Milano da bere: guida al divertimento, dall’happy hour all’alba

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Sono passati ormai 30 anni da quando Marco Mignani coniava per l’amaro Ramazzotti quello slogan “Milano da bere” che divenne subito l’insegna della Milano anni ’80, spensierata e godereccia. In tempi recenti la città è cambiata, ma non ha dimenticato il suo lato mondano e festaiolo. E poi è arrivato l’Expo, che ha portato con sé una ventata di vitalità, non ancora spenta. Il risultato sono nuovi luoghi d’incontro, riti e aperture, locali in continuo cambiamento in ogni quartiere della città. Ecco una guida alla notte meneghina, dall’aperitivo all’afterparty. 

L’APERITIVO

Per gli appassionati di libri l’appuntamento è al Colibrì (via Laghetto 9/11), libreria, bar e bistrot inaugurato da poco nei pressi dell’Università Statale. Ogni lunedì va in scena l’Aperilibroper chi compra un libro e aggiunge un euro, lo Spritz è offerto. Mentre le altre sere, soprattutto nel weekend, l’happy hour è animato da presentazioni e dibattiti. Aperto in un’antica casa di ringhiera, il locale è arredato con mobili e oggetti di recupero, disegni e fumetti di Guido Crepax, testimonianza della passione dei proprietari per l’autore.

All’interno del poco conosciuto, ma assolutamente da visitare Museo WOW- Spazio Fumetto, c’è il Boom (viale Campania 12): caffetteria con un bel dehors affacciato su un parco, che ogni domenica sera allestisce l’Aperitivo Dop, con buffet di prodotti a km zero. Formaggi e salumi che arrivano dalle piccole cascine della provincia di Milano, ma anche piatti succulenti, come i cannelloni, e tante verdure biologiche. Da bere: bionde e rosse artigianali del birrificio bergamasco Sguaraunda e vini che arrivano dal consorzio di Cuneo.

E’ il locale più fotografato e postato su Instagram di Milano, il Bar Luce della Fondazione Prada (Largo Isarco 2), inaugurato meno di un anno fa e progettato da Wes Anderson (il regista del Grand Budapest Hotel). L’interno richiama le atmosfere del cinema italiano degli anni ’50 e ’60. Mobili in formica da mercatino, vecchi flipper (che funzionano con le 100 lire che il personale distribuisce gratuitamente) e un juke-box riportano indietro nel tempo. I cocktail (10 euro) sono buoni, anche se qui si viene soprattutto per la location.

S’ispira ai Neko Cafè della tradizione giapponese il Crazy Cat Cafe (via Napo Torriani 5), piccolo locale appena nato nei pressi della Stazione Centrale, dedicato agli amanti dei gatti. Qui l’aperitivo si prende in compagnia di sei mici che girano liberi nel locale e che si lasciano coccolare. Per la gioia dei bambini, che possono giocare con Patty, Elton, Freddy e gli altri gatti mentre i genitori bevono un cocktail accompagnato da stuzzichini. Aperitivo animalista per tutta la famiglia.

Da applauso i cocktail (provate il Bloody Mary) delle Fonderie Milanesi (Via Giovenale 7), locale hipster in un’ex fonderia, tra i cortili vecchia Milano a due passi da corso San Gottardo. L’happy hour (10 euro) colpisce anche per la varietà e qualità del buffet, ma il fiore all’occhiello è l’atmosfera, post industriale e bucolica insieme: nella bella stagione ad affollarsi è il giardino illuminato da candele dove, per un paio d’ore, ci si dimentica di essere in città.

Per gli esperti di viniLa Cieca (via Vittadini 6), piccola enoteca in zona Bocconi, ha in serbo una sfida divertente: tra i vini in mescita ce ne sono sempre alcuni “segreti”, dai nomi inventati, che vengono serviti in un calice nero per rendere ancora più difficile il gioco della degustazione “alla cieca”. Chi partecipa e indovina il tipo di vino che ha scelto non paga la consumazione, e se azzecca pure cantina e annata ha l’intera bottiglia in regalo. Al calice, l’offerta è molto ampia, tra rossi, bianchi e bollicine, perlopiù di piccoli produttori e dai prezzi contenuti (dai 4 euro al calice). Curati gli stuzzichini a disposizione sul bancone: salumi, paté, taralli, pane e olio…

Affacciato sul Naviglio Grande, il Pinch Spirits and Kitchen (Ripa di porta Ticinese 63) è per gli intenditori del buon bere: entusiasma la lista di cocktail, creati con estro dai barman e dal tocco “vintage”, ovvero a base di liquori da riscoprire come Rabarbaro Zucca, Cointreau, Vermouth, Fernet Branca. Il design retrò del locale riflette il gusto dei drink; i più fortunati trovano posto sui divani davanti alle vetrate con vista sul Naviglio, oppure al bancone dove lo spettacolo sono i barman al lavoro.

A CENA: CEVICHE, FRITTI E LOCALI CON MUSICA

Tra i più famosi ristoranti spagnoli in città, La Bodega del Tasca (Corso di porta Ticinese 14) propone ottime tapas (dai prezzi onesti), ma anche specialità come la Paella alla valenziana o l’Arroz en caldero (riso in casseruola) con jamon iberico, formaggi o verdure. Il tutto innaffiato da vino tinto a profusione. L’arredamento è semplice, l’ambiente festoso, con musica e tanta gente. Da non perdere, prima o dopo cena, un passaggio al bar accanto alla Bodega, Il Tasca: la Sangria è la migliore di Milano.

Arredamento industrial-chic e atmosfera trendy al TOM The Ordinary Market (via Molino della Armi angolo via della Chiusa) che sorprende con un menu ispirato a ricette da tutto il mondo, dal maiale all’hawaiana allo spaghetto alla chitarra abruzzese. Ma il TOM non è solo ristorante: a mezzanotte una delle due sale diventa una vera e propria discoteca con ottima musica minimal/elettronica, come testimonia la coda infinita che si fa per entrare dopocena.

Atmosfera allegra con musica dal vivo ogni sera al Ronchi 78 (via San Maurilio 7), un tempo uno dei dopo teatro più famosi di Milano. La cucina è di terra, con vari piatti della tradizione lombarda, senza infamia e senza lode. Qui si viene più per divertirsi, che per mangiare bene: nelle cantine ci sono due sale con karaoke dove, tra una portata e l’altra, si può cantare con gli amici. La sala al pian terreno è molto più tranquilla, ma ci si perde quell’atmosfera gioiosa che è la forza del ristorante.

Bisogna spingersi in periferia, quartiere Barona, per arrivare al Bonaventura (via Zumbini 6), birreria con cucina e musica dal vivo. Il martedì è la serata jazz, con artisti sempre nuovi che si alternano sul palco. Il sabato si cena con blues dal vivo, mentre il giovedì tocca a cabaret, spettacoli burlesque o altri progetti, sempre molto originali. La cucina propone piatti semplici della tradizione italiana, ma la selezione di birre artigianali italiane e straniere, da sola, vale una visita.

Aperto da meno di un anno, il Pacifico (via della Moscova 29) è subito sbalzato in vetta alla classifica dei ristoranti più alla moda di Milano. Il design ha sicuramente aiutato, col suo stile déco, tanto ottone, velluti, carte da parati di Hermes e Fornasetti. Ma è la cucina del famoso chef Jaime Pesaque, che fonde cultura e sapori peruviani con influenze asiatiche, ad aver sedotto la città: tra le proposte, il cheviche (pesce marinato nel limone unito a diverse spezie) in più varianti, tiradito (pesce crudo simile al carpaccio) e dim sum. 

Per uno spuntino in piedi, veloce ma sfizioso, Tutti Fritti (Corso di Porta Ticinese 18) è il posto dove andare. Ingredienti di stagione, carne e pesce fresco, quattro tipi di pastelle e più di cinquanta tipi di salse: il tutto fritto al momento da Matteo, il proprietario, al bancone del locale. Il posto ha due tavoli di numero ma la posizione, davanti alle colonne di San Lorenzo, invita a starsene seduti sul muretto esterno con vista sulla piazza. Una vasta selezione d’inaspettate birre artigianali aiuta poi a digerire il tutto. Nel weekend Tutti Fritti è letteralmente preso d’assalto dai giovani: ogni cartoccio costa solo 5 euro.

DOPOCENA: IL TOP DEI COCKTAIL E SAKE

La Buca di San Vincenzo (via San Vincenzo 15) offre ogni sera spettacoli dal vivo (tranne la domenica). Dal jazz il lunedì al rock il martedì, dal blues del giovedì ai dj-set del weekend. Ambiente (e prezzi) da circolo sociale autogestito in questo piccolo locale che diventa una grande scoperta per chiunque. Si beve vino o birra (ne hanno molte straniere e artigianali). Dall’arredo più che in un locale sembra di stare in una casa; un mood conviviale che si riflette anche nelle jam session: a performance finita, la chitarra o il microfono sono a disposizione di chi ha voglia di provare.  (http://ift.tt/1VMJMp7)

Aperto ormai da un paio d’anni, il RAL8022 (via Corsico 3) è diventato famoso per i suoi Tri – Silent Party. Il locale, con grande lungimiranza, per non infastidire i vicini di casa della piccola (e particolarmente rimbombante) via Corsico, ha deciso di mettere musica a modo suo. Così, tra un drink e l’altro, si possono noleggiare (5 euro) delle cuffie wireless che sparano nelle orecchie le selezioni dei dj per sentirsi in discoteca senza dar noia ai confinanti. Durante questi festini non è difficile vedere ragazzi e ragazze che si agitano e ballano nel locale o per la strada al suono dei tre differenti generi musicali ascoltabili in cuffia. Buoni i cocktail; ambiente elegante con luce molto (troppo forse) soffusa che ricorda certi bar di New York.

È Francesco Cione, consacrato dal Reserve World Class miglior bartender d’Italia nel 2015, l’anima dell’Octavius Bar di Replay (Piazza Gae Aulenti 4). Per assaggiare i suoi cocktail fenomenali si deve salire al secondo piano del Replay Store (dopo la chiusura del negozio l’entrata è su via Cappello) ed entrare in quello che sembra il bar di prima classe di un transatlantico fin de siècle. 500 le etichette tra cui scegliere, vastissimo l’assortimento di whisky, molti i cocktail della casa. L’americano con l’aggiunta di Barolo, oppure l’Octavius Julep (rum, brancamenta, falerno, rabarbaro, lime e foglie di menta) sono chicche da testare. Il problema è poi riuscire a fermarsi al secondo o terzo cocktail.

Per gli amanti della vodka, l’estasi è al Pravda (via Vittadini 6): il miglior vodka bar di Milano, dove si può scegliere tra 150 etichette e decine di cocktail a base di vodka e frutta fresca frullata al momento. La punta di diamante è il Moscow Mule, per provare invece qualcosa di inedito c’è il cocktail a base di vodka all’aglio. Pareti rosse, luci soffuse, molti giovani (è a due passi dall’Università Bocconi) e pochissimi posti a sedere (una quindicina): nella bella stagione, si sta bene anche seduti sul muretto fuori dal locale.

Luce soffusa, arredi industrial-chic e grandi tavoloni ai quali ci siede insieme ad altra gente, cosa che esalta la convivialità del posto. Se invece si cerca un po’ di intimità, la saletta sul retro ha anche tavoli singoli. La musica è alta al punto giusto, i cocktail sono da urlo (da provare assolutamente quello al basilico). Se si vuole fare bella figura alla prima uscita, il Dry  (via Solferino 33), cocktail bar (e pizzeria) più “charming” di Brera, è una garanzia. Unica nota dolente i prezzi, leggermente più alti della media. Meglio prenotare.

Il BackDoor 43 (Ripa di Porta Ticinese 43) è il bar più piccolo del mondo. Dietro la porta di legno con piccolo sportello da cui un barista mascherato passa ottimi cocktail d’asporto, si celano appena quindici metri quadrati, quattro sgabelli dorati, un tavolo ed un barman personale che asseconda ogni richiesta dei clienti per due ore, poi tutti fuori e avanti altri (massimo quattro) clienti. La birra costa 3 euro, il cocktail (ingredienti segreti) 6, ma al BackDoor è un’esperienza soprattutto la degustazione di whisky. Ovviamente, la prenotazione è necessaria.

Golosi o curiosi di conoscere il Sake? Ora c’è a Milano il posto giusto: la Saketeca Go (viale Piave 5). Aperta da pochi mesi, è già sempre pieno di giapponesi, residenti o di passaggio, cosa che dimostra l’autenticità del distillato e della cerimonia di preparazione. Una volta entrati, si viene accompagnati dalla sommelier Mika in un viaggio alla scoperta di questo liquore, da bere caldo o freddo a seconda della tipologia. Qua il sake si può degustare in purezza o come base di cocktail, ma non chiedete altri liquori o bevande. E se avete fame, potete ordinare piatti tradizionali giapponesi, ma non sushi o sashimi.

A BALLARE
Per fare le ore piccole, la zona di Corso Como resta il punto di riferimento: qui c’è l’Hollywood, storico ritrovo di calciatori e veline, l’11 Clubroom, discoteca modaiola con musica commerciale, il nuovo Take It Easy, che il venerdì si riempe per la serata di  successo Punks Wear Prada. Ma a Milano non mancano anche locali underground dove si alternano alla consolle dj di fama internazionale e giovani emergenti. Primo fra tutti, il Tunnel (via Sammartini 30) che, come dice il nome, è ricavato da un vecchio tunnel dismesso sotto i binari della Stazione Centrale. Interessante quanto la location il programma musicale che vanta artisti dell’elettronica come Tini, Tom Trago e Peter Inspirescu.

Il Rocket (Alzata Naviglio Grande 98) è un altro nome di punta della scena alternativa milanese. Quest’anno festeggia il terzo compleanno della serata di maggior successo, l’Alphabet night, che si svolge ogni venerdì. Anche al Rocket si possono ascoltare spesso famosi Dj della scena berlinese che propongono musica minimal, techno ed elettronica. Il locale ha due sale, una più hardcore e l’altra con musica più electro-pop.

Atmosfera da centro sociale all’Atomic Bar (via Felice Casati 24), piccolo discobar dietro Corso Buenos Aires, dove la musica è indie-rock e new-wave, mixata con revival anni ’80 e ’90. Punk, hipster, dark, modaioli in trasferta: la clientela dell’Atomic è quanto mai variegata e proprio questo mix è il bello del locale.

Aperto solo il venerdì e il sabato il The Wall (via Plezzo 16) è una new entry che promette bene considerando i nomi dei dj resident: Lele Sacchi, Parker Madicine, Antonio D’Amato e Stephan Esse. Gli ospiti internazionali, poi, comprendono il gotha dell’house e dell’elettronica berlinese. Il locale ha inoltre un impianto luci ed audio all’avanguardia. 

Il Clubhouse80’s è il nome di una serata che si ripete il venerdì e il sabato all’Alcatraz (via Valtellina 25). Vari dj, affermati e meno, si alternano sul palco dell’enorme stanza da ballo del locale. La musica spazia dalla disco anni ’70-’80 a new wave, elettronica e pop contemporaneo. La pista da ballo è incredibilmente affollata quindi è consigliabile prenotare un tavolo nella parte rialzata del locale.

Per chi volesse fare le ore piccole il martedì, la scelta migliore è Il Gattopardo Café (via Piero della Francesca 47), noto locale in una chiesa sconsacrata, dove va in scena la serata Oh My Gattopardo. Musica tendenzialmente commerciale/pop e  gente che comprende giovanissimi e quarantenni.

Si è spostato da poco più di un anno in una nuova sede il Dude (via Boncompagni 44), celebre discoteca della scena elettronica d’avanguardia milanese. Due grandi sale, una per i concerti live di artisti da tutto il mondo e un’altra per i dj resident del locale. L’ambiente ricorda le enormi discoteche di Ibiza, così la musica elettronica; molto popolare la serata del venerdì I’ll be Your friend con artisti del calibro di Cassy e T.e.s.o.

Ed ecco il re dei locali alternativi di Milano: il Plastic (via Gargano 15), che da più di trent’anni anima la nightlife meneghina. Spostatosi dalla sua sede storica di viale Umbria, il nuovo Plastic continua comunque ad attrarre una vastissima clientela di ogni genere (nasce come locale LGBT) e generazione. Ciò anche grazie all’offerta musicale che va dai revival alla tecno. Aperto solo il venerdì, il sabato e la domenica. La selezione all’ingresso non è facile da superare.

GLI AFTERPARTY
Per gli irriducibili che riescono a trovare le energie, ogni sabato, dalle 4 alle 8 di mattina, c’è l’after-party del Limelight (via Castelbarco 11) in una saletta al secondo piano, con ingresso separato. Il venerdì si va invece al Club King (via Gonzaga 5) dove, dalle 4 di notte alle 8.30, va in scena lo Strike after-party, a base di deep e minimal house. Le sorprese non mancano al Diurno (Piazza Duomo 19/a), centralissimo albergo trasformato in locale dove i ragazzi dell’entertainmet group Elita organizzano prolungati after party dalle 5 alle 10 del mattino. Capita spesso di vedere alla consolle famosissimi dj internazionali, come Solomun e Taleofus.

 

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