E poi cosa vedremo? Con il video immersivo realizzato all’Elba con gli operatori di Fantastificio – azienda con le antenne ben puntate sul turismo del futuro – e la collaborazione di Samsung – che sta portando nelle case italiane i dispositivi per fruire e addirittura realizzare i filmati di nuova generazione, Dove si è inserita con un’idea e un’esperienza nuova in un campo in piena fibrillazione. Date un’occhiata(se la visione non è ottimale provate a vederlo sul nostro Canale Youtube).
“Credo sia la prima volta che tali tecnologie vengono usate in questo modo per la promozione e presentazione di una meta turistica”, conferma Andrea Fiore, direttore commerciale di Fantastificio. “Ed è interessante che ciò avvenga in un momento cruciale per il settore. Lo paragonerei alla fine degli Anni 90, quando il Web entrò prepotentemente nella vita di tutti noi. Lì si parlava di comunicazione e condivisione di dati. Qui si parla della percezione stessa della realtà e del viaggio”.
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Proviamo a elencare cosa è cambiato negli ultimi anni rispetto alle diapositive della gita e al filmino da guardare in salotto.
Google, con Streetview e Google Earth, ci ha permesso di navigare liberamente e in modo semplice nella “mappa del mondo”, dall’immagine satellitare al dettaglio. Non solo strade e piazze, negli ultimissimi tempi Streetview è entrata in monumenti storici, aeroporti, siti archeologici, musei, parchi naturali, grotte e grand Hotel. Le telecamere e fotocamere dei cellulari, ormai più potenti di quelli che erano un tempo i dispositivi per specialisti, ma anche i droni, sempre più economici e facili da usare, e le telecamere “indossabili” come la GoPro ci hanno messo in grado di raccogliere, conservare e condividere immagini in modo più semplice, veloce e intuitivo che mai. I social stessi, parte ormai di ogni momento della nostra vita, ci hanno fatto diventare parte di una grande ecosistema di immagini, dati e informazioni in cui siamo contemporaneamente utenti e produttori, registi e attori. È come essere contemporaneamente in ogni luogo senza muoversi di casa.
Ma, allora, non viaggeremo più?
“Assolutamente no”, risponde Fiore, “I video sempre più immersivi permetteranno sempre più a chi si occupa di viaggi di presentare al meglio una meta turistica (o una città, un ristorante, una mostra …), invogliando a partire, comunicando novità, proponendo idee, spunti di vacanza. Per l’utente sarà un modo per avere più informazioni prima di partire, evitando sorprese all’arrivo e utilizzando al meglio il proprio budget e il proprio tempo: l’immagine in presa diretta sarà sempre più trasparente di un comunicato stampa o di un depliant. E poi, sarà uno strumento migliore per orientarsi in un’offerta turistica sempre più vasta e diversificata.”
“Questi strumenti sono un’amplificazione della proposta. Non sostituiscono l’esperienza del viaggio, così come Second Life non ha sostituito la vita vera.”, tranquillizza
Francesco Morace, Sociologo e saggista, Presidente di Future Concept Lab che a ottobre sarà in libreria con ConsumAutori. Nuovi nuclei generazionali, “Tutte le migliori nuove tecnologie non vanno a cancellarne di altre ma a potenziare l’offerta, le possibilità, i linguaggi. In questo caso l’immersione totale nel viaggio va nella direzione della trasparenza. L’ente turistico annuncia, senza possibilità di “abbellimenti”, che cosa si troverà all’arrivo. L’utente avrà più strumenti per decidere. E il giornalista nuove possibilità espressive, a costo che il nuovo media crei anche un nuovo linguaggio, un nuovo storytelling. Cosa non semplice in un momento in cui i nuovi mezzi sono subito a disposizione dell’utente, con barriere sempre più labili tra utenti di diverso grado d’istruzione, diversa generazione, diversa possibilità di spesa…. Compaiono i video 360 alla portata di chiunque ha un telefonino ed ecco già le telecamere con le quali ognuno può produrre i suoi video 3d… Il futuro insegue il presente sempre più da vicino. Una bella sfida.”
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Ma quali novità ci attendono ancora? Quale sarà la prossima “Big Thing” della comunicazione?
“I filoni su cui si sta lavorando maggiormente sono due”, riassume Fiore. Il primo è la realtà aumentata, o meglio, la Mixed Reality, che abbina all’immagine “vera” informazioni, dati, aggiornamenti, oggetti virtuali e “visioni alternative”. Ad esempio, camminando per Londra posso sovrapporre alla realtà immagini della Londra di un’altra epoca, o l’ologramma di un grattacielo in progetto. Vedo l’insegna di un ristorante e ottengo prezzi, orari e specialità del local… Sono in un sito archeologico e lo vedo com’era 2000 anni fa. Tutte pratiche già sperimentate, ma non è ancora chiaro quale sarà il dispositivo che le renderà “di massa”: lo smartphone stesso, i Google Glass in una nuova veste, qualcosa come il dispositivo Oculus promosso da Facebook o l’HoloLens di Microsoft?
L’altra Big Thing sarà sempre di più la voglia di “diretta”. Riprendere e condividere quello che si sta facendo, quello che sta avvenendo, magari a 360 gradi e in alta definizione, ma in modo semplice e intuitivo. Dispositivi pensati per questo, con prezzi alla portata di tutti, arriveranno entro l’anno. E Facebook e tutto il mondo dei social e delle app si stanno già ridisegnando come un’enorme Tv in cui tutti saremo nello stesso momento spettatori e registi, star e direttori dei programmi. Come ciò cambierà l’idea del viaggio al momento non si può sapere. Ma in fondo il bello è proprio questo.”
“Il futuro è la mobilità”, aggiunge Francesco Morace. “Penso all’auto “pensante” e per tutti di Google, le cui modalità sono ancora tutte da valutare. Più probabilmente vedremo sempre più spesso metrò pensanti, taxi pensanti, bus pensanti, un sistema integrato molto più efficiente che cambierà le città e il mercato dell’auto privata. I gadget con cui passiamo la vita, – tablet, smartphone, pc … – continueranno a seguirci, ma saranno sempre più semplici da usare, connessi, intuitivi. Per intrattenersi, comunicare, imparare, condividere “on the road”. Chi temeva l’uomo sempre più sedentario davanti allo schermo di un computer si ricreda. Ci vedremo in giro. L’altra grande novità sarà la riduzione del gap generazionale. Il digitale e i social non saranno più territorio dei giovani “nativi”. Ma anche dei bambini, e degli over 40, 50, 60 e oltre. Gente che avrà il tempo, i mezzi e sempre di più anche l’apertura mentale per iniziare a pensare 2.0.”
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