La chiamano “infinita” e dopo tre giorni qui capiamo il perché. In due ore si passa dal trekking dei Picos D’Europa, 2600 metri di altezza, alle spiagge dorate del surf. Dalle tavolate pantagrueliche di acciughe, bonito (il tonno locale), crostacei, gazpacho e gelato al formaggio (sì, gelato al formaggio, che a dispetto dalle apparenze è favoloso) ai percorsi in canoa sul fiume Azòn. Ovviamente per chi ha la tempra fisica giusta. In mezz’ora si passa dal Parco Naturale Cabárceno, in cui vivono animali da cinque continenti, alla costa con borghi medievali, scogliere e case di Gaudì.
La Cantabria non è grande ma ha tutto. Meno nota dei vicini Paesi Baschi, fa parte del Nord della Spagna attraversata dalle tappe del Cammino di Santiago di Compostela, è un luogo di passaggio, non tutti sanno che merita una visita a sé. Perché ha mille sapori, l’inverno non è mai troppo freddo e l’estate, sulla costa e a Santander, non supera quasi mai i 22 gradi. Si fa sport, si mangia tanto e bene, non costa molto, è verde, fatta di contrasti ma non immensa (solo 5.000 mq), non ci si annoia.
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I consigli della redazione
Gli indirizzi, gli eventi, le idee per partire informati
– Il Surf
È difficile. Provare, provare, provare ancora. Stare in piedi almeno un secondo sulla tavola, nel primo giorno di lezione, è una sfida praticamente impossibile. Ma la Cantabria è uno dei posti migliori per imparare il surf ed è anche una fantastica meta per gli esperti. Siamo sull’oceano Atlantico, e questo la dice lunga. Qui c’è la Vaca, un’onda grande, molto ambita dagli aficionados. Le spiagge sono sessanta, quella di Loredo è l’ideale per imparare, e anche Somo. Ci sia arriva con il traghetto da Santander. “Uno dei posti migliori al mondo, insieme a Bali, Java, Australia e il nord della Francia”, ci dice Damian, inglese, responsabile della scuola di surf a Loredo, mentre tenta (a fatica) di istruire i neofiti. Dal mese di ottobre parte la stagione più attesa per chi è già bravo cavalcare le onde: il posto che amano di più è l’Isola Santa Marina. Le lezioni costano 50 euro circa (la singola di due ore). Altre spiagge cult: Oyambre e Liencres. Per entrare ancora più nello spirito, si può dormire alla Wolf house, guest house per surfisti, gestita da una coppia di ragazzi italiani, un posto semplice e grazioso.
-La Canoa
Oltre al surf, un altro divertimento cantabrico per chi preferisce il turismo attivo è la canoa sui fiumi Azòn, Cañon del Ebro, Cares. Le traversate possono durare due o tre ore, o anche un’intera giornata, per famiglie o coppie, rapide o meno, con diversi livelli di difficoltà. Il centro Canoason sul fiume Azòn organizza un giro alla portata di tutti, anche dei più fifoni, che non si devono tirare indietro quando lo staff ti “lancia” in una specie di cascata-dislivello. È probabile che si finisca in acqua, ed è la cosa più spassosa e rinfrescante. Dai 19 ai 40 euro a persona.
– Esplorare Santander
La parte più bella della capitale cantabrica, sede universitaria, con una cattedrale formata da due chiese una sopra l’altra, ricca di eventi culturali e festival e con un bel lungomare, è sicuramente la penisola della Magdalena, che squarcia la baia di Santander e si tuffa nell’Oceano. Il parco della Madgalena, dove si svolge il Festival musicale, i quattro chilometri di spiaggia, il quartiere El Sardinero, la piccola isola De Mouro: tutto è molto scenografico, c’è un turismo per l’80 per cento spagnolo, vengono i ricchi della Castilla Leon che hanno una seconda casa, è una valida alternativa ai Paesi Baschi e San Sebastian.
Due indirizzi classici: l’Hotel El Real, il più confortevole della città, e il mercato del pesce.
– Mangiare bene
La tecnica è stata importata dagli italiani, ma questo non toglie che la Cantabria sia la capitale mondiale delle acciughe. Sono una delizia e decisamente poco economiche (sette euro per 100 grammi, per esempio). A Santoña è possibile visitare la fabbrica, assistere al loro confezionamento e comprarle direttamente dai produttori (ed esempio qui): dopo nove mesi sotto sale vengono pulite, separate e inscatolate una a una dalle operaie cantabriche. Qui si inscatola anche il bonito, il tonno locale, e la ventresca.
La varietà dei paesaggi è direttamente proporzionale a quella dei prodotti. I piatti locali sono un’infinità. Sui Picos de Europa, a Potes in particolare, non c’è posto che non prepari il cocido montañés: una specie di stufato con costine di maiale, verze, fagioli, salsiccia, manzo e come se tutto ciò non fosse abbastanza, pezzi di frittata. Notevole quello dell’Hotel del Oso, ai piedi delle montagne, dove è una bella idea passarci una notte prima di salire sulle vette.
I dolci non sono da meno. La cheese cake locale che si chiama quesada pasiega; las corvadas è invece specie di millefoglie dolce locale. C’è poi il gelato al formaggio come dessert, che detto così sembra un mix assurdo, ma è divino: a Ontaneda c’è una gelateria dove c’è sempre la coda, perché lì vendono il migliore. Il latte di altissima qualità dei Picos permette di fare mille tipi di formaggio, tra cui quello azzurro a Picon.
Al mare, invece, le rabas (calamari impanati) sono azzeccati per l’aperitivo. San Vincente de La Barquera, quella con la spiaggia davanti e i Picos alle spalle, è la patria del sorropotum, la zuppa di pesce. Il mercato della Speranza di Santander è un paradiso anche solo da guardare (qui si trovano anche i percebes, i crostacei della zona). Il merluza è il nasello locale.. Nei ristoranti condiscono il pesce con il sugo detto pil pil, che altro non è il grasso del pesce. Per un paio di cene più chic, a Santander: La Casona del Judio, con menù degustazione (il cuoco Sergio Bastard ha partecipato al talent Top Chef Spagna) o lo stellato El Serban.
– Il Parco Naturale Cabárceno
A 17 km da Santander, verso l’entroterra, si entra in uno dei posti visitati della Spagna, il Parco Naturale Cabárceno, un’ex miniera convertita in area naturale, dove vivono in semilibertà gli animali da cinque continenti. Il parco è stato scelto per un progetto europeo per la conservazione dei rinoceronti. Ci sono le scimmie di Gibilterra, cervi, cerbiatti, gli asini somali (quelli con le zampe striate), gli ippopotami (che sono più aggressivi di quanto sembri), linci, iene, ghepardi, la tigre del bengala bianca e gialla e un orangotango al chiuso, perché gli uomini potrebbero trasmettergli dei virus. L’area degli elefanti, da sola, è grande quanto lo zoo di Madrid. “Ce n’è una, Cristina, che è stata allattata per 4 anni e aveva perso la consapevolezza di essere un elefante”, spiega la guida del parco, l’appassionato Roberto Callejo. Il tour normale costa 30 euro, 17 per i bambini, poi c’è la visita “Salvaje”, quella in cui si vedono gli animali più da vicino: costa 200 euro e si viaggia con gruppetti e piccole jeep. Una funivia, inclusa nel prezzo, permette una vista dall’alto, panoramica, sul parco e i suoi abitanti.
– La Cultura, i cammini, la Fede
La Cantabria e il Cammino di Santiago sono due mondi inscindibili. Qui passano due tratti differenti del pellegrinaggio che da religioso è diventato un’esperienza di vita anche per i non praticanti: c’è la camminata sulla costa, il Cammino del Nord, che tocca Santander e Laredo, e c’è quello più a sud, detto Cammino Lebaniego o anche Francese. Entrambi durano mesi, come molti sanno. Ed entrambi possono fare una deviazione a Santo Toribio, dove nel monastero curato dai padri francescani è conservato un pezzo della Croce di Cristo. Ad aprile 2017 sono attesi milioni di fedeli per il Giubileo. San Toribio, infatti, grazie alla bolla papale di Giulio II, è uno dei quattro luoghi al mondo in cui si può chiedere l’indulgenza.
Santillana de Mar, sulla costa a Est di Santander, è un delizioso borgo medievale da visitare in un paio d’ore; nella vicina Comillas c’è il Capricho di Gaudì, una coloratissima casa realizzata dal grande architetto spagnolo quando aveva solo 30 anni, uno dei pochi esempi di arte modernista fuori da Barcellona. Qui intorno, oltre alle gradevoli spiagge, ci sono alcuni hotel che meritano, belle strutture ricavate in architetture antiche (Parador de Santillana de Mar, Casa del Marqués, Casona de los Caballeros).
Ad Altamira, invece, c’è una delle tante grotte che riproducono le pitture rupestri preistoriche. Questa, in particolare, è stata scoperta nell’estate 1879 da Marcellino di Sautuola: la sua storia sta per diventare un film con Antonio Banderas e Rupert Everett. Altra postilla cinematografica: in Cantabria, a Las Fraguas, si trova il palazzo della fine del XVIII Los Hornillos, dove Nicole Kidman è stata protagonista di momenti terrorizzanti nel film The Others.
– I Picos de Europa
Gli immigrati di inizio ‘900, quando tornavano nel vecchio continente dall’America, la prima cosa che vedevano dell’Europa, dalle navi, erano queste vette. I Picos de Europa sono condivisi tra Cantabria, Asturie e Castilla Leon.
Sali in cima, a piedi o in fuoristrada, e hai un senso di sgomento: la cordigliera, il silenzio, le gole. Si arriva in alto anche con una funivia velocissima e minuscola, la teleferica Fuente De. Si fa trekking, rafting, bird watching. La cittadina principale è Potes: un paese in pietra, pieno di locali, hostal, bar, tour operator e sidrerie; è qui che conviene organizzare le attività, ed è indicato anche per trascorrerci una notte, magari all’Hotel del Oso (vedi: mangiare bene).
Per chi arriva in auto da Santander, il Centro Turistico di Sotama è il punto migliore per avere informazioni e una prima idea dei Picos e organizzare un tour. Piatto imprescindibile: il cocido (vedi sopra). I laghi glaciali, le valli rocciose, i boschi: il modo migliore per vedere tutto quanto sono i sentieri: 27 di breve distanza, due di grande distanza e quattro itinerari d’alta montagna: I periodi migliori per le camminate sono a primavera e l’autunno, per il clima.
Gli eventi più attesi in Cantabria
Ci si aspetta una (mezza) invasione la prossima primavera: ad aprile 2017 si apre il Giubileo a San Toribio mentre Santander, la capitale della Cantabria, spera nell’”effetto Guggenheim di Bilbao”: sta per inaugurare l’imponente Nuovo Cento di Arte contemporanea Botin, il primo edificio realizzato in Spagna da Renzo Piano, sul lungomare di Santander. “Sarà un centro d’arte internazionale, luogo di arte e cultura, un nuovo spazio per fare incontrare le persone”, annuncia la marketing manager Margarita Meoro. Saranno 2.500 mq totali divisi in due volumi: a ovest due piani espositivi, con al primo la permanente della Fondazione Botin e al 2° le mostre temporanee (www.centrobotin.org) . Si parte con l’artista tedesco Carsten Höller, che già si è esibito alla Tate, al New Museum con “Experience” e all’Hangar Bicocca. “Una vera esperienza”, anticipa Meoro, “vai a letto, fai il bagno, l’artista gioca con le emozioni delle persone”. A Est, un auditorium per concerti per 300 persone, intimo, elitario, con sul Mar Cantabrico. Al piano terra non c’è nulla, tutto parte dal primo, con un trampolino sul mare che dà la sensazione di galleggiamento.
Info: guiaencantabria.com, turismodecantabria.com
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