«Instagram ha creato un mostro»

«Ricordo quanto ero eccitata quando ho iniziato a pubblicare su Instagram. Finalmente una piattaforma che mi dava la possibilità di far vederei miei lavori, raccontare le mie storie, condividere la mia vita e ispirarmi a quella degli altri. Tutto era incentrato su creatività, arte e lavoro, in maniera giusta, etica: era bellissimo! Ma le cose sono cambiate molto da allora e oggi mi viene il voltastomaco quando devo postare una nuova foto […] Quindi ecco la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità, una guida senza filtri su ciò che sta realmente succedendo».

Un articolo forte, scritto da una donna forte, che non ha paura di usare mezzi termini per denunciare un sistema che non sopporta più. Passiamo le nostre giornate sui social network, a dare forma ai nostri pensieri e alle nostre vite, pensando di essere totalmente liberi. Liberi di smettere quando vogliamo, liberi di scegliere che cosa condividere, liberi di vedere ciò che preferiamo. Beh, secondo Sara Melotti che non è così e il 23 aprile ha postato un “articolo- denuncia” sul suo sito (qui l’originale).

Sara Melotti, ex fotografa di moda a New York City, oggi fotografa di viaggi. Ha mollato tutto, un lavoro che le aveva regalato successo e fama, l’appartamento nell’East Village, una vita lustrini e carta patinata, per viaggiare e vivere in maniera più autentica. Ed è proprio l’autenticità che ha fatto sì che anche il suo profilo Instagram, aperto per mostrare al mondo la sua passione per la fotografia e per le terre lontane, diventasse seguitissimo in breve tempo.

Spesso accade in queste situazioni di farsi un po’ prendere la mano. Si inizia a pensare che forse il modo giusto è prestarsi alla logica del business, perché alla fine di cosa viviamo? Non di passione, bei panorami e aria. E quindi via con i trucchi del mestiere dell’influencer: sponsorizzazioni, follow-unfollow, acquisto di likes, tag-spam come se non ci fosse un domani, e via così. Ma Sara a questa logica non ci è mai cascata. O quasi.

(Nella gallery sopra, la sua guida-denuncia)

«Per alcuni di noi esiste un vero business dietro a Instagram. Posso permettermi di viaggiare perché collaboro con hotel, tour operator e diversi brand grazie a IG. […] Ma un buon contenuto e una community sincera non sono sufficienti per la maggior parte dei marchi. Loro vogliono i numeri!
 Di solito funziona così: molti seguaci insieme a un alto coinvolgimento degli utenti rispetto ai tuoi contenuti significa avere più sponsorizzazioni, partenariati, lavori, talvolta bei soldi».

COME TUTTO È COMINCIATO


«Circa un anno fa tutto è cambiato. Prima Instagram usava la logica dei contenuti in ordine cronologico. Chi prima pubblicava, prima veniva visualizzato […] Ma poi, per seguire il “metodo Facebook”, hanno iniziato a mostrare i post in un ordine “basato sulla probabilità che ti interessi il contenuto, il tuo rapporto con la persona, la tempestività del post”. Ecco quando il nuovo sistema di algoritmi è entrato in gioco. La gente non vedeva più i nostri post, i numeri precipitavano velocemente e alcuni di noi, in panico, hanno iniziato a pensare a soluzioni “creative” per ingannare questo algoritmo e tenere stretto il proprio lavoro».

Ma quali sono i trucchi che funzionano per ottenere più seguaci e un alto engagment? Sarà li ha elencati denunciano la «sua colpevolezza», «parziale colpevolezza» o la sua distanza. Li abbiamo elencati nella gallery sopra, le foto sono quelle postate da Sara sul suo profilo.

di Giulia Caligiuri

L'articolo «Instagram ha creato un mostro» proviene da VanityFair.it.



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