Sono di ritorno da una vacanza a Berlino e sono più felice che mai. Piccolo dettaglio: sono partita da sola. Devo confessare che il programma iniziale non era proprio questo. Tuttavia, non sono riuscita a rinunciare ad un viaggio programmato da almeno due mesi e sono partita comunque. Scelta avventata? Forse. Me ne sono pentita? Assolutamente no. Anzi, è stata una bellissima occasione di crescita personale! Perciò, racconterò tutto quello che sono riuscita a scoprire di questa città bellissima.
Iniziamo dall’accomodation: ho scelto l’ostello in cui stare pochi giorni prima di partire, quindi ne ho cercato uno che fosse vicino alla stazione e, al contempo, che si trovasse in un quartiere più o meno vivace. Ho trovato il “Ballhaus Hostel” in Chausseestraße 102 e ne sono rimasta contenta. Economico quanto basta, abbastanza pulito, posizione piuttosto buona (in una quindicina di minuti a piedi si arriva all’isola dei musei) e comunque vicinissimo a fermate tram e metro. Il personale si è dimostrato molto cortese e disponibile (ci sono anche un paio di italiani che lavorano lì)
Ho fatto spesso colazione da “Balzac Coffee” all’angolo della strada del mio ostello (catena di bar tedesca che offre parecchie varietà di caffè mischiati a gusti come nocciola, pistacchio, ecc. PS: inutile aprire la famosissima lunga parentesi sul caffè italiano all’estero, perché l’unico lusso che ci si può concedere è quello di riuscire a trovare una buona bevanda al caffè. Sinceramente ho trovato “Balzac Coffee” piuttosto buono).
Ho trascorso la mattinata del primo giorno al “Pergamon Museum” nell’isola dei musei. Il costo del biglietto intero è di 12€ e 6€ per gli studenti. Nel prezzo è inclusa l’audioguida del museo. Io ne sono stata piacevolmente sorpresa. Il museo comprende alcune opere classiche (la più rilevante delle quali è il mercato di Mileto) e opere delle civiltà islamica e medio-orientale. Personalmente, non ho aspettato molto per entrare, ma avevo letto che a volte si può aspettare anche più di due ore in fila fuori dal museo, perciò consiglierei o di andarci molto presto o di comprare anticipatamente i biglietti online.
(porta di Ishtar del palazzo babilonese)
(cupola di Alhambra in legno di cedro e pioppio intagliato)
Per quanto riguarda i pasti, non ho segnato posti in particolare dove mi sono fermata, perché la scelta è vastissima ed è facilissimo trovare bar o ristoranti che soddisfino chiunque. Le strade di Berlino, infatti, e soprattutto le vie parallele e perpendicolari a “Unten den Linden” (una delle vie principali della città) pullulano di posti molto carini e che offrono abbinamenti più vari per il menù giornaliero. Sicuramente consiglierei “Backwerk” perché è una sorta di panificio ottimo per pranzi o cene al volo. Altra chicca tedesca da assaggiare assolutamente è il marzapane, buonissimo! (Non mi soffermo sul capitolo birre o sulla cucina bavarese, penso sia piuttosto banale suggerire di provarle)
Proseguendo dall’isola dei musei si può facilmente arrivare ad Alexanderplatz (la famosa piazza con la torre della televisione), passando per la Marienkirche e la fontana di Nettuno.
(“die Weltzeituhr”, l’orologio in Alexanderplatz che indica l’orario delle più grandi città del mondo a seconda di zone e continenti)
Inoltre, tra le mostre disponibili di questo mese, avevo adocchiato quella su “Il processo” di Franz Kafka in Martin-Gropius-Bau (che è possibile visitare fino al 28 agosto!). L’ho trovata molto originale, anche se un po’ piccolina. La consiglierei ai lettori appassionati di Kafka o di germanistica. Nello stesso palazzo, inoltre, vengono allestite spessissimo tante altre mostre; per cui sarebbe interessante capire quale poter visitare a seconda dei propri gusti. I prezzi di solito non superano i 15€ e le riduzioni per gli studenti sono sempre disponibili.
Meta assolutamente immancabile è il “Checkpoint Charlie”. Era un posto di blocco che segnava il confine tra la Berlino Est e la Berlino Ovest. Sotto il celebre cartello che ammonisce al significato pregnante di questa zona di passaggio, è riprodotta la guardiola dalla quale durante la guerra fredda diplomatici e alleati varcavano il confine verso Berlino Est.
E poi, la torre di Brandeburgo. E’ il simbolo indiscusso della capitale tedesca. Segnava il confine tra le due zone di Berlino. Fu eretta nel tardo 18° secolo e restaurata più volte a causa dei danni provocati dalla seconda guerra mondiale.
Infine, altro capolavoro architettonico è il “Denkmal für die ermordeten Juden Europas”. A pochi minuti dalla Porta di Brandeburgo, ci si ritrova di fronte ad un panorama tetro e oscuro. Basta fare pochi metri tra questi grandi ammassi di pietra e ci si ritrova in un labirinto, nel quale non ci sono altri colori all’infuori del grigio e del nero. Questo monumento, ideato per commemorare le vittime della Shoah, occupa un quartiere intero. Basta un secondo a ciascun visitatore per addentrarsi in questo labirinto ed esserne fagocitati, perdendo il senso d’orientamento. Non penso ci siano altre parole per descrivere la profondità che un’opera tale riesce a trasmettere.
Il mio viaggio a Berlino è terminato qui. Avrei voluto vedere altre mille cose, visitare gli altri musei della “Museeninsel”, visitare il Bundestag (basta prenotare su internet giorno e orario che si preferiscono), salire sulla torre della Vittoria e passeggiare un giorno intero nel “Tiergarten”. Tuttavia, devo confessare che Berlino mi ha positivamente sorpresa: visitare la Germania d’inverno è d’obbligo, perché l’atmosfera dei mercatini di Natale e del freddo del Nord è unica. Ma visitarla d’estate è ancora più magica. E Berlino, a differenza di molte altre capitali europee che ho visitato, rimane davvero unica nel suo genere: è una città a volte molto contraddittoria, piena di cantieri e quartieri ancora in fase di costruzione ma prepotentemente all’avanguardia su moltissimi altri aspetti.
Vivere Berlino in cinque giorni è davvero poco, ma può essere un buon punto di partenza. E, per quanto riguarda l’esperienza in solitaria, non posso far altro che consigliare di affrontarla almeno una volta nella vita: basta solo fare il primo passo e buttarsi, rischiare. Tutto il resto, poi, viene da sé.
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via Berlino in solitaria: cinque giorni in una delle capitali più belle d’Europa
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