Felice Louisiana: viaggio a New Orleans

Ad accoglierti, quando arrivi a New Orleans, c’è Louis Armstrong. Non poteva che chiamarsi così l’aeroporto della città in cui è nato il jazz e dove la musica (blues, rock, dixie, zydeco) non si ferma mai. A proposito: è qui che è stata messa in scena anche la prima opera negli Usa. The Big Easy, uno dei suoi tanti soprannomi, è seduzione pura. Radici incrociate in modo esplosivo – francesi, inglesi, italiani, africani, caraibici –, portando con sé abitudini, suoni, sapori, religioni rimescolate per comporre un patrimonio unico, dalle sfilate del Mardi Gras alla cucina creola. Nola, come tutti la chiamano, vive ora una stagione straordinaria.

E a dodici anni dall’uragano Katrina, che fece 1.833 vittime, hanno coniato un bel termine: creative destruction. La necessità di ricostruire ha aperto le porte a un vero rinascimento, nuovi distretti dell’arte, dello shopping, hub culturali e percorsi verdi si sono affiancati al cuore storico della più grande città della Louisiana. Ecco l’abc per viverla intensamente, con una premessa: lasciare a casa il comune senso dell’orientamento. Distesa lungo la foce del Mississippi come un alligatore, la città ha una forma impossibile, per cui i punti cardinali qui non hanno alcun senso: esercitatevi a pensare in termini di Riverside (Sud) e Lakeside (Nord), per non perdervi, se non con la testa. E un consiglio: scaricate la app Go Nola, ha tour di ogni genere.
Aereo
Come arrivare in Louisiana? Da aprile la compagnia inglese British Airways offre il volo no-stop da Londra Heathrow a New Orleans, quattro volte la settimana. Un bel segnale per Nola, che dopo Katrina aveva visto ridursi drasticamente il traffico aereo. Bisogna festeggiare. Sul party flight inaugurale lanciato in pieno Mardi Gras, c’erano la soul star Nicole Scherzinger e altri musicisti a fare jam session con i passeggeri a 10 mila metri di altezza, bevendo Sazerac
cocktail (cognac, assenzio, zolletta di zucchero e bitter Peychaud). Motivo per cui, durante le otto ore del volo, come del resto in città, si è dormito ben poco.

Baked Alaska
Pazza idea: cuocere il gelato al forno. Invenzione dei cuochi francesi di fine Ottocento, è diventato il dessert simbolo di Antoine’s
(713 St. Louis Street, antoines.com), il più antico ristorante a conduzione familiare di tutti gli Stati Uniti (esiste dal 1840). Tra specchi e stucchi, ogni angolo parla di storia: è qui che sono state inventate le ostriche alla Rockefeller (gratinate), i camerieri portano la livrea e in cantina c’è un patrimonio da 18 mila bottiglie. Collezione formidabile ricostruita negli ultimi dieci anni, perché con Katrina che fece saltare corrente elettrica e condizionatori, dovettero buttare tutto.

Creola & Cajun
La differenza principale fra le due cucine locali si può in modo profano riassumere così: la creola usa il pomodoro, la cajun no. In comune c’è tutto il resto, compresi i piatti tradizionali come il gumbo e la jambalaya. Basta una mattinata di lezioni-degustazione alla New Orleans School of Cooking (524 St. Louis Street, neworleansschoolof
cooking.com), per imparare a farli. Quale souvenir migliore di tornare a casa e servire un bel étouffée di crostacei?

Francese
Come il Quartiere, detto anche Vieux Carré, il cuore antico e fragoroso della città dove la vita non si ferma mai. Si va a Royal Street per lo shopping di antiquariato e per gli artisti di strada, a Bourbon Street per i locali, nella centrale Washington Square per gli artisti che vendono le opere intorno alle cancellate del parco. Ottime le visite guidate di NOSecretsTours.com, che fa scoprire anche gli angoli meno turistici, come il vicolo di Exchange Place dove il Green Goddess bar serve gelati al bacon.

Green
Dal grande polmone verde di City Park al Louis Armstrong Park, Nola si è scoperta negli anni recenti una vera vocazione eco, con piste ciclabili ovunque ed escursioni in kayak al lago e nel bayou, i meravigliosi canali naturali circondati da palme e cipressi che fanno da casa alla simpatica comunità degli alligatori.

Hotel
L’offerta è ricchissima, ma in periodi come il Mardi Gras la città è sold out; non è mai troppo presto per prenotare. Il grattacielo del Loews è in posizione strategica, a un passo dalle mete principali, ed è dotato anche di spa. Ricavato da un magazzino dell’Ottocento, ha stanze grandi con mattoni a vista (fatti con l’argilla del Mississippi), mentre l’Old No. 77 è tra i più raffinati boutique hotel di ultima generazione. Una serie di cottage creoli dell’800 raccolti attorno a un cortile formano invece l’hotel Jazz Quarters, a un passo dal Quartiere Francese ma in una posizione tranquilla.

Hurricane
Non parliamo di Katrina ma del celebre cocktail a base di rum. Perché se New York è la città che non dorme mai, questa è quella che non smette mai di bere. E che rivendica di aver inventato i cocktail. La leggenda dice che un farmacista, che serviva gli amari medicinali in piccoli portauovo, per renderli più sopportabili vi aggiunse una goccia di cognac. I pazienti improvvisamente facevano la fila. Non è vero, ma è bello crederci. Oggi si fa la fila in bar come lo storico Pat O’Brien’s e il nuovo CellarDoor, accomunati dall’atmosfera tutta legni scuri e lampadari stile speakeasy anni Venti. Imperdibile il Carousel dell’hotel Monteleone (214 Royal Street, hotelmonteleone.com): il bancone è una giostra
antica che gira.

Jazz
Fine aprile è il periodo del Jazz Fest (fino al 7 maggio), ma la musica non si ferma mai. Due tra gli indirizzi must: il Tipitina’s su Napoleon Avenue (casa di band gloriose come i Neville Brothers) e Fritzels, pub leggendario dove si suona tutta la notte.

Muffuletta
Qualcuno forse conoscerà la «progenitrice» siciliana, da cui discende la versione made in Vieux Carré del più famoso sandwich locale. Inventato nel 1906 alla Central Grocery di Decatur Street, è una maxi ciabatta farcita con provolone, salame, prosciutto e un’insalata di olive, peperoni, sedano, aglio, capperi e cipolline. Chiedetene mezza se non avete qualcuno con cui spartirla. Da provare alla Napoleon House,
locale storico di grande atmosfera (al 550 di Chartres Street), così chiamato perché la leggenda vuole fosse destinato all’esilio di Bonaparte.

Tremé
Reso celebre da una bellissima e drammatica serie Tv del post Katrina, il quartiere creolo dalle case di legno colorate è tornato a vivere. Nel più antico quartiere afroamericano, l’ultimo localino storico ancora in vita è il Candlelight Lounge, dove Gladys, la proprietaria, vi costringerà a ballare: sarete felici di averlo fatto.

Voodoo
Le bamboline puntaspilli sono ovunque, dai portachiavi ai sottobicchieri. Se la magia nera non vi fa paura, il Vieux Carré pullula di negozietti dall’aria macabra, in
realtà parenti prossimi delle erboristerie, dove troverete il kit dei vostri (cattivi) desideri. Ma potete rivolgervi anche alla leggendaria Voodoo Queen Marie Laveau, così potente da agire pure dall’oltretomba; le pareti del suo sepolcro al n. 1 dell’antico Saint Louis Cemetery sono coperte dalle tre X lasciate in voto dai tanti visitatori. Anche in questo New Orleans è speciale: la città è sotto il livello del mare, e i morti non vengono sotterrati, ma sepolti in piccoli mausolei di tale bellezza al punto che i cimiteri sono meta turistica.

di Alba Solaro

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