“A Capo Verde i viaggiatori incontrano l’altra faccia dell’arcipelago, attraverso realtà che aiutano la popolazione locale per uno sviluppo e un’autonomia veri”.
Antonella e Augusto ci raccontano i progetti di solidarietà e cooperazione che porta avanti con l’associazione di cui è parte, sia sull’isola di Fogo che a Praia, sull’ isola di Santiago. E che noi visitiamo durante i nostri viaggi a Capo Verde, fuori dai circuiti del turismo di massa.
“Il primo progetto nato da quando siamo qui è stata la realizzazione dell’ ospedale di Fogo, costruito su impulso del padre cappuccino fondatore della nostra associazione. Negli anni è divenuto un punto di riferimento sia per la popolazione della Regione Fogo-Brava, sia per la sanità capoverdiana. Dal 2012 l’ospedale è stato donato allo Stato, ma continua l’invio dall’Italia di diversi medici volontari, organizzati con turn-over di diverse specialità”. Sull’ isola di Fogo, l’associazione ha successivamente dato vita anche a un complesso con mini appartamenti per viaggiatori allo scopo di sostenere i progetti: “Qui abbiamo diversi tipi di clientela: chi si ferma da noi per una o due notti, principalmente come punto di appoggio per le escursioni al vulcano. Poi invece ci sono i gruppi più grandi, a cui proponiamo le nostre escursioni e la visita ai progetti. Scoprono che noi qui abbiamo tutto personale capoverdiano, a partire dal direttore fino a chi si occupa dei servizi”.
Sempre a Fogo, l’associazione ha poi creato una vigna e una cantina per la produzione del vino, con lo scopo di supportare nel concreto la popolazione e assicurare una fonte di autofinanziamento dei progetti. “Un progetto unico per Capo Verde: si tratta di una cantina moderna unica con una vigna di 23 ettari e un dislivello di circa 300 metri. In tempi ordinari la Vigna è fonte di lavoro per una ventina di persone, numero che si incrementa notevolmente nel periodo della vendemmia; unitamente alla Cantina di lavorazione delle uve, già operativa dalla raccolta 2012, diverrà negli anni un’importante opportunità di sviluppo economico dell’isola”.
A Santiago invece i viaggiatori incontrano una casa di accoglienza per giovani madri e i loro bambini, una struttura per la formazione professionale, un consultorio familiare e una foresteria. Tutti progetti che i nostri viaggiatori imparano a conoscere durante il viaggio sull’isola.
“Questo dà senso al progetto ed è una soddisfazione” continua Antonella “i viaggiatori conoscono più approfonditamente la nostra attività, li portiamo a visitare i progetti che aiutano con il loro viaggio e ne restano molto colpiti, perché non se lo aspettano. D’altro canto le persone che lavorano con noi riescono a lavorare con tranquillità e si relazionano bene con i viaggiatori. E finisce spesso che le nostre cuoche si scambiano le ricette con le signore in viaggio…”
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