Dove Academy: di nuovo insieme, alla scoperta di Aosta e del Colle del San Bernardo

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Il 14 maggio, all’isola d’Elba, ci eravamo lasciati con una promessa: ripetere l’esperienza del DOVE ACADEMY, che ci ha coinvolto nel primo esperimento di “giornalismo condiviso”. Noi della redazione di DOVE e voi lettori. Insieme, abbiamo camminato tra boschi di castagni, ci siamo calati nelle viscere della terra, pedalato in mountain bike e pagaiato in kayak con la voglia di vivere un’esperienza speciale.

Promessa mantenuta, perché dal 22 al 24 settembre, saremo di nuovo insieme, in Valle d’Aosta, per scrivere un nuovo capitolo di DOVE ACADEMY e vivere una nuova avventura alla scoperta di un territorio bellissimo: il Colle del San Bernardo, il cammino che, come tratto della Via Francigena, porta dalla Svizzera in Valle d’Aosta, tra castelli, prati rocciosi e leggende. Terre attraversate da Napoleone, pellegrini, soldati, contrabbandieri, dove, tradizionalmente, vengono allevati i famosi San Bernardo, i cani da salvataggio. Cammineremo in una natura incontaminata, degusteremo le specialità locali, ascolteremo i racconti della gente e degli esperti del posto, visiteremo Aosta, con le sue vestigia romane, e ne scopriremo, in esclusiva, i tesori meno noti perché DOVE, per l’occasione, riuscirà a farsi aprire domenica mattina porte solitamente chiuse. Tre giorni ricchissimi di suggestioni, con visite studiate ad hoc, percorsi gastronomici, incontri (esperienza rara) con i “padroni di casa”, a partire da 249 € a persona (guarda qui i dettagli del viaggio o telefona allo 02/89.29.26.87). Ancora freschi dei ricordi della splendida esperienza di DOVE ACADEMY all’Elba, in Valle d’Aosta vivremo un weekend di emozioni e divertimento, con la voglia di costruire, giorno per giorno, un legame ancora più stretto con voi.

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Colle Gran San Bernardo (foto Enrico Romanzi)

SAPORI ANTICHI E CHALET DI MONTAGNA – Sotto i soffitti a volte, con il fuoco della stufa che scoppietta, sfilano i piatti della storica Maison Rosset, l’agriturismo nel cuore di Nus che ci attende la sera del 22 settembre, dopo il brindisi di benvenuto all’Hotel Duca d’Aosta, per una cena dai sapori semplici e rustici, ma curatissima e insignita del marchio Saveurs du Val d’Aoste a tutela della tradizionalità di piatti e ambienti regionali. Elena Rosset fa scivolare la gialla farina di mais, la gira quanto basta prima di farla cuocere minimo un’ora, dando vita alla celebre polenta della maison servita nei paiolini di rame con la fonduta a parte. È la punta di diamante di un menu corposo che prevede tartine di pane di segale fatto in casa con burro, miele e pancetta; salumi della casa, Tometta fresca, flan di verza, fagioli e cotechino, frittelle di mele. Niente di meglio per iniziare la nostra avventura alla scoperta delle tradizioni locali e delle bellezze della Valle d’Aosta, come l’osservatorio astronomico della vicina SaintBarthelemy, dove, verso le 23, andremo a osservar le stelle, con il telescopio o a occhio nudo, sotto la guida degli astronomi che, IN ESCLUSIVA e con una visita guidata personalizzata, ci introdurranno ai misteri del firmamento. Il piccolo e, anche qui, curatissimo Hotel Village immerso in un parco non lontano dal centro di Aosta e composto da 10 chalet di montagna, fatti di legno e pietra, ci attende per la notte. Ogni chalet è una suite: comoda, ampia e dallo stile alpino e chic, come la struttura centrale (dove faremo colazione), cuore dell’hotel. 

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Stagionatura Jambon de Bosses (foto Enrico Romanzi)

I CANI SAN BERNARDO E IL PROSCIUTTO DI BOSSES – Da quando i monaci agostiniani fondarono il rifugio d’alta quota al passo del Gran San Bernardo, a quasi 2.500 di altitudine, sul confine tra Valle d’Aosta e canton Vallese, i cani San Bernardo sono un’istituzione nazionale. Già nel Settecento i religiosi, che fin dal Medioevo offrivano alloggio e conforto a viandanti e pellegrini di passaggio sulle loro montagne, li usavano come guide e per il recupero dei dispersi nella neve e nella nebbia: fu il primo cane da salvataggio e un autentico campione (in una notte terribile riuscì a salvare quaranta persone sepolte nella neve). I grandi pelosi animano il passo che dà avvio alla via Francigena, che dal colle del Gran San Bernardo portava i pellegrini fino a Roma, set del facile trekking che affronteremo la mattina del 23 settembre (un’ora circa, alle 10, dalla casa cantoniera a Fontainte che raggiungeremo in bus dall’albergo) in compagnia di una guida naturalistica, tra laghetti, piccole baite, cime maestose (il Gran San Bernardo si trova in una zona di confine con l’Italia e il Monte Bianco, nel Canton Vallese) e il silenzio che qui è parte integrante del più importante cammino italiano. Gli ingredienti sono così tanti che ci vorrebbe una settimana per poterli gustare appieno, a cominciare dallo scenario (una conca naturale in cui il verde dei pascoli sfuma dolcemente verso la corona dei grandi quattromila sullo sfondo) e dalla storia (qui vi passò anche Napoleone con le sue truppe deciso a conquistare l’Italia). Per fortuna, con noi, ci saranno storici ed esperti, come Giuseppe Vuillet, che ci accoglierà nello storico Hotel Italia, dove gusteremo un menu tipico: carne messata (morbida e gustosa, simile ad una Mocetta fresca), cavolo verza e salsa d’acciuga, torta di patate, porri e fontina su fonduta d’alpeggio, chicche al Bleu d’Aoste, zuppa alla valpellinentse e torta di mele di St.Pierre con farina gialla di Storo. Gioia Brunod ci racconterà invece dei personaggi storici che sono passati dall’Hotel e dal Colle. Raggiungeremo poi, con una breve passeggiata, Massimo Tamone, responsabile della Fondazione Barry (con lui incontreremo i cani San Bernardo!) mentre Padre Klaus Sarbach ci attende per guidarci all’interno dell’Ospizio dei canonici del Gran San Bernardo lungo il suggestivo lago a 2.473 metri per visitare il museo e la splendida Cappella. Alle 16.30, ci trasferiremo al borgo di Saint-Rhemy en Bosses per visitare il prosciuttificio di produzione del Vallée d’Aoste Jambon de Bosse Dop: il celebre prosciutto crudo speziato con erbe di montagna, prodotto a 1600 metri di altitudine, che – naturalmente – degusteremo insieme al titolare, Bruno Fegatelli. Dopo una giornata piena di gusti ed emozioni, la sera (e la cena) non poteva che essere in un luogo ricco di storia e suggestioni, il Castello d’Alvise, a pochi chilometri da Courmayeur Mont-Blanc: è qui, nel ristorante Enoteca del Castello e nel cuore dei vigneti più alti d’Europa, che scopriremo, oltre ai sapori della tradizione, i vini della Valle d’Aosta e dell’Arco Alpino.

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Teatro romano, Aosta (foto Enrico Romanzi

AFFRESCHI ANTICHI E VESTIGIA ROMANE – Basta una piccola deviazione dalla via principale di Aosta per scovare la Collegiata di Sant’Orso, autentico angolo di silenzio all’ombra dell’imponente campanile romanico con il suo bestiario fantastico scolpito sui capitelli del chiostro. Chiesa antichissima (la costruzione risale all’XI secolo), è il cuore della tradizione religiosa della città. Il chiostro è un incanto: l’interno gli affreschi della cappella sono opera di artisti franco-valdostani della fine del XV secolo. Domenica 24 settembre, è il caso di dirlo, si chiude il nostro DOVE ACADEMY in bellezza, con la visita guidata alla città che dà il nome alla Valle con la storica dell’arte Viviana Vallet che, per l’occasione, ci farà aprire IN ESCLUSIVA i tesori di Aosta, come gli affreschi della Cappella del Priorato, appunto, e Palazzo Roncas, straordinariamente aperto solo per noi “accademisti” di DOVE. Naturalmente, prima di salutarci (attorno alle 13), non ci perderemo nemmeno le sue vestigia d’epoca romana: l’Arco d’Augusto (che risale al 25 a.C. e ha dieci semicolonne con capitelli corinzi e una trabeazione dorica), la Porta Praetoria, il Teatro e il Criptoportico forense.

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