Apre i battenti Brian Wilson, anima e cuore dei Beach Boys. Presenterà un omaggio al Pet Sounds: la musica più matura e lontana dalle sonorità originarie della band californiana, che si cimenta in sperimentazione di strumenti insoliti come campanelli di biciclette, clavicembali e l’abbaiare dei cani (tra cui Banana, quello di Wilson). Altri protagonisti: i Radiohead di Thom Yorke, gli islandesi Sigur Ros e PJ Harvey, rock woman cresciuta ascoltando blues, folk russo e le composizioni di Ennio Morricone. Sterminata la lista degli artisti: dal new jazz di Kamasi Washington al pop elegante dei Beirut, dal rock psichedelico degli australiani Tame Impala al duo musicale francese di musica elettronica degli Air.
Un ricco cascame festivaliero investe l’intera città. Così il Raval, quartiere multietnico e bohémien densamente popolato da ristoranti, boutique e gallerie d’arte, ospiterà una sezione complementare della rassegna. L’epicentro è il Centro di Cultura Contemporanea di Barcellona (CCCB), edificio risalente al 1802. In origine fu realizzato per essere un ospizio, poi fu ristrutturato e oggi è sede di importanti mostre di arte contemporanea.
Un paio di settimane dopo il Primavera Sound, Barcellona ospita un succedaneo: il Sónar (16-18 giugno), appuntamento pensato per gli amanti della musica elettronica e dell’arte multimediale. Due le location: la Fira Montjuïc per il Sónar by day (dalle 13 alle 21) e la Fira Gran Via, per il Sónar by night (dalle 21 alle 6 del mattino). Il gioiello di questa edizione è Become Ocean, opera Premio Pulitzer 2014, del compositore americano John Luther Adams, che ha per tema il cambiamento climatico.
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