Trentino in bicicletta: bike park, ciclovie ed eventi imperdibili

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“È lo sport puro e vero. Fanno una fatica terribile per ore e ore”. Così raccontava Ernest Hemingway il suo incontro, dalle parti del Pordoi, con il passaggio del Giro d’Italia: sui tornanti volavano Bartali e Coppi. Oggi tutti (o quasi) gli amanti delle bici da corsa possono emulare le imprese dei campioni inerpicandosi sulle 23 Grandi Salite del Trentino, celebri percorsi con tornanti e pendenze. In realtà, non solo passi e cime, ma tutto questo angolo d’Italia adagiato tra le Alpi è la patria delle due ruote, con 407 chilometri di ciclabili (che totalizzano oltre due milioni di passaggi), innumerevoli itinerari per la mountain bike e tanti bike park.

Quale che sia il tipo di ciclo, qui si pedala al cospetto delle Dolomiti, foresta di guglie e pinnacoli creata da cime erose dal ghiaccio e dal vento, parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco. Fatica sì, ma respirando un’aria che sa di boschi fitti di pini e di acqua che scende dai ghiacciai. E inseguendo soste in trattorie di montagna o l’idea di un bagno termale, sollievo di corpo e mente. Sempre sicuri di poter contare su strutture di accoglienza e assistenza all’avanguardia, dai bikehotel ai bicigrill, dalle mappe ai percorsi, curati e innovativi. La novità dell’estate 2017 è riservata agli amanti della mountain bike, sempre più numerosi. Non è un caso: la mtb, come l’abbreviano gli habitué, permette di affrontare escursioni in luoghi selvaggi, sfidare adrenalinici percorsi tecnici, lanciarsi su gobbe e paraboliche nei bike park. E con l’avvento delle nuove elettriche, che assistono la pedalata nei punti più ripidi, diventano accessibili percorsi prima riservati solo ai più allenati. L’ultimo arrivato tra i grandi itinerari trentini è il Tour de Non, impegnativo giro di 154 chilometri, con seimila metri di dislivello, che si sviluppa in quattro tappe attraverso la valle da cui prende il nome. A cavallo tra le Dolomiti di Brenta e la Val d’Adige, inanella meleti, castelli, pascoli, cime. Si corre in scenari suggestivi, allungando lo sguardo verso le Dolomiti di Brenta, le Maddalene, la Paganella, il Bondone, la Presanella. E dopo la salita al monte Roen, un balcone affacciato sulla Val d’Adige, c’è la sorpresa di Castel Thun, residenza monumentale dei Principi Vescovi, trasformato dopo lunghi restauri in museo con mobili originali, biblioteca di 7 mila volumi antichi e affreschi straordinari. L’itinerario è corredato dal sito tourdenon.it, molto completo, e da comodi servizi aggiuntivi, tra cui trasporto bagagli, guide esperte, hotel a tre stelle e ristoranti convenzionati. Come l’Osteria Palazan, a Cles, gestito da oltre un secolo dalla famiglia Fellin, che propone piatti con le mele della valle, o il Rifugio Predaia Ai Todés Ci, dove si pranza con la costata cotta su braci di faggio.
Il Tour de Non condivide l’ultima tappa con un altro celebre itinerario trentino, il Dolomiti di Brenta Bike, che si snoda nell’area protetta del Parco Naturale dell’Adamello Brenta, con due varianti, la Expert e la Country. Vari e divertenti sono anche gli altri tour dedicati agli appassionati di cross-country, che pedalano sia in salita, sia in discesa, abbinando il gesto atletico al piacere dei panorami di montagna. Come il Dolomiti Lagorai Bike, con oltre 1.100 chilometri di percorsi, la 100 Km dei Forti, tra le strutture militari della Grande Guerra, o il Mountain & Garda Bike, giro di oltre 200 chilometri tra gli spettacolari panorami del Garda, la valle di Ledro, la valle dei Laghi, il Bondone, l’Altissimo. Per i biker più agguerriti le due ruote si accoppiano a un concentrato di termini inglesi: singletrail, four-cross, freeride, downhill. E bike park, dove si provano evoluzioni, curve paraboliche, trampolini, discese ardite, in un mix di natura e adrenalina. Come il Fassa Bike, dove la velocità è di casa: si arriva a valle su un tracciato d’erba, ghiaia e fango, anche a 70 chilometri all’ora. Regala emozioni forti pure il Bike Park Garda Trentino, con la discesa della valle del Diaol e la leggendaria 601. Oppure la recente pista Sfulmini del Brenta Bike Park, quattro chilometri che scendono dai 2.100 metri di Doss del Sabiòn, sopra Pinzolo, ai 1.500 di Prà Rodont. Accolgono anche i più piccoli la San Martino Bike Arena, che offre un bike park per bambini a 2.200 metri di altezza presso il Rifugio Tognola, e il Passo Tonale, dove un paio di anni fa è stato creato il primo Family Bike Park trentino. Il tempio delle ruote grasse è la val di Sole, con 300 chilometri di nuovi tracciati in quota. La valle trentina è tra le quattro località del pianeta che hanno ospitato per ben due volte i campionati mondiali di mountain bike. Un privilegio che si rinnova quest’anno, dal 25 al 27 agosto, con il gran finale della UCI MTB World Cup. Chi campione non è può accettare la sfida delle piste degli specialisti o provare i tracciati che si snodano sui pendii. Come quello del lago dei Caprioli, facilitato dalla salita con la cabinovia Daolasa: oltre a un susseguirsi di discese e piccole salite su strade sterrate, sentieri divertenti e tratti tecnici, regala la vista dalla Cima Vigo che si apre sulla val di Sole, l’Ortles-Cevedale le Dolomiti di Brenta. E la sosta golosa alla Malga Bassa (tel. 0463.75.08.60), non lontano dallo scenografico lago, con le pappardelle al ragù di cervo e il guancialino di maiale con polenta. Per un soggiorno confortevole, merita il nuovo Monroc, con camere che odorano di legno, un centro benessere per i ciclisti, shuttle, guide, noleggio di bici di ultima generazione. Da qui si può anche partire per pedalate con tutta la famiglia, nonni compresi: la ciclopedonale della Val di Sole si snoda per 35 chilometri da Mostizzolo a Cogolo di Peio, fiancheggiando il percorso del fiume Noce. Si fila tra boschi e meleti dominati dalle pareti del gruppo del Brenta e dai ghiacciai della Presanella e dell’Ortles-Cevedale, paralleli alla ferrovia della linea Trento-Malè. Così la ciclabile diventa per tutti: si può utilizzare una delle 15 stazioni per caricare le due ruote e tornare al punto di partenza, senza fatica. Grazie a un vagone personalizzato: al posto delle sedute c’è lo spazio per 18 bici (valdisole.net). Le due ruote sono benvenute anche su altre tratte, come quella del Brennero, fra Verona e Bolzano, le linee della Valsugana e tra Trento e Bassano del Grappa. Ad assistere i ciclisti sono pure i bici bus, attrezzati per il trasporto. Il bike shuttle Garda Dolomiti collega Torbole e Riva con le principali località ai piedi delle Dolomiti di Brenta, nelle Giudicarie, in val Rendena, val di Sole, altopiano della Paganella e val di Ledro, mentre il bike express Fassa-Fiemme è attivo sulla bella ciclabile che per 48 chilometri corre tra Molina di Fiemme e Alba di Canazei. In Trentino regala grandi emozioni pure l’asfalto. Basta affrontare con i sottili pneumatici delle bici da corsa le infinite curve delle 23 Grandi Salite, percorsi che furono scenario di celebri imprese ciclistiche. Tra queste, la salita al Bondone, sopra Trento: ricorda il campione lussemburghese Charly Gaul che, nel 1956, conquistò la maglia rosa nell’epica tappa del Giro d’Italia, difendendola fino a Milano. Un’impresa celebrata ogni anno dalla Gran Fondo a lui intitolata che, nel 2017, si tiene dal 7 al 9 luglio. Per scenari più dolomitici si può sfidare l’impegnativa arrampicata al passo Pampeago da Tesero, in val di Fiemme: una decina di ripidi chilometri che videro il duello tra Marco Pantani e Pavel Tonkov, nel Giro d’Italia del 1998. Da non mancare l’ascesa al Pordoi, che in numerose edizioni del Giro è stato il più alto scalato dai ciclisti. All’intorno, si stagliano le Dolomiti più ammaliante, con la pietra madreperlacea che al tramonto si tinge di infinite sfumature rossastre. Un’emozione. Che conferma altre parole di Hemingway: “È andando in bicicletta che impari meglio i contorni di un paese, perché devi sudare sulle colline e andare giù a ruota libera nelle discese”.

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