“Stavo pensando…”
Quando pronuncio queste parole mio marito mi guarda terrorizzato, consapevole che il pensiero che formulerò riguarderà quasi sicuramente aerei, coincidenze e… viaggi.
Anche lui ama viaggiare ma, a volte, lo preoccupano un po’ i miei exploit!
E’ stato un volo super economico operato da Air France scovato a gennaio, a convincerlo: il Sudafrica a settembre dicono sia meraviglioso.
Siamo partiti da Milano carichi di aspettative e la nostra meta è stata talmente gentile da non deluderne nemmeno una. Terra, aria, acqua e fuoco caratterizzano questo Paese dalle mille sfaccettature ed ho deciso di parlarvi dei luoghi che abbiamo visitato partendo proprio da qui, dai quattro elementi.
Città del Capo ed il Western Cape
Acqua:
E’ l’immensa distesa dell’Oceano a caratterizzare la zona di Città del Capo ed il Western Cape: una perla nascosta, è il West Cost National Park, a nord di Cape Town. La Postberg Flower Reserve (aperta esclusivamente fra agosto e settembre) offre lo spettacolo della fioritura del deserto, davvero incantevole… anche in una giornata di pioggia, anche con il cielo plumbeo e minaccioso.
Un sole splendente ed un vento fortissimo ci hanno invece dato il benvenuto al Capo di Buona Speranza che non è il punto più meridionale del continente africano, a differenza di ciò che si crede. Resta comunque un luogo con un fascino particolare, il mare è di un blu intenso e le onde si infrangono sugli scogli spazzati dal vento, incantando lo spettatore.
La simpatia dei pinguini a Boulder’s Beach, le vedute mozzafiato dalla Chapman’s Peak road (on the right side, please!), i vigneti delle Winelands, sono solo alcuni dei meravigliosi ricordi che ci siamo portati a casa.
Kruger National Park
Fuoco
Un volo interno ci ha portati a Johannesburg dove abbiamo noleggiato un’auto e raggiunto il Kruger National Park in circa cinque ore (ci sono aeroporti più vicini ma il costo del biglietto è notevolmente più alto).
E’ difficile trasformare in parole le emozioni che un safari ti regala: il sole che incendia il bush al tramonto, un elefante che ti osserva curioso muovendo la proboscide per annusarti; talmente vicino da poterlo toccare (non fatelo!), un branco di leoni che riposa in mezzo alla strada, un leopardo solitario che si lascia ammirare per pochi secondi, prima di sparire talmente velocemente da lasciarti con il dubbio di averlo solo immaginato, il caffè bevuto all’alba in mezzo al bush, l’appostamento in riva ad fiume per osservare gli ippopotami… ogni immagine che torna alla mente è ricoperta di terra, rossa come il fuoco, Il colore predominante del Parco.
Blyde River Canyon
Aria
Abbiamo lasciato il Kruger dopo tre giorni, per dirigerci verso il Blyde River Canyon. Qui il paesaggio è talmente verde, talmente rigoglioso da ricordare la Scozia in primavera. Siamo partiti la mattina molto presto, in modo da evitare la folla dei tour organizzati e goderci lo spettacolo con tutta la calma ed il silenzio che questo luogo merita. Abbiamo percorso la Panorama route fino ai Three Rondalves. Sedersi su un masso ad osservare il canyon che si estende a valle e perdersi nei volteggi di un’aquila mentre intorno c’è solo silenzio, regala un immenso senso di libertà. Ci siamo poi diretti a sud, verso Graskop, fermandoci ai vari punti di interesse segnalati sulla strada (The God Window, Bourke’s Luck Potholes…). Troverete anche moltissime bancarelle di artigianato locale, alcune con oggetti davvero interessanti.
Terra
Il quarto elemento è il Sudafrica nella sua totalità; un Paese di persone concrete, solide come la terra su cui camminiamo, un Paese dai mille volti che incanta chi ha l’immensa fortuna di poterlo visitare.
CONSIGLI UTILI:
–trasporti: noleggiate un’auto e muovetevi in libertà, le strade hanno un’ottima manutenzione e vi godrete i paesaggi senza vincoli. Ricordatevi la patente internazionale!
–alloggi: valutate l’idea di un appartamento a Città del Capo, nella zona Waterfront e dintorni. I tramonti sono spettacolari. Si possono prenotare ottimi alloggi anche a prezzi davvero bassi.
–safari: il Kruger si può girare anche in autonomia ma l’esperienza di un safari con una guida esperta è senza dubbio impagabile. Noi abbiamo scelto una concessione privata all’interno del Parco: pochi ospiti, jeep per sei persone al massimo, ranger preparatissimi. Si spende di più ma ne vale assolutamente la pena. Se avete intenzione di organizzare da soli il viaggio, muovetevi per tempo perché è davvero difficile trovare stanze libere.
–cibo: vegetariani e vegani faranno un po’ di fatica (purtroppo) a trovare piatti dedicati alla loro dieta ma comunque non moriranno di fame, posso assicurarlo! Consiglio un ristorante incredibile al Blyde River Canyon, si chiama Potluck Boskombuis (non ha elettricità, portate contanti!).
–varie:
il sito dei parchi nazionali ( http://ift.tt/1ViTaEh ) offre tantissime informazioni utili su orari e costi; si trovano anche i pdf delle cartine scaricabili gratuitamente.
Se decidete di visitare Hermanus per vedere le balene, informatevi per tempo sulle condizioni atmosferiche in modo da non perdere un pomeriggio senza vedere nulla perché, ad esempio, il vento è troppo forte e la barca non parte (esperienze di vita).
Se avete tempo, visitate Moholoholo, un centro di recupero della fauna selvatica. I tour guidati (solo in inglese) sono davvero interessanti e il lavoro che svolgono è davvero lodevole.
Il viaggio è stato organizzato in autonomia, risparmiando una cifra considerevole rispetto al preventivo di un’agenzia viaggi. Il costo totale è stato di circa 2.000 euro a persona, la voce che ha inciso maggiormente, il safari (circa 800 euro a persona per due notti).
Qui l’itinerario completo con Google Map
from Blog di Viaggi http://ift.tt/2yUcUZH
via Sudafrica on the road: quando la realtà supera i sogni
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