Ci passano le estati i parigini in fuga da caos e mondanità. Ma anche inglesi e tanti italiani che lasciano Ventimiglia per inoltrarsi, in poco più di tre ore, in paesaggi silenziosi, pieni di luce e colore come un dipinto di Van Gogh. A ogni curva, a ogni cartello sembra aprirsi un set. Perché non c’è luogo di Francia più preservato (e fotografato) del Luberon, là dove la Provenza regala l’aria più pura e cambi di scenario continui: villaggi appollaiati su sculture di rocce, campi di lavanda che ondeggiano per chilometri, strade tortuose e château del Mille che accolgono mostre di pittura. È tutto arcinoto, eppure ogni volta è un’emozione perdersi per vie e borghi pieni di vita e di buonumore. In tarda primavera, poi, quando la luce è ancora più trasparente, spiccano le sfumature rosso e arancione del Massiccio del Luberon. Una scoperta per gli sportivi, che possono fare trekking, o limitarsi a semplici passeggiate, lungo uno dei numerosi itinerari all’interno del Parco Naturale.
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Questa è anche la
Terra dell’Ocra, minerale che ammanta le rocce e che per secoli ha rappresentato un’importante risorsa economica. A pochi minuti dal paesino di
Rustrel, seguendo la dipartimentale D22, si raggiungono le cave più spettacolari, il
Colorado Provenzale, un anfiteatro che rimanda agli scorci del Grand Canyon americano. A conferirgli le sfumature rosse sono proprio i giacimenti di ocra del Massiccio del Luberon, usata già dai Romani come colorante. Gli scavi, assieme all’erosione del vento, hanno creato formazioni rocciose suggestive, dai nomi fiabeschi: i
Camini delle Fate, il
sentiero del Sahara, il
deserto bianco, il
Circo di Barriès. Pinnacoli multicolore, colonne attorcigliate, falesie che si stagliano nell’azzurro. Tutti gli
itinerari per il trekking partono dal parcheggio: è indicato, per chi arriva da Rustrel, lungo la dipartimentale D22. Per il circuito più lungo bisogna calcolare tre ore di cammino, ma ci sono varianti più brevi, di due ore e di un’ora e un quarto. C’è anche il
Colorado Adventure, parco-avventura con percorsi di quattro livelli sugli alberi e bungee jumping.
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Il viaggio nella terra dell’ocra prosegue sottoterra, alle
Mines de Bruoux, nei pressi di
Gargas, dove c’è l’ultima cava attiva in Europa. Aperta nel 1884, ha ridotto le sua attività nel secondo dopoguerra, dopo l’entrata in commercio di nuovi coloranti chimici. Nello stesso periodo, parte dei 40 chilometri di gallerie sotterranee, per la loro umidità, la temperatura costante a 10 gradi e la buona areazione, sono stati utilizzati per la coltivazione di funghi, finché nel 2009 non si è deciso di aprire un museo. La visita si snoda lungo
gallerie ampie e alte fino a 15 metri, un dedalo di tunnel con volte maestose quasi quanto una cattedrale. Durante il percorso viene raccontata la leggenda dell’ocra del Luberon. La terra sarebbe diventata rossa per il sangue versato dalla bella Sirmonde: si gettò dalle falesie non sopportando il dolore per la morte dell’amante, ucciso dal marito Raymonde d’Avignone, signore del luogo. Teatro della tragedia fu
Roussillon, a poco meno di 10 chilometri da
Gargas. Fascinoso, pieno di botteghe e facciate variopinte, il borgo è il punto di accesso al
Sentiero dell’Ocra. Un tracciato più facile rispetto a quelli del Colorado Provenzale, con passeggiate che non superano l’ora, perfette anche per famiglie con bambini. Una nota: per quanta attenzione si faccia, la polvere colorata sarà un souvenir inevitabile del viaggio su scarpe e vestiti.
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Gli amanti delle due ruote possono percorrere l’
itinerario dell’ocra in bici, lungo un circuito di 51 chilometri, su strade di campagna poco trafficate. Il tragitto è segnalato in verde per la direzione Apt-Gargas-Roussillon-Villars-Rustrel, in rosso ocra in direzione Apt-Rustrel-Villars-Roussillon-Gargas. I collegamenti fra i due percorsi sono in giallo.
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In un raggio di dieci chilometri, la terra polverosa cede il passo alla pietra con cui sono costruite le case, incastonate l’una sull’altra, in un affascinante disordine, di
Gordes. Il villaggio è diventato celebre grazie film di Ridley Scott
Un’ottima annata, con Russell Crowe (2006, tratto dal romanzo di Peter Mayle).
Per quanto si faccia fatica a staccare gli occhi da vigne e scorci incantevoli, vale la pena di tornare nel sottosuolo. Le cantine del
Palais Saint Firmin permettono infatti di scoprire cunicoli, nicchie, frantoi e serbatoi interrati, su sette livelli, fino a una profondità di 18 metri. Per fare fronte alla mancanza di spazio in superficie, tra il XII e il XVIII secolo, nel villaggio-cittadella si sviluppò una vita sotterranea, fatta di magazzini, cantine e mulini per la spremitura delle olive, che dal 1999 è possibile riscoprire visitando la rete di grotte sotto questa grande casa rinascimentale. A un chilometro, il
Village des Bories è un sito che risale all’età del Bronzo, con case in pietra, a forma conica, costruite in scaglie di arenaria, senza calce. Nei dintorni di Gordes i camminatori esperti possono cimentarsi con i
canyon delle Gorges de Régalon, meglio se accompagnati da una guida naturalistica (tour da giugno a settembre).
Qui la fioritura della lavanda ogni anno otrna puntuale dalla seconda metà di giugno: se ne scoprono i segreti nel
museo di Coustellet, fondato nel 1991 da
Georges Lincelé, produttori da cinque generazioni. Impossibile resistere ai colori e ai profumi dei sacchetti e degli olii essenziali nella boutique del museo. Sempre a
Coustellet, per l’ora del tè, si può raggiungere
La Vie en Rose, pasticceria, con arredi da Alice nel Paese delle Meraviglie, ottimi dolci e servizio impeccabile. A dieci minuti d’auto ci sono i ponti sospesi della
via ferrata di Cavaillon: un percorso-avventura da affrontare con imbragature, moschettoni (i meno esperti possono farsi aiutare da una guida).
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Continuando verso sud, ai piedi del massiccio del Luberon, si snoda una serie di
villaggi arroccati sui fianchi delle montagne. Per visitarli, l’alternativa all’auto è la
bici, grazie alle strade con poco traffico, alla fitta rete di
tracciati ciclabili e ai
numerosi punti di noleggio. Per affrontare le salite si può ricorrere alla
Vae (Vélo Assistance Electrique), la bici elettrica. Raggiunta la piazza di
Oppède le Vieux è d’obbligo una visita al vecchio villaggio. Ci si arrampica verso la vetta dello sperone roccioso, dove sorgono la chiesa
Notre-Dame d’Alidon e le
rovine del castello, che offrì riparo alla famiglia del barone Meynier d’Oppède, responsabile dello sterminio dei Valdesi a Cabrières di Avignone e a Mérindol, nel 1545.
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Da un castello all’altro, da un personaggio controverso a un altro. A 15 chilometri, si trova
Lacoste, borgo dominato dalle rovine del castello dove nel 1771 si ritirò il
Marchese de Sade per fuggire dagli scandali provocati a Parigi dai suoi scritti e dai suoi costumi libertini. Dopo una lunga fase di decadenza, il castello è stato acquistato nel 2001 dallo stilista
Pierre Cardin, che lo ha trasformato in un luogo d’arte, musica e cultura. Merita una tappa il
Cafe de France, altro set del film
Un’ottima annata, per la terrazza che offre una vista strepitosa sulla
valle di Bonnieux.
Seguendo la D943, zigzagando tra Grande e Piccolo Luberon, si raggiunge
Lourmarin. Nel castello rinascimentale è un’esperienza salire la scala a chiocciola di 93 gradini, scolpita a mano nella roccia. Guarda la fortificazione l’
hotel Moulin de Lourmarin, consigliato per la vista e la sala da pranzo, dove si può ammirare il frantoio in pietra del vecchio mulino. Percorrendo ancora una decina di chilometri, tra vigneti e uliveti, nei pressi di
Puget-sur-Durance, si raggiunge il
Domaine de la Verrerie. Qui è possibile degustare i vini provenienti dai vitigni di
Syrah e
Grenanche Noir. Imperdibili. È una tappa ideale anche se si viaggia con bambini: per loro vengono proposti giochi, laboratori e degustazioni di succhi di frutta bio a chilometro zero.
Altri piaceri a pochi minuti d’auto: cinque chilometri separano Lourmarin da
Cadenet, dove Nicolas Fortin, fondatore di
Lub’Évasion, promette divertimento e insoliti punti di vista sul Luberon. Con almeno mezza giornata a disposizione, si può scoprire il
vallone de l’Aiguebrun, arrampicandosi lungo una via ferrata; regalarsi il battesimo del volo con parapendio, accompagnati da un istruttore, in tutta sicurezza, o sorvolare il Parco naturale a bordo di un silenziosissimo aliante. Infine, l’
Afda Canoe propone due percorsi lungo il letto della
Durance: il primo, di poco più di un’ora, da Cadenet a Lauris; il secondo, di oltre tre ore, con partenza da La Puy Sainte Réparade. Per un’ultima scarica di adrenalina prima del rientro.
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