I parchi più belli del Sud America (prima puntata): San Pedro di Atacama, Cile

Se la domanda che ti poni prima di scegliere il prossimo viaggio è: «Dove posso trovare una natura incontaminata, vivere una grande avventura e godermi la bellezza del mondo?» La risposta è sicuramente i parchi naturali del Sudamerica. Un itinerario – molto variegato- che comprende deserti, ghiacciai, montagne e laghi. Si inizia con il deserto più arido del mondo, San Pedro de Atacama nel nord del Cile; si continua con le lagune colorate nel sud della Bolivia: uno spettacolo mozzafiato a cinque mila metri di altezza; per poi visitare la patagonia cilena che con Torres del Paine raggiunge il suo culmine di bellezza. Infine, ma solo in ordine temporale, si raggiunge il ghiacciaio Perito Moreno per intraprendere il famigerato trekking denominato «Big Ice».

Luoghi, di rara bellezza naturalistica, che risvegliano il senso di scoperta e meraviglia. Una meta che di giorno ti travolge di emozioni e di sera ti coccola con le sue uniche caratteristiche. La cosa più rilassante, a fine giornata – dopo essere stati tutto il giorno immersi in questi scenari – è abbandonarsi su un’amaca e bere il «mateı, che più di un tè alle erbe, è un vero e proprio rituale, soprattutto per gli argentini. Anche gli amanti della buona tavola, sono soddisfatti: si può assaggiare uno squisito asado, piatto tipo argentino e cileno fatto con carne cotta alla brace, e sorseggiare uno o più bicchieri di Malbec, il famigerato ‘rosso’’ porteño.  Se vuoi rilassarti, tra un parco e l’altro, fermati a Puerto Natales: un paesino di pescatori, pittoresco e ameno nella patagonia cilena. Luogo ideale per riposarsi dopo una settimana di trekking nel parco di Torres del Paine. L’albergo Altiplanico a Puerto Natales è immerso nella natura e solo la sua indimenticabile vista sulla Baia di Ultima Esperanza basterebbe a sceglierlo, anche per una sola notte. (Sfoglia la gallery sopra per sapere quando, come e perché andarci e cosa vedere).

IL DESERTO DI ATACAMA
La prima tappa è il Deserto di Atacama, nel nord del Cile. Di primo acchito e senza rifletterci, la motivazione che spinge in questo mondo così arido è, certamente, la voglia di immergersi in una realtà quasi ‘soprannaturale’: è la terra più secca, improduttiva e arsa del mondo. Un vero e proprio ‘colpo’ quando, d’improvviso, ci si ritrova dentro. Ma ad esperienza conclusa, le motivazioni possono essere anche altre. Per esempio, il cielo notturno: questa regione offre notti tra le più buie e limpide dell’intero pianeta. Un osservatore – amante delle stelle, della contemplazione e del silenzio – può approfittare delle ore serali per intraprendere ‘altre’ escursioni. Le stelle diventano una coperta di luce che ti avvolge e la voglia di ritardare il sonno diventa quasi imperativa, quanto è bello ammirare l’universo a testa in su.

Un altro dettaglio, non trascurabile, che può valere il viaggio è rappresentato dai vulcani. Molti trekking possono essere organizzati ad esempio sui vulcani Lascar e Llullaillaco. Quest’ultimo, che fa parte della cordigliera delle Ande, è il terzo più alto del mondo, la sua cima raggiunge i 6.723 metri; ma anche sui vulcani di Tocorpuri e Sairecabur, luoghi unici sia per ammirare il paesaggio dall’alto ma anche – per i più interessati – per studiare le pietre e, più in generale, la morfologia del territorio. La nostra guida ci racconta, lungo il tragitto, una vecchia storia tramandata dalla gente del posto :«vedete quel cratere? noi diciamo – e nella storia c’è un po’ di verità – che ogni volta che eruttava il vulcano Llullaillaco, il popolo Inca portava le bambine vergini in cima alla montagna e le sacrificate per offrirle agli dei». Se si approfondisce, si scopre che molti corpicini sono stati ritrovati e vengono studiati proprio per la loro ottima conservazione. Oltre alla storia, gli abitanti del deserto di Atacama sono conosciuti anche per le loro leggende ed i loro racconti. Varrebbe la pena passare un pomeriggio con loro, solo per ascoltarli. (Sfoglia la gallery sopra per sapere quando, come e perché andarci e cosa vedere).

di Giovanna Loccatelli

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