Possono bastare 48 ore per vedere Amsterdam? Per conoscerla a fondo probabilmente no, ma nello spazio di un weekend è possibile riuscire a farsi un’idea della città.
Con poco tempo a disposizione è necessario fare una selezione: in occasione del mio ultimo viaggio, ho scelto di concentrarmi su una serie di cose che non avevo ancora avuto occasione di vedere, rinunciando ad altre che avevo visto in passato. Da questo elenco mancano tutti i musei più famosi, come il Rijksmuseum, il Van Gogh e lo Stedelijk Museum, per il semplice motivo che ci ero già stata. Ho deciso dunque di dedicare più tempo a quelle mete che conoscevo poco o niente, vedendo Amsterdam da un punto di vista (per me) nuovo.
Cosa fare ad Amsterdam: il tour in barca
Vedere la città dall’acqua è un ottimo modo per farsi un’idea delle attrazioni principali. La maggior parte dei tour parte dal Damrak (qui la posizione –> Google Maps), il canale a metà strada tra Piazza Dam e la Stazione Centrale, lì è possibile acquistare i biglietti dalle varie compagnie. Le crociere si equivalgono sia per prezzi che per percorso: i tour prevedono in media un’ora di navigazione lungo canali dai nomi impronunciabili come Prinsengracht e Herengracht, sotto le facciate inclinate delle case di Amsterdam, attraverso il quartiere a luci rosse.
Lungo il canale Singel, dall’acqua si ha una prospettiva diversa sul Bloemenmarkt, l’unico mercato galleggiante al mondo. È costruito su barche coperte da vetri dove si susseguono per trecento metri venditori di bulbi, fiori recisi e piante. Una fila lunghissima di tulipani colorati che con i loro colli esili spuntano da migliaia di vasi e ceste.
Cosa provare ad Amsterdam: i pannenkoek
Viaggiando non si smette mai di imparare: io per esempio ero convinta che i pancake fossero un’invenzione americana, ma ad Amsterdam ho scoperto che gli olandesi non sarebbero d’accordo.
Il pannenkoek, una sorta di crepe fatta con farina di grano saraceno, uova e latte, ha avuto origine nel vecchio continente secoli fa per essere poi esportato nel nuovo mondo. Non sono riuscita a scucire informazioni più precise dagli olandesi con cui ho parlato, ma è certo che i pannenkoeken hanno origini molto antiche, tanto che un tempo esistevano delle pannenkoekenhuizen, delle “case del pancake” specializzate nella preparazione e nella vendita di questo cibo da strada.
Ora vengono serviti in locali moderni, ma la ricetta non è cambiata molto: all’impasto di base vengono aggiunti ingredienti dolci come le mele o i canditi, oppure salati, come le patate e il bacon. Un unico avvertimento: anche se è sottile e sembra poco consistente, in realtà un pannenkoek è più che sufficiente per placare la fame a metà giornata.
Dove mangiare ad Amsterdam: in un mulino
Poco prima di partire per Amsterdam ho scoperto che il più grande mulino dell’Olanda si trova proprio in città, e non a Zaanse Schans o a Kinderdijk, che normalmente sono le destinazioni più gettonate per trascorrere una giornata tra i mulini a vento. Non avendo tempo per una gita fuori porta, ci siamo accontentati di vedere quindi il più grande mulino del paese, situato a Oosterpark, nella zona est della città. Si raggiunge facilmente in una ventina di minuti di tram dal centro, scendendo alla fermata di Pontanusstraat sulla linea 14. La curiosità di questo mulino, oltre al fatto che i suoi locali un tempo ospitassero dei bagni pubblici, è che ora al suo interno si trova un birrificio artigianale. Brouwerij ‘t IJ ha una selezione di oltre trenta birre, la maggior parte con certificazione biologica. Si possono provare direttamente nel birrificio, accompagnandole ad alcuni piatti a base di salumi, salsiccia e formaggio Skeapsrond. Come in molti locali in Olanda, si presta molta attenzione all’ambiente: la polpa del malto avanzato dalla produzione della birra viene utilizzato per alimentare le pecore il cui latte dà il formaggio servito nel mulino.
Nelle giornate meno fredde è possibile mangiare in riva al canale. Meglio arrivare qualche minuto prima dell’apertura, perché i posti non sono molti e il locale tende a riempirsi in fretta.
Cosa fare ad Amsterdam: passeggiare tra i banchi dell’Albert Cuypmarkt
Si trova un po’ di tutto tra i banchi del mercato che da oltre cento anni, dal lunedì al sabato, è il punto di riferimento del quartiere De Pijp. Si tratta di una zona dal passato industriale, dove vennero costruiti appartamenti-dormitori per gli immigrati turchi, spagnoli, portoghesi e marocchini che si erano trasferiti qui per lavorare alla Heineken. Una strada lunga meno di un chilometro dove agli inizi del 1900 operai, artigiani e impiegati ogni giorno compravano quello che serviva: dai beni alimentati agli abiti agli oggetti per la casa dai carretti dei venditori ambulanti. Nacque così quello che oggi è il più famoso mercato della città.
Posizione del mercato su –> Google Maps
Si può comprare un po’ di tutto: capi di abbigliamento, stoviglie e pentole, borse, souvenir, fiori.
Ma la cosa che mi interessa maggiormente sono le bancarelle che vendono cibo: frutta, verdura, carne e pesce – freschi, da portare a casa e cucinare, o già cotti, da consumare sul posto. Partiamo dal kibbeling: pezzi di pesce, in questo caso sgombro, impanati e fritti sul momento e servito ancora bollente. Poi un assaggio di broodje haring, l’aringa marinata in un panino con cipolle e sottaceti. Un’ultima tappa al banco del pane, per comprare una fetta di roomboter cake, un dolce simile al plumcake, ma molto più burroso.
Cosa (non) fare ad Amsterdam: Heineken Experience
La zona ha subito lo stesso destino di altri quartieri che un tempo ospitavano soprattutto fabbriche e operai: da zona poco raccomandabile, negli anni De Pijp, a ovest rispetto alla cintura dei canali, è diventato un quartiere multietnico e vitale, ricco di bar, ristoranti, locali e negozi.
La storia del quartiere gira intorno alla sua fabbrica più famosa, la Heineken, che da piccolo birrificio fondato alla fine dell’Ottocento è diventata una potenza presente in oltre 65 paesi. Sarà che non amo particolarmente storie di questi giganti del food che nella loro marcia calpestano tutto ciò che trovano sul loro percorso, ma il tempo trascorso all’interno dello stabilimento per partecipare al tour interattivo Heineken Experience mi ha lasciata indifferente. Un paio di ore dove si passa attraverso la storia del birrificio con una serie di tappe adatte a un parco di divertimenti per bambini e ragazzi, un po’ meno per un pubblico adulto.
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via 48 ore ad Amsterdam: quattro cose da fare (più una da non fare)
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