Durante la giornata stanno nelle loro case di roccia a tesser stoffe in telai d’oro, mentre al calar del sole ballano all’ombra delle grandi macchie di filirea…
Grazia Deledda – Canne al vento
Le Janas sono piccole creature della mitologia sarda né fate, né streghe: nate per caso da un Dio distratto, il Sardus Pater, e prime abitatrici dell’isola. Si racconta vivessero nelle “domus de Janas”, le piccole case scavate nella pietra; abili tessitrici, tramandarono alle donne sarde la meravigliosa arte di intrecciare i fili di trama e ordito.
Il nostro viaggio in Sardegna alla scoperta di queste leggendarie creature, inizia a Mogoro: ospiti del Caffè Gitano on the rocks, dall’alto del Nuraghe Cuccurada, accogliamo le nostre viaggiatrici Lucia, Maria, Pina e Tiziana con un banchetto di benvenuto i cui ingredienti principali sono il buon cibo locale e stagionale, il cannonau, un panorama mozzafiato e tanti sorrisi … da subito si crea un clima sereno e familiare.
Dopo un caffè e un mirto digestivo, è giunto il momento di conoscere coloro che, secondo la leggenda, sono tra le dirette discendenti delle janas: le tessitrici della Cooperativa Su Trobasciu. Il loro laboratorio artigianale sembra essere un microcosmo a sé, dove tra l’odore dei tessuti e il suono dei telai a mano, tra fili colorati e mani che intrecciano, si respira un clima di pace, lentezza e operosità tutta al femminile. Wilda, la presidentessa, ci mostra alcune delle tecniche tradizionali della tessitura, a bagas e pibiones: ogni tappeto, ogni arazzo, ogni manufatto, racconta una storia, parla della terra, ha in sé tradizione e innovazione; la tessitura non è mero comparto produttivo, bensì patrimonio artistico materiale e immateriale che deve essere assolutamente preservato …
La mattina successiva il maestrale, vento di nord-ovest fresco e profumato, ci spinge a deviare il nostro percorso verso il mare… nell’incantevole Penisola del Sinis, cuore roccioso della costa occidentale sarda, ricca di storia, natura selvaggia e contaminazione tra popoli.
E il borgo medievale di San Salvatore, villaggio fantasma di pescatori che fu negli anni settanta set cinematografico di alcuni film western, rapisce il nostro cuore e quello delle nostre ospiti …
Dopo un sonno ristoratore nel b&b della sorridente nonna Peppina, riprendiamo il nostro cammino e, attraversando le dolci colline della Marmilla, giungiamo a Villa Sant’Antonio dove, ad attenderci, ci sono Roberto, Federico e Ilaria dell’ Ass. “Boghes” che da diversi anni si occupa della valorizzazione delle bellezze del territorio attraverso l’arte contemporanea. Con loro, tra i profumi di lavanda e cisto, intraprendiamo un cammino nella natura alla scoperta dei simboli iconografici di domus de janas e menhir, entrambi legati ad antichi culti di vita/morte ed espressione di misteriose energie ancestrali.
Tante risate e allegria fanno da cornice al nostro laboratorio di lavorazione dell’argilla e alla visita alla mostra d’arte “La ruota del tempo”. Ma è già ora di rimetterci in viaggio e di salutare e ringraziare i nostri amici.
Ci inoltriamo nelle tortuose strade che conducono al cuore dell’isola: tra le colline del Sarcidano e le montagne della Barbagia di Seulo, di colpo, a sorprenderci il Lago Flumendosa …
Poi, guidate dal suono dell’acqua e dal profumo dei boschi, giungiamo alla nostra meta: Sadali, il magico “paese dell’acqua”.
Daniela, la proprietaria delle “Case del Folletto” dove alloggeremo, ci racconta che in questa antica dimora, si aggira su massamurreddu, un folletto vestito di rosso e un po’ dispettoso, che sorprende i visitatori durante la notte, spostando oggetti, aprendo armadi e correndo qua e là per le stanze. Suggestionate da questo misterioso racconto, durante la notte, attendiamo la visita del folletto, ma la stanchezza ha il sopravvento e cadiamo in un sonno profondo …L’indomani, un altro incontro fortunato: i ragazzi della Coop. “Le 3Fate”, che gestiscono l’intero Eco-museo del paese; Sadali è infatti un museo a cielo aperto. Doriano, geologo e guida escursionistica, ci conduce per il “Sentiero delle Fate” di cui la prima tappa è la Grotta Is Janas, una fantastica grotta di origine carsica lunga quasi 240 metri, originatasi milioni di anni fa, in cui la sorprendente forza creativa della natura ha innescato miti e leggende. Nella sala principale tre meravigliose bianche stalagmiti si ergono imponenti: Doriano ci racconta che secondo la leggenda la grotta era da tempo immemore dimora di tre fate, che macchiatesi di un grave reato, furono punite da Dio e quindi pietrificate …
Poco lontano, immersa tra maestosi boschi di leccio, scorgiamo il monumento naturale Su Stampu e Su Turrunu , una cascata alta 16 metri dove si racconta che le tre janas venissero a refrigerarsi …
E quale modo migliore di ristorarci se non un pranzo nel bosco preparato dai nostri amici del ristorante “La Grotta”?
Nel pomeriggio, cullate dallo scroscio dell’acqua, camminiamo lungo i viottoli del centro storico e, a sorpresa, ci imbattiamo nelle voci di giovani donne indaffarate a fare il bucato presso gli antichi lavatoi. Ci raccontano che, per loro, lavare i panni nel lavatoio non è fatica, ma un momento piacevole d’incontro, conoscenza e condivisione, un antico rituale che si trasmette di generazione in generazione. Restiamo quasi rapite dall’energia di queste singolari donne ed abbiamo come la sensazione di fare un fantastico salto nel passato…
E’ un canto agreste di sonagli di pecore al pascolo che ci annunciano la sveglia domenicale e, con essa, ci ricordano che il viaggio continua.
Ripresi i bagagli, ora più pesanti poiché pieni di racconti misteriosi, magiche esperienze e incontri speciali, ripartiamo…
Pian piano che riscendiamo la montagna e salutiamo i piccoli borghi solinghi ad essa abbarbicati, notiamo come il paesaggio muta e si colora di nuove sfumature: dal verde dei boschi di leccio della Barbagia, al giallo del cisto che profuma le colline del Sarcidano e il blu del lago Mulargia.
Infine, ecco il paese di Goni e il suo parco Pranu’e’Mutteddu, sito archeologico simbolo del megalitismo mediterraneo, che ospita tra le più alte concentrazioni di Menhir della Sardegna. Un luogo davvero suggestivo in cui natura e archeologia sembrano essersi perfettamente fusi, creando un’ armonia da cui ci lasciamo travolgere …
Sostiamo per un pranzo tipico sardo nell’agriturismo “Le Querce” prima di proseguire verso l’ultima meta del nostro itinerario: Cagliari, che ci accoglie deserta e ci trasmette un senso di straniamento causato dal repentino passaggio dalla natura incontaminata, all’urbanizzazione cittadina. Ma Cagliari, con i suoi panorami medievali e il suo profumo di mare, è così bella che ci fa presto dimenticare questa sensazione …
Purtroppo, però, è anche arrivato il momento dei saluti, che poi sono sempre degli arrivederci. Abbracciamo le nostre amiche con la promessa di incontrarci ancora chissà dove, magari nella loro meravigliosa terra, la Calabria, perché no, dopotutto è risaputo che chi crea viaggi, ha bisogno di nutrirsi di viaggi …
… Intanto le janas e i folletti continuano ad osservarci e ci attendono insieme a nuovi amici nel loro magico mondo incantato …
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via Viaggiare con la magia: vi raccontiamo la via d’incanto delle Janas e dei Folletti d’acqua …
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