Viaggio in Irpinia, into the wild

Da Brindisi a Napoli ce n’é di sud Italia. E nell’esatto mezzo si trova una terra inaspettata. Un sud autentico, verace, lontano dallo stereotipo turistico. Qui tutto ha natura forte che incolla gli occhi sul paesaggio e rallenta l’andare o, meglio, incuriosisce e invita a veri e propri fuori rotta. Qui, tutto è immutato. Assolutamente intatto. Ogni colpo d’occhio sui larghi tratturi ricorda uno dei più grandi capolavori di De Nittis: La strada da Napoli a Brindisi, inviato dall’impressionista pugliese al Salon di Parigi nel 1872 e scomparso dalle esposizioni per circa cento anni fino al rinvenimento in America grazie alla Fondazione Foedus. Qui, tutto si chiama Irpinia. Dalle colline bionde di grano alle valli dell’Ofanto e del Calore, fino alle teorie di monti dell’Appennino campano.

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Un territorio antichissimo, già noto ai romani come la Terra dei Lupi, zeppo di ombrosi boschi tra i quali vivevano i fieri Hirpini che proprio alle legioni dell’impero diedero filo da torcere. Di lupi ce ne sono ancora tra le rughe dei Picentini che sono montagne selvagge con in grembo canyon, forre, sorgenti, torrenti, cascate, tante e numerosissime grotte, caverne e voragini che come un gruviera roccioso tarlano l’intero massiccio rendendolo una delle realtà speleocarsiche più note dell’intero Mezzogiorno.

Un unicum paesaggistico protetto da un parco naturale regionale che si estende per oltre 62mila ettari con fittissimi boschi a perdita d’occhio. Capeggiata, qua e là, dalle cime dell’Accellica, del Terminio, del Polveracchio, del Cervialto e dei monti Mai e Pollaro, l’Irpinia è anche tutt’altro con vigneti, castagneti, borghi medievali, monumenti sui quali leggere millenni di storia. Dopo il gran movimento legato alle raffinate produzioni vinicole di Taurasi, Greco e Fiano l’area sta conoscendo un turismo affezionato al fascino della wilderness e al buon cibo. Il merito è anche della rassegna d’arte e spettacolo Irpinia Madre Contemporanea  che “mette in scena” il grande patrimonio di questo angolo di sud zeppo di beni culturali e immateriali assolutamente da scoprire.

di Carlos Solitos


Quest’articolo fa parte del progetto Tachicardia di Carlos Solito. Tachicardia è un modo di sentire attraversare e raccontare lo spazio, la geografia, le storie. Insomma, in antitesi al titolo stesso, un alfabeto del viaggio da sciorinare lentamente dove la frequenza del ritmo cardiaco sale davanti allo stupore degli incontri di Carlos Solito coi luoghi e di chi li vive.

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