La Via Francigena a puntate: l’ultima fatica, da Viterbo a Roma

Sguardi su Roma

L’ultimo tratto della Via Francigena comincia a Viterbo, residenza papale nel XIII secolo. Lasciato il palazzo dei Papi si attraversa porta Faul e si imbocca la strada del Signorino, scenografica via etrusca tagliata tra pareti di tufo alte oltre 10 metri, per dirigersi verso Vetralla (19 km., ca. 5 ore).

Si costeggiano grandi tenute e maneggi di cavalli prima di giungere a un lungo tratto in piano che si sviluppa tra campi multicolori di papaveri e crisantemi selvatici. Attraversata la superstrada si inizia a salire tra interminabili uliveti mirando da un lato i boscosi Monti Cimini e dall’altro la pianura, ricca di testimonianze della civiltà etrusca. Prima di entrare a Vetralla si passa accanto alla chiesa di Santa Maria Forcassi, antico punto di sosta per i pellegrini medievali, oggi purtroppo chiusa per restauri.

A Vetralla si può dormire presso la parrocchia di San Francesco (0761 477105), nel quieto monastero Regina Pacis (tel. 0761.481519) poco distante dal centro abitato oppure presso l’albergo Da Benedetta.

Il giorno successivo (Vetralla-Sutri; 23,6 km; ca. 6 ore) si attraversano fitti boschi di castagni e faggi con la possibilità di deviare verso il convento benedettino di Sant’Angelo e lo sperduto eremo di San Gerolamo, immerso nel verde di un’estesa faggeta. Dopo aver attraversato la Cassia si cammina tra interminabili noccioleti prima di giungere ad uno dei luoghi più scenografici di tutta la Via Francigena: le Torri d’Orlando. Maestose e immote le torri sono monumenti funerari di nobili romani, profumano d’antico e raccontano di un passato scomparso, di chanson de geste e dell’esercito di Carlo Magno in marcia verso Roma nell’anno del Signore 774. La leggenda vuole che Orlando, nipote del Sacro Romano Imperatore, abbia visto la luce nella vicina Sutri e che venisse a giocare tra i ruderi di un’epoca perduta. Leggenda o verità, il luogo è mistico e fuori dal tempo. Dopo un’ora di cammino si giunge a Capranica, costruita anch’essa, come tanti borghi di questi luoghi, su uno sperone tufaceo. Prima di attraversare la Torre degli Anguillara che accoglie il passaggio dei pellegrini da oltre mille anni, vale una sosta nella sconsacrata chiesa di San Francesco con il monumento sepolcrale in marmo dedicato ai fratelli Francesco e Nicola Dell’Anguillara e affreschi originali del XIV secolo.

L’ultimo tratto della tappa odierna porta attraverso la valle del Fosso Mazzano, uno scenario di foresta incontaminata che purtroppo negli ultimi tempi è stato parzialmente rovinato dalle ruspe che hanno scriteriatamente operato lavori di disboscamento.

Infine si giunge a Sutri, dove si visitano la chiesa di Santa Maria del Parto, costruita sopra un mitreo romano, all’interno di una necropoli etrusca, e l’affascinante anfiteatro romano.
A Sutri le strutture di accoglienza pellegrina sono a qualche chilometro dal centro mentre all’interno delle mura vi sono alcuni hotel e b&b “pilgrims’ friendly” come il Nerone’s b&b (392.1988700) e il Sutrium Hotel (0761.600468). La tappa Sutri-Campagnano (23,8 km.; ca 6 ore 30’) si sviluppa inizialmente in pianura fino al borgo di Monterosi, passando vicino al Golf Nazionale; poi, attraversata nuovamente la Cassia, si prosegue in uno scenario rurale, tra querce e prati dove pascolano gli armenti fino alle cascate di Monte Gelato, un luogo senza tempo all’interno del Parco regionale della Valle del Treja, che offrono il giusto ristoro al pellegrino con le loro acque ritempranti. Rimesse le scarpe, dopo un fresco pediluvio,  si entra nel Parco di Veio e si affronta il tratto di strada che conduce a Campagnano. Un’ultima salita prova le gambe e il fiato del pellegrino ma consente l’arrivo nel bel borgo costruito sulla cresta di una collina tufacea.

Il passato medioevale di Campagnano ha lasciato numerose testimonianze artistiche e culturali tra cui chiese, palazzi nobiliari e il tradizionale Palio delle Contrade con disfida a dorso d’asino e corteo storico in costume tardo rinascimentale. Numerosi i punti di accoglienza: religiosi (Parrocchia di San Giovanni Battista, 06.9041094) e non (Ostello di campagnano; Case nel borgo).

Il giorno seguente si parte di buon mattino per la tappa (Campagnano-La Storta; km. 22,5, ca. 6 ore) che inizialmente porta al santuario della Madonna del Sorbo e quindi all’omonima valle, una piccola oasi chiamata “piccola Scozia” per i suoi spazi verdi.

Da qui in pochi chilometri si giunge a Formello, il cui borgo antico è tutto incentrato intorno a Palazzo Chigi che, oltre alla biblioteca e a capitelli romani sparsi in ogni angolo del cortile, ospita sotto le sue antiche capriate l’Ostello Maripara (06.90194605), accogliente punto di sosta intermedio. Una scala trasparente elenca tutte le tappe che da Canterbury portano a Roma e conduce alla terrazza da cui, in lontananza, si intravede il profilo dell’Urbe.

Ripreso il cammino ci si inoltra nel parco di Veio fino a giungere a Isola Farnese (possibilità di sosta all’hotel Tempio di Apollo) e da qui, lungo una strada asfaltata ma poco trafficata, si prosegue fino a La Storta, termine della tappa. Quando si raggiunge la Cassia, con il suo traffico e i suoi rumori, l’estraniamento del pellegrino è forte. L’Istituto Palazzo Suore Poverelle (06.30890495) offre accoglienza sul percorso; oppure deviando di poco dall’itinerario è possibile dormire nella base scout La Valletta (http://ift.tt/2qziYP8).

È arrivato il momento dell’ultima tappa (la Storta-Roma; 17 km, ca. 4 ore 30’). L’inizio purtroppo è sulla trafficata Via Cassia fino a superare il Grande Raccordo Anulare; da qui si lascia l’asfalto per inoltrarsi nel suggestivo Parco dell’Insugherata che si inserisce nel cuore di Roma fino a raggiungere la via Trionfale; quindi si sale alla Riserva di Monte Mario da dove si ha una splendida vista sulla città e sulla destinazione finale: la cupola di San Pietro. Scesi dal colle si percorre quasi a passo di corsa l’ultimo tratto che conduce alle mura vaticane e finalmente a Piazza San Pietro.

Dopo aver giustamente festeggiato l’arrivo avvolti dallo stupefacente colonnato del Bernini non resta che portare la propria credenziale all’Opera Romana Pellegrinaggi in piazza San Pietro (piazza Pio XII, 9) per farsi rilasciare il Testimonium, il documento che prova l’avvenuto pellegrinaggio a Roma.

 

Info e approfondimenti: http://ift.tt/1eGDVKD

La guida Stefano Mazzotti 

L’autore dell’articolo è Guida Ambientale Escursionistica. Camminatore, ciclista, scialpinista e blogger (sognincammino.com) ha percorso a piedi la Via Francigena, la Via degli Abati, il Sentiero del Viandante, la Via dei Monti Làttari, l’Alta Via dei Monti Liguri, alcuni tratti delle Dolomiti.

Nella primavera 2016 ha pedalato per oltre 1000 km per posizionare la segnaletica della CicloVia Francigena dal Passo del Gran San Bernardo a Roma.

 

 

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