Gite fuoriporta: 6 ecomusei da scoprire in Italia

salina camillone

Se in un museo si entra, in un ecomuseo si esce, all’aperto. Si abbraccia con lo sguardo una porzione di territorio e si esplora la sua eredità culturale e la sua identità. Ci si tuffa nelle sue tradizioni e nel suo quotidiano, si rovista nei suoi usi e costumi, si dondola appesi al delicato rapporto tra natura e antropizzazione. Sono sempre più diffuse le “esposizioni territoriali permanenti”, musei diffusi che offrono al viaggiatore una full immersion in un altro mondo, un’altra epoca o un’altre cultura, e anche in Italia queste realtà si stanno moltiplicando velocemente, ottenendo negli ultimi vent’anni anche il riconoscimento della loro identità con uno specifico strumento normativo in varie regioni o provincie autonome. Abbiamo selezionato per voi alcuni dei paesaggi culturali più interessanti da vivere in Italia. Idee per una gita fuori porta (a a due passi dalle località di villeggiatura) a tema. Da provare ora negli ultimi week end di sole. 

Cuneo: sulle orme del re degli erborinati nelle Valli Occitane

Nelle Alpi Occitane troviamo nella minuscola Valle Grana l’Ecomuseo del Castelmagno. Il territorio che dà i natali a uno dei formaggi più preziosi del tagliere caseario italiano è poco noto ma ha valorizzato e integrato sapientemente i luoghi della produzione che hanno caratterizzato l’economia di questo territorio. Cuore dell’ecomuseo è il caseificio di Pradleves, dove gli antichi spazi di lavorazione accolgono laboratori di produzione del formaggio. Un altro filo da percorrere alla scoperta dell’identità della valle è quello del baco da seta il cui allevamento ha trovato qui un’importante tradizione. Il luogo di interpretazione privilegiato a questo proposito è il Filatoio Rosso di Caraglio. Diversi percorsi in bike si snodano nell’ambiente agricolo immacolato della valle tra frutteti, pascoli, boschi di castagno, prati di tarassaco alla scoperta di altri luoghi della memoria e della produzione, come la Cascina Rosa, tradizionalmente legata al baco da seta e dedita alla produzione di miele bio. Poi di nuovo in giro per i paesi, ci si perde nelle viuzze antiche di San Pietro, frazione di Monterosso Grana, per incontrare qua e là i “Babaciu” delle figure di paglia umanizzate che raffigurano i protagonisti degli antichi mestieri e tradizioni.

Cervia: nei paesaggi del sale con i pescatori

Un viaggio sulle vie dell’oro bianco. Dove? Lungo le coste adriatiche, a Cervia. Incastonata nel paradiso del divertimento incontriamo una nicchia culturale straordinaria, l’Ecomuseo del Sale e del Mare, interamente dedicato alla vocazione salinara di questo territorio.
Il sistema museale prevede varie risorse, on line e in loco, per interpretare il paesaggio e la comunità del sale. Si può seguire l’itinerario dei “luoghi di controllo del sale” : saline, canali, caselli, garitte, magazzini e torri. Alcuni di essi ancora dediti alla funzione originaria, altri riconvertiti a nuovi usi, come i magazzini che ora sono la sede del MUSA, il museo del sale di Cervia. Le mappe di paesaggio e le “antenne” sul sito dell’ecomuseo indicano i luoghi della memoria a più ampio spettro ma comunque connessi con la cultura del sale, come lo stabilimento termale di inizio ‘900, il centro climatico ex Montecatini, le case e il borgo dei salinari.
Per sentire dalla viva voce di chi ha il sale nel DNA, si può prenotare una delle passeggiate patrimoniali, per vivere insieme ai pescatori locali la memoria e l’identità di questi luoghi di mare e di terra, in una narrazione deambulante.

Cesenatico: a vele spiegate

Restiamo nell’Alto Adriatico per visitare un luogo di interpretazione unico, il Museo della Marineria di Cesenatico. Qui il “territorio” di cui si vuole preservare la memoria e l’identità si perde fino all’orizzonte e i suoi protagonisti sono le imbarcazioni da navigazione della marineria. Mezzi di lavoro, il cui ciclo di vita sarebbe naturalmente destinato a dissolversi nell’usura e nell’abbandono, portando con sé la storia delle comunità del mare, l’epopea della navigazione, le tecniche costruttive, le leggende e le tradizioni. Ma questo progetto di conservazione ha salvato dalla dimenticanza le imbarcazioni e ne ha fatto un museo diffuso. Un padiglione museale su terra offre un percorso tra botteghe di carpenteria navale e antichi trabaccoli e ancore e installazioni didattiche dove cimentarsi nell’arte dei nodi. Vi è poi il museo galleggiante, dove si fa “boat hopping” tra i vivaci colori delle vele, le variegate strumentazioni e decorazioni dieci antiche imbarcazioni. Con due di queste imbarcazioni si può proseguire la visita con un’uscita dimostrativa. Il museo prosegue con la “sezione” all’aria aperta, che si snoda lungo il canale disegnato da Leonardo nel centro storico di Cesenatico, con la vecchia Pescheria ancora attiva, il moderno Mercato all’ingrosso del pesce e la particolare Piazzetta delle Conserve, anticamente una ghiacciaia per conservare il pesce.

Udine: l’energia del lago tra le montagne

Siamo nell’estremità orientale delle Alpi Carniche, in Friuli Venezia Giulia, dove il sistema ambientale del Lago di Cavazzo ci racconta la sua natura e la storia, forgiata dall’economia. Nel 1957 il lago è stato infatti trasformato in bacino di compensazione per la produzione di energia elettrica. Un ambiente trasformato quindi in cui la natura ancora incontaminata e le testimonianze dell’identità locale convivono con la trasformazione del territorio nell’Ecomuseo Val del Lago. Il paesaggio del lago è interpretato con le mappe elaborate grazie alla partecipazione dei suoi abitanti. La flora locale è narrata nel parco botanico di Inteneppo con il suo particolare microclima, mentre sulle tracce dell’acqua si incontrano canneti, stagni, paludi, torrenti, risorgive, lavatoi e la Centrale idroelettrica di Samplago.

Arezzo: la castagna che ha fatto la storia

La valle del Casentino, in provincia di Arezzo, è un prezioso scrigno di valorizzazione del rapporto tra uomo e ambiente. Un sistema ecomuseale ben articolato conduce alla scoperta, o riscoperta delle tradizioni locali, dei prodotti del territorio, delle risorse naturali, dell’ambiente. Oltre a percorsi e itinerari come quello sulle vie d’acqua e dei mulini o tra i suggestivi borghi antichi come Raggiolo, l’Ecomuseo del Cosentino invita ad si può esplorare nei vari musei diffusi nella valle la tradizione dei prodotti agroalimentari come la castagna, dei lavori, dal carbonaio al contrabbando, alle civiltà contadina e castellana. Ricco ed eclettico il calendario di eventi.

Bergamo: la miniera interattiva nella valle

Gorno, Val di Riso, Per secoli la vita di questa verde valle della bergamasca è ruotata intorno all’estrazione mineraria. I ritmi della pastorizia e dell’agricoltura si miscelavano con quelli della miniera. Il quotidiano di intere generazioni è stato scandito dal suono della sirena, il loro destino illuminato dalla luce della lampada da minatori. Oggi tutte le sfaccettature della Valle si possono esplorare con una visione organica grazie al’Ecomuseo delle Miniere di Gorno che trova il suo cuore pulsante nei siti minerari dalla storia antica, uno di zinco e l’altro di pietra locale, detta Jels. Un percorso nel sottosuolo e in superficie, tra luoghi di culto, scorci panoramici e borghi caratteristici, con un sistema di postazioni di approfondimento e allestimenti che ci rituffano nella vita vera dei minatori. C’è anche una mini-miniera interattiva per i più piccoli e di recente è stata sviluppata per l’ecomuseo una app turistica interattiva estremamente innovativa per intraprendere il percorso nel sottosuolo: gli “hidden stones”, una rete di 22 pietre digitali nascoste che consentono con la tecnologia beacons di seguire la app in bluetooth nelle viscere della miniera. E le foto più belle per il desktop del computer.

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