelleria di Claudio Negri (via Roma 228, tel. 0342.74.61.66) nel centro del paese, per far scorta di bresaola, bitto, casera, stravecchio e altre bontà del territorio, compreso il poco conosciuto “violino”, un prosciutto di capra a forma di violino, appunto, prodotto con metodi artigianali ed entrato fra i presidi Slow food. Per riportarsi a casa i sapori della Valtellina.

Tutte le info per organizzare la vacanza sul sito ufficiale dell’Azienda turistica: apricaonline.com.

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