A piedi tra le nuvole, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso

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Quasi 19 chilometri con 1.000 metri di dislivello. Sono quelli che separano Ceresole Reale dal Colle del Nivolet, nella parte meno nota del Parco Nazionale del Gran Paradiso, quella piemontese. Una serie infinita di tornanti e salite, alcune anche superiori al 10 per cento, che rende la strada asfaltata fino al valico la più famosa salita ciclistica del parco. Finora era appannaggio dei pedalatori più allenati, che l’affrontano anche partendo dai paesi all’inizio della valle dell’Orco, totalizzando quasi 60 chilometri di arrampicata. Ma da quest’anno, grazie a un servizio di noleggio di e-bike che ha trovato spazio davanti al Rifugio Mila di Ceresole, l’impresa è aperta anche a chi Coppi o Bartali non è (E-bike Gran Paradiso, tel. 3476910508).

A PIEDI TRA LE NUVOLE, IN BICI E CON IL WINDSURF NEL PARCO NAZIONALE DEL GRAN PARADISO

Approfittando poi di A piedi tra le nuvole, l’iniziativa che chiude al traffico gli ultimi 6 chilometri nei festivi fino a fine agosto, si pedala liberi dai gas di scarico. Grazie al progetto che ha appena compiuto 15 anni, dall’imponente diga del Serrù la salita è allietata dai profumi delle erbe alpine, dalle marmotte curiose, dai costoni verdi tra le rocce, punteggiati di orchidee selvatiche, genziane e sempre vivo dei monti. In sella si lambisce il lago dell’Agnel per arrampicarsi poi con irti tornanti alla sorpresa dei 2.612 metri del Colle del Nivolet, già in Val d’Aosta: davanti si stende una vasta prateria racchiusa dalle cime del Taou Blanc e della Grivola, dove spiccano laghi, torbiere e il rifugio Savoia, l’ex palazzina reale di caccia del re Vittorio Emanuele II. Più in là, si snoda la strada bianca che porta a Pont Valsavaranche: negli anni ’70 del secolo scorso c’era il progetto, per fortuna naufragato, di asfaltare anche quella parte. La realizzazione avrebbe compromesso il delicato equilibrio di questo scenografico ambiente d’alta quota. Oggi è uno dei più interessanti delle Alpi, dove vivono stambecchi, camosci, ermellini e stelle alpine.
Chi non pedala in salita, può percorrere i 6 chilometri a piedi, a cavallo o a bordo delle navette, da quest’anno attive anche nei giorni feriali da Ceresole. Sono predisposte per il trasporto delle biciclette, per provare l’ebbrezza della discesa sulle ripide curve, per la verità quasi tutte senza la protezione dei parapetti. Anche la parte più bassa della strada del Nivolet riserva infatti delle sorprese. Fatta costruire nel 1931 per raggiungere gli invasi del Serrù e dell’Agnel, creati per produrre energia elettrica, ha i tornanti più ripidi tra i Chiapili di Sopra e il lago del Serrù, tra 1.572 e 2.275 metri.

L’area si fa più pianeggiante intorno al lago di Ceresole, dove si snoda un bell’anello ciclopedonale di 9 chilometri che percorre pure la grande diga di sbarramento dell’acqua. Qui si può pedalare anche con tutta la famiglia: il Parco, per promuovere la mobilità dolce di A piedi tra le nuvole, collabora con il Camping Villa, dove si possono affittare mountain bike con cammellini e carrelli porta bambini.

Anche a Ceresole Reale tutto sa di alta montagna e di un turismo discreto, improntato dal rispetto dei sistemi alpini. Il caratteristico borgo si affaccia sul lago dall’intenso color smeraldo e l’imponente sagoma pressoché verticale delle Levanne, culminante con i 3.619 metri della vetta centrale. Le acque, contornate dalla fitta foresta di pini e abeti, sono severamente vietate ai motori. Così, diventano una vera calamita per gli amanti del windsurf, che sfrecciano approfittando dei frequenti venti. Da qualche anno, presso il Rifugio Massimo Mila è anche attiva la Società Nautica Gran Paradiso, la più alta d’Europa, che incentiva la vela e la canoa.

GLI EVENTI DELL’ESTATE E GLI INDIRIZZI DOVE DORMIRE

È lunga anche la lista degli appuntamenti estivi, che spaziano dalle passeggiate ai concerti musicali. Nell’elenco spiccano le escursioni con i guardiaparco: nel 2017 festeggiano i 70 anni di attività. È grazie al loro lavoro, iniziato nel 1947, che lo stambecco si è salvato dall’estinzione e oggi è presente nell’area con 4.000 esemplari. All’animale, simbolo del Parco, è dedicata l’interessante mostra Homo et Ibex, allestita nell’edificio che ospitava il Grand Hotel di Ceresole. Con strumenti multimediali e ricostruzioni di ambienti, racconta il rapporto tra l’uomo e lo stambecco, mettendo insieme dati scientifici e leggende medioevali che ne sostenevano la capacità di guarigione di parti del corpo, tra cui un ossicino situato nel cuore.
Anche l’edificio del Grand Hotel parla del tempo che fu. Quello in cui la località era meta della nobiltà piemontese, dalla Regina Margherita al Duca degli Abruzzi. Sulla facciata in pietra campeggia la scritta in cui ricorda il soggiorno di Giosuè Carducci, che qui compose i famosi versi della poesia Piemonte: “Su le dentate scintillanti vette / salta il camoscio, tuona la valanga”. A Ceresole Reale la stagione del turismo d’élite fu però breve: il monumentale Grand Hotel, costruito nel 1888 con 120 posti letto, eleganti saloni e illuminazione elettrica, era destinato a una lenta decadenza, terminata con l’intervento del Parco che ne ha restaurato l’ala principale. L’altra parte è oggi diventata lo Sport Village & Hotel, con un intento sportivo, piacevoli camere, appartamenti e il ristorante La Casa del Re. È in una tipica casa in pietra e legno anche lo Chalet del Lago, con 8 camere e il ristorante dove si assaggiano i piatti tipici del Canavese.

Oltre ai 15 anni di domeniche senz’auto e i 70 anni del Corpo di Sorveglianza, il Parco festeggia anche l’inaugurazione di un nuovo Centro Visite a Campiglia Soana, aperto il 15 luglio scorso. In una struttura innovativa che ricorda una pigna, firmata dall’architetto Hermann Kohllöffel, si visita L’uomo e i coltivi. La mostra, che per tutto il 2017 avrà ingresso gratuito, presenta il rapporto tra l’attività agricola e l’ambiente naturale in territorio montano, con un allestimento altamente interattivo. Un viaggio tra tecniche di coltivazione antiche e moderne, che passa dalle fatiche degli antichi montanari ai problemi dello spopolamento, oggi responsabile di pesanti ripercussioni, perfino in pianura.

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