A cavallo nella Tuscia, tra le vie Cave

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Squarci nel tufo così profondi e stretti da offuscare il sole. Le Vie Cave o Tagliate, fenditure nel terreno alte fino a 25 metri, sono passaggi spettacolari creati dagli Etruschi, veri e propri prodigi di ingegneria che solcano la Tuscia, l’antica Etruria, dalla Maremma toscana all’Alto Lazio, da Sorano fino a costeggiare la via Clodia. Realizzate forse per nascondere le tombe agli occhi dei viandanti, forse come semplici vie di comunicazione, ancora oggi rappresentano spesso il collegamento più breve tra i borghi. Si possono percorrere a piedi e in mountain bike, ma è solo a cavallo che pare di entrare in un’altra dimensione, dove storia e suggestione si incontrano. L’incedere lento degli animali permette di godere ogni particolare del paesaggio, fatto di rocce coperte da muschi, licheni, felci, edere e liane, con la luce che filtra tra le foglie.

A CAVALLO NELLA TUSCIA, TRA GLI SCAVI ARCHEOLOGICI E BUTTERI

“In sella passiamo nel verde del parco archeologico Città del Tufo, alla scoperta di necropoli e scavi”, racconta Giulio Costi, guida equestre, tra i fondatori dell’agriturismo Il Cornacchino, a Castell’Azzara (Grosseto), che ospita i turisti in casali ristrutturati e propone escursioni di uno o più giorni. “I nostri cavalli, a monta americana, sono di varie razze (appaloosa, maremmani, berberi), ma tutti abituati a muoversi tra i passaggi stretti tra le rocce”. Sono tragitti tortuosi che creano una rete di connessioni tra antichi paesi e santuari, necropoli e vie d’acqua. Durante i trekking si visitano la Tomba Ildebranda, nella necropoli di Sovana, poi Sorano, con le case scavate nel tufo, e Pitigliano, borgo a strapiombo sulla roccia, costeggiando laghi e corsi d’acqua.
“I più esperti possono trascorrere una giornata con i butteri”, suggerisce Piergianni Rivolta, ex manager milanese che dieci anni fa ha lasciato impiego e polveri sottili per creare, con la moglie Sara Bolzoni, La Corte di Ardengo, maneggio che coniuga escursioni e ospitalità: da Civitella Marittima, in Toscana, trasporta cavalli e cavalieri nella Tuscia. Oppure nel Parco Naturale della Maremma, fino alla spiaggia di Collelungo, per una giornata al seguito dei mandriani.
Un mestiere, quello dei butteri, che è quasi una vocazione. È il caso di Marco Mariotti, 40 anni, biologo con dottorato in zootecnia, che a cavallo è nato e dalla tenuta di famiglia di 160 ettari, a Vulci, si è allontanato al massimo 40 chilometri, giusto per frequentare l’università a Viterbo: “Da tre generazioni alleviamo bovini maremmani e cavalli. Ora collaboriamo con i maneggi per far conoscere le nostre tradizioni equestri ai visitatori”.

UN’IPPOVIA TRA ACQUACOTTA E TERME

L’ippovia Valle degli Etruschi, un anello di 100 chilometri che abbraccia la valle del fiume Mignone, si sviluppa a raggiera da Civitella Cesi e collega Blera, Barbarano Romano, Tolfa e i maggiori siti storici della Tuscia romana, in un circuito di sentieri in terra battuta e strade bianche. Ogni chilometro è una scoperta. Di storia e di sapori: “Un progetto, frutto di sforzi comuni, che coinvolge Fitetrec Ante – Federazione Italiana Turismo Equestre e Trec. Un’idea lungimirante, sostenuta da una politica che punta a “un’agricoltura multifunzionale, capace di produrre cibo di qualità, ma anche servizi culturali, sociali e ricreativi”, osserva Carlo Hausmann, assessore all’Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Lazio.
Si fa tappa in agriturismi ai bordi dell’ippovia, che accolgono per la notte e offrono una cucina saporita: dai pici, spaghetti fatti a mano, con sugo buglione, dell’Agriturismo San Vincenzo, a Sovana, ai bichi con funghi porcini e all’acquacotta di Frà Viaco, casale in una tenuta di 74 ettari sulle sponde del lago di Mezzano, circondata da boschi di querce e castagni, popolati da porciglioni, folaghe, martin pescatori, falchi di palude.
A Quarticciolo, frazione di Tuscania, si può prenotare Casa Caponnetti, in una tenuta biologica di 50 ettari, con oltre 200 tombe etrusche, che si visitano liberamente. Si dorme in quattro camere, o in appartamento, e si gusta un’ottima cucina locale.
Il Centro Ippico San Giovenale, a Civitella Cesi, nel cuore di quella che gli Etruschi chiamavano “valle dei Cavalli”, è scuderia e parco di archeologia sperimentale. Organizza trekking e attività per adulti e ragazzi: dalla scoperta della preistoria dell’arte alla prova di conio, al tiro con l’arco. Si dorme in camere o appartamenti, oppure nelle dimore protostoriche (ma con tutti i comfort, servizi e riscaldamento) in pietra e cannicciato.
Nei dintorni ci sono anche diverse fonti termali, come Bullicame, citate da Dante nell’Inferno, e Bagnaccio. Note già in epoca etrusca e romana, regalano momenti di puro piacere, dopo una giornata in sella.

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