A Valeggio sul Mincio la corsa è scattata: per soddisfare le ordinazioni di Natale, le sfogline del paese impastano, sfogliano e incartano tortellini già da ottobre. La spesa di Natale perfetta? Non può prescindere dai tortellini, rigorosamente preparati a mano, e da un buon vino Amarone, altro primato della zona. Ecco dove andare e gli indirizzi da non perdere.
A CACCIA DI TORTELLINI: Ci vuole una gran pratica per trasformare un sottilissimo quadrato di pasta in un’opera d’arte, il Nodo d’Amore: un piccolo rettangolo con le ali alzate, il cuore di morbida carne e il buco in centro, perché la cottura si distribuisca in modo uniforme e regali al palato un bouquet di sapori equilibrati: manzo, vitello, maiale, fegatini e durelli di pollo lasciati a “pipare”, cioè bollire, nel burro e nell’olio con il mazzetto di erbe aromatiche nel coccio, per ore, prima di essere macinato e racchiuso nel tortellino. A Valeggio, sotto le torri merlate del Castello Scaligero, un reticolo di vie accoglie pastifici e ristoranti a conduzione familiare. Ognuno ha la sua ricetta.Pastificio Al Castello: nel 1993 Luigia, apriva il suo pastificio. “La qualità – dice – è il nostro punto di forza”; insieme al figlio Dennis mantiene i sapori antichi, gli ingredienti naturali privi di conservanti e una lavorazione fatta tutta a mano. Cosa comprare? Il tortellino classico di Valeggio, nato da una leggenda dove Silvia, ninfa bellissima, e il suo amato Marco, come pegno del loro amore fecero un nodo ad un fazzoletto. È fatto con farina doppio zero, semola e uova base della pasta sottile e leggermente ruvida che avvolge tutto il gusto del ripieno di carni miste rosolate e amalgamate: ottimo condito con burro fuso e salvia o servito anche in brodo. Non mancano i famosi tortelli di zucca, fatti con pasta un po’ più spessa per accogliere il sapore dolce e deciso della zucca mescolata con mostarda e amaretti, da servire con burro fuso semplicemente per esaltarne il ripieno. Imperdibili, pure i tortelli al limone e al pistacchio.
Pastificio Remelli: zucca, castagne, tartufo, radicchio rosso e cappone; Guido Remelli, il titolare, li fa addirittura ripieni con la gallina padovana, con il brasato di manzo e l’Amarone, con il sedano di Verona e il formaggio Monte Veronese Dop. Tempo permettendo, accompagna sopra il negozio, a vedere le sfogline al lavoro. “Io e mia sorella abbiamo imparato a fare i tortellini in casa. Li prepariamo ancora senza conservanti, rigorosamente a mano, da acquistare o degustare nel ristorante annesso al pastificio”.
Al re del tortellino: hanno un metodo che viene tramandato di generazione in generazione, per sfogliare la pasta e renderla sottile e unica. Qui non troverete solo tortellini (con ogni tipo di ripieno) e il classico Nodo d’Amore, ma anche tagliatelle, bigoli al torchio e fettuccine. Da un anno, hanno aperto anche un ristorantino, che porta lo stesso nome, in Piazza del Municipio.
Ristorante Alla Borsa: Nadia Pasquali, la proprietaria, ha imparato che il lavoro non è uno strumento ma un valore, nella vita. Impegnativo, ma commovente, è alzarsi il mattino presto, accendere i fornelli, organizzare gli ingredienti, monitorare le cotture dei tagli di carne, lasciarsi trasportare dai profumi del burro, dell’alloro, della noce moscata e finalmente assaggiare il brasato “càrdine” del ripieno dei Nodi d’Amore, un tempo piatto dei banchetti medievali, poi delle feste padronali. “Furono le donne di servizio, rientrate in paese, a diffonderlo nelle famiglie, usando le carni avanzate durante la settimana. – spiega-. Ancora oggi la didattica esperienziale, tramandata di generazione in generazione, è fondamentale. Il tortellino di Bologna? Tutta un’altra storia, il nostro ripieno è già cotto e la pasta è un velo, pronta in soli due minuti di cottura”. Un pranzo al Ristorante Alla Borsa significa regalarsi la migliore cucina di Valeggio.
VINI E FORMAGGI: bastano 20 chilometri di strada per conoscere le dolcezze di un territorio che si apre su un mare di vigneti. La Valpolicella è terra d’Amarone, altra eccellenza. Frutto di un errore umano, è presto assurto a re dei vini. Nacque per caso da un Recioto scapà, scappato, lasciato cioè fermentare troppo e, per questo, diventato straordinariamente amaro.
Cantina Valpolicella Negrar, “migliore cooperativa vitivinicola d’Italia” per lo specialista Weinwirtschaft: qui il rosso Docg si acquista a ottimi prezzi e si degusta con le visite guidate. La cantina è stata la prima a metterlo in bottiglia con il nome Amarone, decretandone il successo. Cosa comprare? Domìni Veneti è il frutto della selezione di uve di straordinaria qualità. Cosa visitare? Il museo dell’appassimento, all’interno della cooperativa. Per conoscere tutti i processi lavorativi dell’Amarone e apprezzarne ogni sfumatura di gusto. Cantina Valpolicella Negrar gestisce ogni anno l’appassimento naturale, processo produttivo tipico della Valpolicella, di oltre 2 milioni di chili d’uva (varietà Corvina, Corvinone e Rondinella). Per gustare l’Amarone con le gambe sotto a un tavolo, c’è il ristorante Osteria Domini Veneti, a Cavaion Veronese. Non perdete il risotto con l’Amarone.
Corrado Benedetti: entrare nel negozio di Corrado Benedetti è un’esperienza. È un affinatore di formaggi superbo, con una selezione di formaggi (e salumi) di altissima qualità. Inoltre, con il suo staff, è sempre pronto a svelare segreti e caratteristiche dei prodotti. Formaggio Affinato in Vinaccia Rossa, nelle ciliege e nelle pere; Cimbro Affinato con Salvia e Rosmarino, o con le noci, ma anche Monte Veronese e Pecorino di Fossa. E poi soppresse, pancette, coppe, lardo, lombata, guanciale e il celebre tastasal. Quando nelle case si preparava l’impasto per salami, prima di insaccarli le donne cuocevano una piccola porzione di carne per verificare che la salatura fosse corretta. Il Tastasal Benedetti si differenzia dall’impasto del salame: utilizza l’80% di scannello magro e solo il 20% di pancetta rifilata, conditi delicatamente con sale e pepe. Il risultato? Un macinato più magro, pronto a essere cucinato in un ragù bianco cotto a lungo e profumato da rosmarino e noce moscata, poi unito al riso pilaf per dar vita ad una delle ricette più conosciute di Verona: il risotto al tastasal. Grazie a Corrado Benedetti si scoprono tutte le potenzialità dell’Amarone; lui, il re dei vini, lo usa per affinare latticini e dar vita a salumi dal carattere unico, da comprare o degustare nel suo negozio a Sant’Anna D’Alfaedo nelle quattro domeniche del gusto, prima di Natale.
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