Trekking in cima Corno alle Scale, Appennino Bolognese

Trekking in cima Corno alle Scale, Appennino Bolognese

Premessa: vivere in Romagna comporta qualche rinuncia.
La prima: le montagne, quelle “vere”, quelle alte, quelle maestose, sono lontane. E di certo non si possono raggiungere nel giro di un’oretta, peró con una distanza discreta si puó arrivare in zone che non saranno come le Alpi, ma… 

Il Parco regionale Corno alle Scale per me è stata una gran scoperta. Timorosa e demotivata dall’Appenino Romagnolo che ha splendidi boschi, ma resta molto molto lontano dal concetto di montagna che io più amo e ricerco, temevo un po’ fosse dello stesso “genere” paesaggistico. E invece no. Per niente. Altri scenari proprio. 

Corno alle scale mappa

Un bel trekking vicino a Bologna: cima Corno alle Scale 

Partenza: Rifugio Segavecchia
Arrivo: Rifugio Segavecchia
Percorso ad anello
Livello: EEA
Difficoltà: impegnativo (il sentiero descritto qui è solo per escursionisti esperti)
Durata: 4,20 ore (effettive di camminata senza pause – 2,30 a salire + 1,50 a scendere
Dislivello: 1030 metri a salire e poi a scendere

NOTA DIFFICOLTA’: il percorso scelto da me e Michele è di quelli impegnativi e rivolto solo ad escursionisti esperti, ma sappiate che ci sono diverse soluzioni per salire al Corno alle Scale e alcune sono molto più semplici e rivolte anche a chi ha semplicemente piacere di arrivare in cima senza passare dal sentiero più difficile. 
Noi invece volevamo proprio fare qualcosa che mettesse a dura prova il nostro fiato 😉 

Come arrivare?
Il paese di riferimento è Pianaccio. Arrivati lì proseguite per il Rifugio Segavecchia, ci sono i cartelli e da qui parte il sentiero. 

corno alle scale

Descrizione salita alla cima Corno alle Scale dal sentiero 119 

La cosa bella di questo trekking è che fondamentalmente è facile da descrivere: le prime 2 ore e trenta SALE e tira senza soste, la restante ora e mezza scende! Ma forse qualche dettaglio in più posso darvelo eh. 

Dal momento che Michele ed io cercavamo qualcosa di impegnativo, abbiamo subito amato l’idea di arrivare a quasi 2000 metri facendone 1000 di dislivello, serviva fare un po’ di fiato e posso già anticiparvi: di fiato, se ne è utilizzato parecchio eh. 

Lasciata la macchina al rifugio si inizia a seguire la segnaletica arrivando molto presto al bivio che indica il sentiero 119, per “Alpinisti Esperti Attrezzati”.

corno alle scale
Ammetto che lì sono rimasta un po’ perplessa: “Mica mi serviranno i ramponi no?”, ma nel concreto intende solo allertare gli escursionisti che questo sentiero è per chi ha buona esperienza. Alcuni tratti sono impegnativi e richiedono attenzione certo, ma nulla che un’escursionista esperto non possa sostenere con serenità. 

Nota: se non avete esperienza di montagna, invece, non fa per voi (meglio iniziare con qualcosa che si possa godere no?). 

Quasi subito si arriva a un fiume o torrente che sia (ehm…) da attraversare, ma per fortuna c’è la corda metallica e quindi nulla di complicato. 

corno alle scale

E qui inizia la salita… La lunga intensa e pareva a tratti infinita salita. 
Preciso una cosa che penso possa sempre servire: il mio livello di allenamento in quel momento era medio. Avevo ripreso a fare qualcosa, ma a maggior ragione mi stavo ancora allenando un po’ quindi se voi siete perfettamente allenati, la vivrete molto meglio. 
Se invece siete alle prime uscite beh, fate conto che “spezzare il fiato” sarà una frase interessante. 

Il primo tratto si sale nel bosco con numerosi tornanti da fare lungo il sentiero e qui è importante prestare attenzione ai segnali. 
Spesso noi parlando (poco) o semplicemente pensando ad altro proseguivamo dritto e non vedevamo il segnale, mentre serve fare delle curve a gomito il più delle volte e controllare la segnaletica super presente e ben posizionata (grazie!). 

Dopo questa parte nel bosco si intravede uno scenario bellissimo… Si esce e attorno ci sono le montagne più verdi, totalmente aperte alla vista e qui ho davvero gioito!

corno alle scale

Ma la salita è ancora (come dire) tosta… La parte più tosta in realtà deve ancora iniziare, ma io nella mia testa mi ero convinta che dal momento che mancava ormai solo un’oretta, il più era fatto.

Difficile rendervi con le immagini la salita, ma sappiate che da questo punto in poi inizia un ripida salita fino alla cima nei prati. Il sentiero in realtà c’è e lo si segue agevolmente, ma qui il fiato serve eccome. 

corno alle scale

corno alle scale

Ultimo tratto, qui inizia il sentiero attrezzato. 
Ripido, a tratti più sul verticale che sul ripido. Per fortuna la corda d’acciaio permette di far leva e tirarsi su nel vero senso del termine. 
L’unica accortezza è che non arrivi nessun’altro giù nel mentre voi state salendo che il posto per due persone non c’è davvero, ma con qualche improperio e un po’ di energia si fa. Ed è anche divertente. 

corno alle scale

Tratto sentiero attrezzato inizio (quando faccio fatica, le foto, scusate, non le faccio)

E poi ci siamo: la Cima al Corno Alle Scale Semplicemente uno scenario globale meraviglioso, nonostante ci sia a primo acchito di fronte una seggiovia (qui in inverno sciano), basta girare lo sguardo!

corno alle scale

Non ci sono strutture per poter mangiare o altro però, noi quindi avevamo il nostro bel pranzo al sacco e ci siamo goduti la vista. 
Una volta saziati (in tutti i sensi) abbiamo iniziato la discesa prendendo il sentiero 129. 

Questa seconda parte è stata decisamente più semplice e non ha richiesto particolari sforzi.
Per carità, la discesa è pur sempre discesa, ma di tante che mi portano a enunciare tutti i santi che conosco, qui non ho ricordi di tal genere. Inoltre io ero anche senza bacchette che in realtà avrebbero aiutato e di tanto a fare questo trekking (ma le avevo dimenticate). 

corno alle scale

Tempo 1.50 e siamo arrivati al Rifugio Segavecchia, bellissimo per una tappa. Gestito da ragazzi giovani ho decisamente apprezzato sia il posto, sia la gentilezza dell’accoglienza! Ho preso solo un succo di mirtillo biologico ma personalmente ve lo consiglio anche per un bel pranzo (c’era una tavolata che era seduta lì da ore e ore e sembravano molto felici). Poi se mai mi direte. 

Nel complesso direi: evviva! La montagna “vera” o meglio quella che piace a me è anche vicina alla Romagna! 

 

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