La vocazione enogastronomica di Torino sembra essere sempre più definita: città storicamente dedita al buon cibo (capitale nazionale del cioccolato, sede del Salone del Gusto di Slow Food, regno delle trattorie popolari vecchio stile), Torino si presenta oggi al pubblico di tutta Italia con una serie di interessanti novità.
Tra queste, ce n’è una gigantesca, e non in senso figurato. Aprono infatti il 24 novembre gli oltre mille metri quadrati di Edit, uno spazio interamente dedicato a un’idea di ristorazione “condivisa”. In zona Barriera di Milano, la periferia alle porte di Torino appena a Nord del centro, Edit (l’acronimo sta per “Eat, Drink, Innovate Together”) è una struttura moderna, ricavata nel complesso ex industriale che un tempo ospitava lo stabilimento Ex Incet, storica fabbrica di cavi elettrici. Dopo la riqualificazione delle Officine Grandi Riparazioni e in attesa del completamento della “Nuvola”, head quarter di Lavazza, Torino sceglie ancora di puntare su una grossa struttura polifunzionale, situata in un’area periferica.
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Può la riqualificazione urbana passare dall’enogastronomia? A Torino si scommette su questo e, osservando i risultati portati nel quartiere Lingotto anche grazie alla presenza del primo Eataly italiano (aperto dieci anni fa), c’è da sperare in positivo.
Il progetto di Edit, curato dallo studio torinese Lamatilde, si presenta al pubblico come una totale innovazione nel modo di proporre ristorazione. Un po’ birreria, un po’ ristorante, un po’ cocktail bar, un po’ panificio. Nulla è lasciato al caso, e ognuno di questi spazi è stato affidato a un grande professionista del settore. Per esempio, il bakery café vedrà il coinvolgimento diretto di Pietro Leeman, unico stellato vegetariano in Italia con il suo Joia di Milano. Il ristorante, invece, sarà affidato ai fratelli Costardi, les enfants terribles del risotto italiano, una stella Michelin a Vercelli. L’offerta “pop” di qualità del pub, invece, è arricchita dalle ricette dei lievitati firmate da Renato Bosco, che in tema di pizza si è guadagnato grande fama con il suo Saporè in provincia di Verona.
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Il cibo al tempo della sharing economy
Tutto è pensato per essere partecipato, condiviso, vissuto in maniera attiva. Gli spazi sono conviviali (cuore della birreria è un tavolone centrale, mentre al ristorante si può mangiare seduti fianco a fianco lungo il bancone), tutto è costruito in un’ottica affine alla sharing economy: la maggior parte degli spazi sono in qualche misura “affittabili”, dalle cucine super accessoriate al primo piano, disponibili per catering, showcooking o eventi di vario genere, alle attrezzature del birrificio al piano terra, messe a disposizione dei cosiddetti “gipsy brewer”, quei piccoli birrai itineranti che non hanno a disposizione i propri macchinari per fare la birra.
Insomma, uno spazio capace di coinvolgere il pubblico, che promette di valere da solo la deviazione in questa zona della città. Se non altro, per fare una delle dieci esperienze che vi proponiamo nella nostra gallery (anzi, undici: l’ultima è un’esperienza “off” che non potete perdervi).
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Edit Torino, Via Cigna 96/17, www.edit-to.com. Aperto 7 su 7, dalle 7 am alle 2 pm nelle varie aree (gli spazi ristorazione saranno aperti a pranzo e a cena).
Dal 24 novembre 2017
Come arrivare:
in automobile dal Raccordo Autostradale Torino-Caselle o dall’autostrada A4 (uscita corso Giulio Cesare)
in autobus: linea GTT 10, 11
In treno: Stazione GTT Torino Dora
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