Officine Grandi Riparazioni. L’apertura a Torino e le novità in città

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Per tutti, torinesi e no, sono già le Officine della creatività, cittadella del sapere dove si incontreranno tecnologia, arti, linguaggi del contemporaneo, ricerca. Rinascono, dopo mille giorni di cantiere, le OGR, Officine Grandi Riparazioni, un gigantesco edificio di archeologia industriale nel cuore del capoluogo, a pochi passi dal Politecnico e dal Grattacielo di Intesa Sanpaolo, disegnato da Renzo Piano.

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Le Officine della creatività

Con il contributo di Fondazione Crt (cento i milioni di euro investiti) questi spazi abbandonati, dove un tempo si riparavano locomotive e vagoni, accolgono mostre (la prima installazione pubblica è Procession of Reparationists, del sudafricano William Kentridge), spettacoli, eventi, sapori. La festa di apertura, il Big Bang, dura due settimane, dal 30 settembre al 14 ottobre. Conviene prenotarsi fin d’ora perché nella Sala Fucine, il 30/9, 7 e 14/10, si esibiranno cantautori e gruppi del livello di Giorgio Moroder, Elisa, Ghali, Omar Souleyman, The Chemical Brothers, Atomic Bomb!

I consigli della redazione

Gli indirizzi, gli eventi, le idee per partire informati

Arte e design

Non solo OGR. A Palazzo Chiablese debutta, il 4 ottobre, Miró! Sogno e Colore, una grande mostra – 130 opere – dedicata al genio catalano e alla sua sperimentazione all’interno delle correnti del Novecento. E dopo i salotti e gli abiti sontuosi delle grande dame dipinte da Giovanni Boldini (alla Reggia di Venaria fino al 28 gennaio) tocca al contemporaneo occupare la scena. Dal 10 al 16 ottobre si celebra Torino Design of the City, in occasione dell’assemblea generale della World Design Organization: una settimana di eventi, laboratori, esposizioni e tour in luoghi della città che hanno subito ristrutturazioni e riconversioni. È ancora il design, strumento per interpretare la società contemporanea, il tema di Operae, fiera dedicata alla scena indipendente e da collezione (dal 3 al 5 novembre al Lingotto Fiere). L’attenzione ai materiali, maniacale, ossessiva, è al centro delle incredibili creazioni che Palazzo Madama mette in scena dal 12 ottobre con la mostra Gianfranco Ferré. Sotto un’altra luce: gioielli e ornamenti. Sono esposti 200 pezzi per ripercorrere, in anteprima mondiale, la passione del celebre stilista italiano per l’ornamento, capace di esprimere un “concetto di eternità che deve rappresentare l’immanenza del presente”. Fino a marzo Torino ospita anche L’infinita curiosità. Un viaggio nell’universo in compagnia di Tullio Regge, mostra al Palazzo dell’Accademia delle Scienze  che propone un viaggio ideale nell’universo, dall’immensamente grande all’estremamente piccolo.

Nuove idee food

Senza clamori, in stile sabaudo, proseguono le aperture di nuovi locali. Succede di tutto lungo via Cigna e dintorni, nella zona settentrionale della città, postindustriale, dove nel 2014 ha aperto il Museo Ettore Fico (dal 4 ottobre al 14 gennaio arrivano le opere di Niki De Saint Phalle). Al civico 96/17, sarà molto più di un ristorante o di un food market EDIT, “incubatore gastronomico” di 2.000 mila metri quadri, nei due enormi piani degli stabilimenti ex Incet, che inaugura il 24 novembre. Forno, caffè, cocktail bar, birreria e, ancora, pub e cantina, aperti dalle 7 alle 2 di notte. Tutto nel segno della condivisione: si potranno affittare le cucine professionali, produrre la birra, partecipare a corsi,  condividere spuntini al maxitavolo lungo 24 metri. La grande cucina a vista del ristorante sarà gestita da Christian & Manuel Costardi, unici stellati della provincia di Vercelli. Menu ancora top secret, ma i torinesi sperano nei loro risotti meraviglia, dal Carnaroli alla milanese, con animella e riduzione di fondo bruno, a quello di gambero rosso e katsuobuoshi (scaglie di tonno secco e affumicato).

A ovest della città, nel quartiere Aurora, è quasi pronta la Nuvola futuristica sede del gruppo Lavazza, con il primo ristorante di Ferran Adrià fuori dalla Spagna. Segnali di vita anche Oltrepo, nelle vie intorno alla Chiesa della Gran Madre sotto la Collina. Qui lo chef Antonino Cannavacciuolo ha aperto in estate quello che lui definisce il suo primo bistrot. Due piani in un palazzo di fine Ottocento, luci studiate secondo i principi del Feng Shui, 50 coperti e un dehors, il locale accosta agli aromi partenopei (le tagliatelle di grano arso, calamari e salsa di friselle, la triglia alla pizzaiola), divagazioni neosabaude in cui il tipico vitello tonnato diventa tonno vitellato con maionese di bottarga. Notevole la carta dei vini e champagne (e la lunghezza della lista d’attesa). A due passi, ben più accessibile, è interessante la formula dell’Angolo Divino, osteria – rigorosamente torinese, con tanta pasta fatta a mano, vini monferrini e nocciole – e pizzeria d’alta qualità, con impasti a lunga lievitazione. Da provare quella con stracchino e pesto, mozzarella, songino, pinoli e olive di Taggia. Più su, in Precollina, lo storico La Cloche 1967 riapre con un superchef: Walter Eynard (due stelle al Flipot di Torre Pellice). Sempre vitale anche il quartiere di San Salvario, fra la stazione di Porta Nuova e il Po, con Artemisia, la nuova ossessione dei cocktail abbinata alla cucina creativa. Attenzione, in autunno a Torino anche Grapes in Town, evento dedicato il 14 e 15 ottobre alle eccellenze vitivinicole del Piemonte in vetrina tra palazzi, residenze reali e boutique e interpretate attraverso l’arte contemporanea. Caffè, ristoranti e pasticcerie, inoltre, ospiteranno “Portici Divini”: sotto le arcate del centro saranno presenti i produttori delle aree vitivinicole di Canavese, Collina Torinese, Pinerolese e Val Susa, mentre in Piazza Vittorio Veneto si svolgeranno incontri pubblici tematici.

Le luci e i restauri

In centro, la fine imminente dei restauri della Cappella della Sindone, chiusa dal 1997 dopo l’incendio, coronerà il rilancio dei Musei Reali, visitabili con un unico biglietto (museireali.beniculturali.it). Si è concluso invece, con la riapertura, dopo 13 anni, dell’Appartamento del Re, trionfo barocco di stucchi, affreschi e specchiere, il restauro della Palazzina di Caccia di Stupinigi, la Fontainebleau dei Savoia, a mezz’ora dal centro. Il 28 ottobre tornano nelle vie della città le Luci d’Artista, installazioni luminose firmate da star della scena contemporanea internazionale. Sono 24 le opere previste per questa storica, ventesima edizione di un format nato sotto la Mole e poi esportato sia in Italia, sia all’estero. La creatività e le buone idee non hanno confini.

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