Rovigo: weekend slow nel cuore del Polesine

Rovigo Tempio della Rotonda _esterno

Rovigo è una terra di fiumi, di chiese e di rose, almeno nella tradizione rievocata dall’Ariosto nell’Orlando Furioso. La città è fin troppo spesso considerata solo una mera tappa di passaggio verso altre destinazioni, eppure racchiude tesori inconsueti che meritano di essere riscoperti, a ritmo lento. Un’opportunità in più è offerta dalla riapertura di Palazzo Roverella, con la mostra Terra senz’ombra. Il Delta del Po negli anni Cinquanta visitabile fino al 2 luglio. Il percorso espositivo raccoglie cento scatti di Pietro Donizelli, considerati un capolavoro della fotografia neorealista. Il consiglio è di allungare la permanenza nel Palazzo per soffermarsi a visitare anche la sua pinacoteca, che custodisce opere di artisti come Tiziano, Tintoretto, Tiepolo e Palma il Giovane.
La vita nella città delle rose scorre languida; si passeggia all’interno delle vecchie mura accompagnati dal suono delle campane delle numerose chiese rodigine e sotto l’ombra delle due torri medioevali, testimoni di un’epoca in cui Rovigo era territorio di confine conteso tra estensi e veneti. Una storia affascinante raccontata dal museo dei Grandi Fiumi dove, anche grazie alle ambientazioni dello scenografo Gabbris Ferrari, si esplora il rapporto tra Rovigo e il suo territorio, il Polesine, terra di mezzo delimitata da Adige e Po.

ROVIGO: VOCI D’OPERA E PALAZZI NOBILIARI

La giornata a Rovigo inizia con un caffè in Piazza Vittorio Emanuele, dove si affaccia lo storico edificio della Borsa, oggi luogo privilegiato per osservare lo “struscio” sul liston (il lastricato). Seduti a uno dei tavolini all’aperto, lo sguardo vaga sugli eleganti palazzi nobiliari dell’epoca d’oro della città, tra cui la Loggia dei Nodari, la Torre dell’Orologio, l’Accademia dei Concordi, il Palazzo Roncale e il Palazzo della Roverella, pinacoteca e sede di esposizioni mai banali: dopo la rassegna dedicata ai reportage di Pietro Donizzelli, il 23 settembre sarà la volta di Secessione. Monaco, Vienna, Praga, Roma.
Qualche via più in là, ci si ferma a sbirciare le prove al Teatro Sociale, testimonianza della grande passione dei rodigini per la musica lirica e dove, nell’ultimo secolo, hanno debuttato alcune delle più note voci operistiche del secolo tra cui Beniamino Gigli, Renata Tebaldi, Maria Callas e Luciano Pavarotti. Da non perdere anche una visita al Tempio della Beata Vergine del Soccorso (detto la Rotonda per la sua forma ottagonale), una chiesa dove il tema sacro si sposa, singolarmente, a quello civile: l’edificio infatti è ricoperto da grandi tele raffiguranti i miracoli della Vergine e i podestà veneti.

CICCHETTI E SARDE

Dopo un intenso tour tra arte e monumenti, panini gourmet rivisitati con i prodotti della tradizione, come quello a base di baccalà mantecato e cipolle caramellate proposti dall’Osteria i Trani, rappresentano una tentazione irresistibile, soprattutto se accompagnati dall’immancabile cicchetto. Le tipiche sarde in saor (sarde fritte in agrodolce) si assaggiano da Alicanto, magari su un tavolino all’aperto affacciato sull’ex ghetto della città.

LE VILLE DI FRATTA POLESINE E DI LENDINARA

Basta solo allontanarsi di pochi chilometri dal capoluogo veneto, in una campagna piatta attraversata da una ragnatela di canali, per imbattersi, sorprendentemente, in ville cinquecentesche dove arte e natura sembrano fondersi in gioielli architettonici. Come  Villa Badoer di Andrea Palladio, a Fratta Polesine, e  Villa Dolfin Marchiori, a Lendinara.
Una passeggiata nella minuscola Fratta Polesine, lungo il canale dello Scortico, è particolarmente romantica al tramonto, quando l’ocra e l’arancione del cielo illuminano la Baoder e la vicina Villa Molin Avezzù e si riflettono sull’acqua. A pochi minuti dai palazzi nobiliari del borgo, la locanda Al Pizzon, ricavata in un antico mulino, è il rifugio ideale dove godersi le ricette della tradizione (il menu degustazione costa 30 euro), una cucina a metà strada tra quella veneta e quella estense di Mantova e Ferrara.

MAGGIO RODIGINO: GLI EVENTI DA NON PERDERE NEL POLESINE

Un weekend nel Polesine è sempre un’ottima idea. Ma forse maggio è il periodo ideale, grazie al ricco calendario di eventi che promette di animare Rovigo, il cuore del Polesine, coinvolgendo un pubblico trasversale: da Rovigoracconta (dal 4 al 7 maggio), festival di letteratura, musica, teatro; a RovigoComics (26-28 maggio). Per la notte, l’Hotel Cristallo offre camere luminose e dotate di ogni comfort (per una doppia con colazione si spendono tra 63 e 82 euro a notte).

ESCURSIONI NEL PARCO DELTA DEL PO

Con la bella stagione che avanza è poi impossibile resistere al fascino senza tempo del Parco Delta del Po, con il suo intreccio di terre e acque e il suo mosaico di ecosistemi, dove organizzare gite in barca, a cavallo o in bici. I percorsi all’interno dei 140mila ettari di Parco, Riserva della Biosfera Unesco, sono praticamente infinti. In giornata si può scoprire la Sacca di Scardovari, la laguna più ampia del Delta dove si allevano le cozze nelle caratteristiche le “peociare” (strutture in legno per l’allevamento dei mitili), o Porto Tolle, nel cuore del parco e una delle zone più ricche di biodiversità in Italia. La tentazione  è quella di immergersi nella natura e lasciarsi affascinare da un territorio così particolare, magari trattenendosi qualche giorno al Barricata Holiday Village di Porto Tolle.

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