Norvegia: da Tromsø ad Hammerfest, inseguendo l’aurora boreale

Francesco Verugi

È nel buio gelato del Grande Nord che lo show cosmico dà il meglio di sé. Particelle cariche di energia elettrica, spinte dal vento solare verso la Terra a una super velocità, incontrano il campo magnetico terrestre, vengono attirate in circolo verso il Polo Nord, dove interagiscono con gli strati superiori dell’atmosfera e sono scintille. È il fenomeno delle Northern Lights, o aurore boreali, come le battezzò Galileo Galilei nel 1618. Uno spettacolo riservato a chi sta tra i 60 e i 70 gradi di latitudine nord.
L’attività solare è al suo apice fino a marzo, regalando emozioni sicure: nastri verdi che danzano nel cielo, spot luminosi, bagliori fluorescenti e archi. Lo sostiene la Nasa insieme a diversi Istituti Internazionali di ricerca, e il Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) che studia e controlla le condizioni dell’Atmosfera e degli Oceani: il suo sito monitora ogni mezz’ora l’attività solare.
Per gli aurora hunters è il momento di fare le valige e partire per le alte latitudini: è nelle regioni artiche (e antartiche), infatti, che il magnetismo terrestre è più forte, l’inquinamento luminoso minimo e gli orizzonti grandi come un immenso palcoscenico in attesa che il sipario si alzi.

A KIRKENES, NEL FINMARK, A CACCIA DEL GRANCHIO REALE

Kirkenes è l’ultima fetta di Europa del nord, incastrata tra la Finlandia e la Russia. La regione è quella del Finnmark, la Lapponia norvegese, alla stessa latitudine dell’Alaska e della Siberia, un’area di 48.000 chilometri quadrati abitata da sole 76.000 persone: pescatori, cacciatori e allevatori di renne.
Le temperature invernali a Kirkenes scendono regolarmente a meno 15 gradi, il paesaggio è bianco e silenzioso, tra tundra e fiordi ghiacciati e una manciata di abitanti che quando la neve copre le strade si muovono in slitta. Una cittadina che si è sviluppata attorno all’attività mineraria e rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale, oggi patria di sua maestà il granchio reale. È arrivato dalla Kamchatka, ha varcato il confine e invaso il mare di Norvegia. Se ne pescano a tonnellate e senza troppa fatica, una vera prelibatezza che viene esportata e venduta anche a 50 euro al chilo. Gli chef ne vanno pazzi e non è difficile capire il perché. Basta un boccone – dolcissimo – ed è amore al primo assaggio. Alle battute di pesca si può partecipare: ne organizzano tutti i giorni. Si parte dal Kirkenes Snow Hotel con la motoslitta per raggiungere il fiordo ghiacciato e una volta issate le nasse colme di granchi, si assaggia rientrando in hotel: squisito. Il buio scende e la notte diventa un’esperienza spettacolare quando l’aurora si accende nel cielo.

AVVISTARE L’AURORA BOREALE A BORDO DEL POSTALE DEI FIORDI

Da Kirkenes ci si può imbarcare con una delle navi della flotta Hurtigruten, il postale dei fiordi, che arriva a Bergen e ritorno. È il mezzo migliore per vedere l’aurora boreale in Norvegia: in mare aperto non c’è inquinamento luminoso e la possibilità di osservazione è a 360°. Percorre una rotta chiamata la “statale n 1”, la via per rompere l’isolamento dei villaggi più remoti d’Europa, dal 1893 quando Richard With, un capitano della marina mercantile, decise di rischiare creando una linea marittima che attraversasse il Circolo Artico anche in pieno inverno.

TROMSØ: COSA VEDERE NELLA CAPITALE ARTICA

A Tromsø, punto di partenza delle prime spedizioni polari da Amundsen a Nobile e del turismo artico, ci si arriva attraversando il cuore del Finnmark e facendo scalo a Hammerfest, tutta luci e navi nel porto.
La città, separata da un fiordo e sorvegliata da montagne imbiancate, è bellissima con la sua Cattedrale Artica progettata da Jan Inge Hovig che spicca come un iceberg. Sul 69° parallelo a nord dell’Equatore è internazionale e multietnica. Qui religioni, idiomi e abitudini culturali s’intrecciano ospitando persone di oltre cento nazionalità differenti. Lo skyline è un costante divenire: architetture moderne e cubiche e vecchie case di pescatori che resistono al tempo si mescolano. Per meglio capire la sua personalità vale una visita il Perspektivet Museum (Storgata 95) con mostre contemporanee sulla diversità culturale, etnica, linguistica e religiosa della regione. Vicino al porto invece c’è poi Polaria (Hjalmar Johansensgt 12), centro di divulgazione scientifica sull’Artico e in una casa del 1830, il Museo Polare (Søndre Tollbodgt. 11), con storie di mare e esploratori. È nel centro storico, a un passo da mare, dove si concentrano le case più antiche: la più vecchia risale al 1798 ed è proprio di fronte al museo.
La cultura, come sempre, passa anche dalla tavola. Meglio se di tradizione. Da Ølhallen Beer Hal, il pub più antico di Tromsø, servono piatti tipici accompagnati da Mack, ottima birra locale. Buon pesce si assaggia da Skirri, ristorante affacciato sul porto, oppure per un lunch a base di zuppe e tapas di verdure si prenota da Agenturet (Sjøgata 12). Se quanto si dice è vero, si può star certi di trovare sempre un posto a tavola a Tromsø: sembra che in città sedie e sgabelli di bar, caffè e ristoranti sono in grado di accomodare tutti i suoi 70 mila abitanti contemporaneamente.

INFORMAZIONI PRATICHE: COME ARRIVARE

Con Giver Viaggi, leader del Grande Nord e agente generale per l’Italia di Hurtigruten, il postale dei fiordi norvegesi, si possono prenotare programmi di gruppo con accompagnatore in lingua italiana o su base individuale. L’osservazione dell’aurora a nord del Circolo Polare Artico in Norvegia può essere effettuata con particolare successo a bordo di una delle 12 navi della flotta Hurtigruten, in mare aperto non c’è inquinamento luminoso e la possibilità di osservazione è a 360°, oppure nei dintorni di Tromsø con escursioni notturne dedicate. I programmi di gruppo partono da € 760 con osservazione dell’aurora a Tromsø e € 1.350 con navigazione di 2 giorni a bordo del postale inclusa. Le soluzioni individuali partono da € 580.

AURORA BOREALE: COME SI ORIGINA IL FENOMENO

Le aurore sono tempeste luminose che si creano quando le particelle di energia chiamate fotoni, provenienti dal sole, bombardano la terra. La forza esercitata dal campo magnetico terrestre devia i fotoni verso entrambi i poli, dove le particelle si scontrano con lo strato più esterno dell’atmosfera, da 100 a 1000 chilometri dalla superficie terrestre. Questo provoca la collisione di elettroni dalla carica elevata con le molecole di idrogeno e ossigeno. L’energia liberata da questa collisione è l’origine dei bagliori colorati che appaiono nel cielo.

COME FOTOGRAFARE L’AURORA BOREALE: I CONSIGLI DEL FOTOGRAFO FRANCESCO VERUGI

Per fotografare l’aurora boreale servono un treppiede, per evitare che la fotocamera si muova sfocando l’immagine, batterie di ricambio (con il freddo possono scaricarsi velocemente) e la macchina fotografica sulla sensibilità ISO più alta possibile (senza spingere il sensore oltre i suoi limiti). Il diaframma deve essere più aperto possibile (di f/2.8 (ma anche di f/3.5 può andare bene), il tempo di scatto intorno ai 15 secondi e la regolazione della messa a fuoco, rigorosamente manuale.
Francesco Verugi, fotografo e guida di Northern Shots Tours guida spedizioni di aurora chase (caccia all’aurora) a Tromsø. I suoi focus? Trovare le migliori condizioni – buio, cielo sereno e una buona attività solare – e settare la macchina fotografica di chi partecipa alle escursioni.

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